John Elkann e Lavinia Borromeo hanno messo al mondo un figlio in perfetto stile Agnelli: parto in un ospedale pubblico, niente gossip, assoluto understatement. L’unica increspatura è il nome che hanno scelto per l’erede: Oceano.
Le cronache lo attribuiscono al Sant’Oceano che si celebra il 4 settembre, giorno in cui Lavinia e Yaki si sono incontrati e aggiungono compiaciute che in greco vuol dire “immensità”.
Sarà. Tutto ciò conferma la poca dimestichezza di casa Fiat per i nomi delle loro creature. Viene da pensare che se fosse stata femmina l’avrebbero chiamata Marea o Regata. Nomi infelici e scelti senza cura.
C’è poi quel pizzico di egoismo che non tiene conto della sorte di chi quel nome sarà costretto a portarselo sulle spalle per un bel po’. Con un nome si impone anche un destino. E va bene l’indicazione dell’immensità, ma ai compagni di scuola chi gliela spiega?
E poi andiamo, come si fa a pensare un nome che equivale a un mezzo libro di Baricco?
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