Benvenuti!

In difesa di 113 anni di storia e di gloria.
In difesa di 29 scudetti.

Perché la Juventus non è stata difesa.
Non è stata difesa da John Elkann. Anzi...
Non è stata difesa da Gabetti. Anzi...
Non è stata difesa da Grande Stevens. Anzi...
Non è stata difesa da Montezemolo. Anzi...
Non è stata difesa dal presidente Gigli. Anzi...
Non è stata difesa da Cesare Zaccone. Anzi...

Per contribuire al blog, scrivete a ilmagodiios@gmail.com

Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
---------------------------------------------------------

giovedì 30 aprile 2009

Un responsabile. C'è solo un responsabile


Un responsabile
C'è solo un responsabile
Un responsabile
C'è solo un responsabile


Ranieri è un allenatore mediocre e senza personalità. Verissimo.
Diversi giocatori non sono da Juve. Verissimo.
Alcuni giocatori pretendono di giocare sempre, anche quando non lo meritano. Verissimo.
Alcuni giocatori sono in fase calante/tramontante. Verissimo.
Alcuni giocatori non sembrano impegnarsi allo spasimo. Verissimo.
Secco è giovane, inesperto, chiacchierone ed un po' presuntuosetto. Ed ha in pratica solo due titoli di merito: l'esser figlio del Ragionier Secco ed il saper guidare una moto da cross. Verissimo.
Blanc non capisce nulla di calcio, non ha mai gestito una società in vita sua e non ha alcuna intenzione di lasciare la doppia carica (e, soprattutto, il doppio compenso) di amministratore delegato e direttore generale. Verissimo.
Fassone è un modesto impiegato, chiamato ad un compito troppo difficile per le sue limitate capacità. Verissimo.
Castagnini è amico di Baldini e non si capisce per quale motivo abbia preso il posto di Ceravolo. Verissimo.
Cobolli Gigli è .... semplicemente Cobolli Gigli. Verissimo.
Tutto molto bello, tutto molto vero.
Va benissimo criticare la dirigenza e Ranieri per i risultati (non) ottenuti.
Va benissimo fischiare i giocatori quando non lottano come dovrebbero.
Va benissimo.
Ma ad una condizione.
Che non si trascuri un punto fondamentale.
Dirigenza, Ranieri e giocatori hanno, chi più chi meno, delle colpe. Questo è indiscutibile.
Ma il vero responsabile dello scempio in corso da maggio 2006 è un altro.
Ha un nome ed un cognome.
John Jacob Philip Elkann, figlio di Alain Elkann e di Margherita Agnelli, nipote dell'Avvocato e suo poco degno erede.
E' John Jacob Philip Elkann a comandare, formalmente, nella famiglia.
E' John Jacob Philip Elkann ad essersi dichiarato, il 7 maggio 2006, vicino alla squadra e all'allenatore, scaricando di fatto la Triade.
E' John Jacob Philip Elkann ad aver dichiarato che "ci sono stati comportamenti riprovevoli" e che la Juve ha voltato "pagina dopo un capitolo triste della nostra storia", contribuendo in maniera determinante alla costruzione di quel sentimento popolare che ha poi giustificato la retrocessione in Serie B con penalizzazione, il furto di due titoli, la distruzione di una squadra stellare e di una società all'avanguardia e che ancora oggi consente a gente come Giacomo Crosa (tanto per fare l'ultimo di tanti esempi) di denigrare in maniera indegna la Juventus ed i suoi tifosi.
E' John Jacob Philip Elkann ad aver ribadito che "le penalità che la Juve ha subito non le ha avute per niente, c'erano stati comportamenti giudicati inaccettabili e come tali sono stati puniti dalle autorità sportive", in modo da continuare ad alimentare la fiammella del sentimento popolare.
E' John Jacob Philip Elkann ad essersi inventato che "le spese di Moggi e Giraudo erano insostenibili, avevano supplito con le plusvalenze ma non si poteva continuare così", trascurando il fatto che Moggi e Giraudo non hanno mai chiesto una lira o un euro alla proprietà, mentre la Nuova Juventus 2006 FC ha potuto beneficiare di un aumento di capitale da 105 milioni di euro sostenendo poi spese (queste si, insostenibili) per bidoni del calibro di Andrade, Tiago ed Almiron (per non parlare di Poulsen).
E' John Jacob Philip Elkann ad aver scelto la cirigenza più ridentina che ci sia (che a sua volta ha scelto Ranieri che a sua volta ha contribuito a scegliere i bidoni che tutti sappiamo).
E' John Jacob Philip Elkann a brillare per assenza e disinteresse, una volta ottenuta la Serie B grazie anche a quel sentimento popolare da lui opportunamente titillato, quando si tratta di Juventus.
E' John Jacob Philip Elkann ad aver fatto capire (a chi non lo avesse ancora capito) che non c'è trippa per gatti (checché ne dicano certi gattini di mia conoscenza) quando alla recente assemblea Exor si è limitato ad attaccare, in maniera francamente un po' vigliacca, la componente più debole della Nuova Juventus (invitando allenatore e giocatori - ma non i suoi logorroici cirigenti - a chiacchierare di meno e a vincere di più) e a ribadire il suo manifesto a favore di un calcio eco-sostenibile (eco, nel senso di economia non nel senso di ecologia).
Quindi, contestiamo pure cirigenti, allenatore e (certi) giocatori.
Ma non dimentichiamoci che il pesce puzza dalla testa.
E che le responsabilità di John Jacob Philip Elkann fanno impallidire quelle di tennisti, pallavolisti, gemelli, bovini, cantanti, camaleonti, motociclisti, bidoni etc etc
E quindi contestiamo ancora più ferocemente l'unico responsabile di (ad oggi) tre anni di merda.
John Jacob Philip Elkann.

Un responsabile
C'è solo un responsabile
Un responsabile
C'è solo un responsabile

Jaki vuol dire ... JUVINESE o UDINENTUS


Articolo di dominiobianconero - ju29ro.com

13 Gennaio 2007. La Juventus, retrocessa in serie B, è impegnata a Mantova dove accuserà la sua prima sconfitta del campionato cadetto. In quello stesso istante John Elkann è segnalato a Milano, presso un noto negozio di abbigliamento sartoriale di Corso Magenta, impegnato a rinnovare il guardaroba.
E' tutto qui. Basterebbe, da solo, questo episodio per far capire ai tifosi bianconeri il distacco con cui l'erede designato dell'Avvocato segue i destini della Juventus.

Non si capisce quindi l'attesa che gli addetti ai lavori nutrivano per l'Assemblea della EXOR che si è tenuta ieri, presso il Centro Storico Fiat di Via Chiabrera.
Chi si aspettava editti e proclami sull'argomento Juventus è stato rispedito al mittente con la solita mezza intervista in cui, come da tradizione, l'argomento principale è il nulla.

Exor, per chi non lo sapesse, è la finanziaria che detiene circa il 60% della Juventus. Di fatto controlla l'intera governance della società, propone gli amministratori, e ne condiziona le strategie, sia finanziarie che mediatiche. Ma Exor controlla anche e soprattutto FIAT, che proprio in questi giorni sta perfezionando importanti accordi industriali oltreoceano. Era prevedibile, dunque, che la Juventus sarebbe stato un argomento marginale nel corso dell'incontro.

Di solito John Elkann si interessa della Juventus dopo una sconfitta, oppure durante i periodi negativi, come questo.
Immaginiamo il paggetto di corte che mentre gli porge la giacca gli sussurra: "Ingegnere, ieri la Juve ha perso, sarebbe il caso di mostrarsi interessato alla cosa. Magari una dichiarazione o un giretto a Vinovo.....". Ed ecco che parte la carovana, con il solito codazzo di fotografi e cantori, che immortalano il "delfino" mentre si intrattiene con Del Piero stringendo tra le mani un pallone. Roba da far impallidire i cerimoniali del Cremlino degli anni della guerra fredda.

In questo caso invece non è stata una singola sconfitta, ma un lungo periodo di crisi, che ha visto la squadra mollare su tutti i fronti e appassire con l'arrivo della primavera.
Ecco quindi che qualcuno oggi gli ha allungato il microfono, chiedendo della Juventus. Risposta secca: "I giocatori e l'allenatore invece di parlare pensino a vincere".

Invece di zittire i dirigenti, loquaci come zitelle acide negli ultimi mesi, il prode Elkann zittisce allenatori e giocatori. La cosa sconcertante è che in giro tutti si affannano a cercare i motivi della crisi della Juventus individuandoli di volta in volta dal Presidente Cobolli fino al magazziniere. Nessuno che abbia avuto il coraggio di dire la verità.

Il problema della Juventus si chiama John Elkann. E' lui che ha scelto questa dirigenza. Non da solo, beninteso. In collaborazione con il suo codazzo di consiglieri e swappisti. Il proverbio non sbaglia e recita che il pesce puzza dalla testa. La Juventus è, per lui, una specie di obbligo, non una passione. Abbia dunque il coraggio di farsi da parte.

Ecco quindi che tutti sono rimasti delusi. Tutti ma non noi. Noi non ci aspettiamo soluzioni, ma siamo in grado di proporle. Sappiamo che resteranno inascoltate, ma lasciateci avere la soddisfazione di aver capito l'andazzo con tre anni di anticipo. Da Juventus a Juvinese o Udinentus. Da grande a provinciale.

Adesso però il tempo stringe. Bisogna fare presto. La Juventus ha bisogno di interventi duri, d'urgenza. Innanzitutto sul CDA. Da rinnovare subito e integralmente. C'e' bisogno di qualcuno che pensi in bianco e nero, che parli meno e che lavori di più, soprattutto sul fronte sportivo. Almeno un consigliere deve essere espressione degli azionisti di minoranza.

Basta nominare sempre la serie B. La prima cosa da fare è una riunione in cui vietare a tutti i tesserati l'utilizzo della frase "NON DIMENTICHIAMOCI CHE DUE ANNI FA ERAVAMO IN B". Basta scuse. Basta alibi. A livello di marketing è un comportamento da dilettanti.

Cambiare subito lo staff tecnico, i preparatori, gli osservatori. Pretendere da tutti i giocatori il rispetto del tecnico. Basta girovagare in trasmissioni televisive mentre la squadra si gioca la stagione. Basta dichiarazioni a ruota libera. Multe, pesantissime, per chi parla e sorride troppo e si allena poco.

Querelare immediatamente i giornalisti che infestano il mondo dell'informazione riportando menzogne sul conto della Juventus. Parallelamente avviare un processo di recupero del concetto di "orgoglio" bianconero, quello calpestato maldestramente dai patteggiamenti di Zaccone e dalle strette di mano con i veri marci del calcio.

Basta trattative sui giornali. Ci stiamo ricoprendo di ridicolo. Basta annunciare campioni che non arrivano. Basta vendere a poco e comprare a tanto. Assumiamo un vero Direttore Generale che sappia fare il mercato. Basta promesse che non sanno mantenere. Basta dire che i soldi non ci sono. Non è vero. Semplicemente li stanno sprecando.

John Elkann dovrebbe chiedere conto ai suoi dirigenti della distruzione di valore causata da un calciomercato ridicolo. Giocatori scarsi, logori o peggio ancora rotti hanno prosciugato gran parte delle risorse provenienti dall'aumento di capitale. Invece si preoccupa di strigliare l'allenatore, che pure è il responsabile insieme allo staff medico di una serie fantozziana di infortuni , e i giocatori, che in verita' fanno quello che possono, essendo alcuni di loro oggettivamente mediocri.

Interventi urgenti, semplici, per ricominciare a chiamarla Juventus. Per evitare che diventi, definitivamente, Juvinese.

martedì 28 aprile 2009

Separati dalla nascita



Franco Bollo®

venerdì 24 aprile 2009

Guardiamo avanti


Guardiamo avanti. Questo è il messaggio che viene ripetuto sino alla nausea dai cirigenti ridentini.

Guardiamo avanti. Così disse Cobolli (o era Gigli?) qualche tempo fa ad Alba, in occasione della presentazione del libro di Er go’ de Turone, tra un pugno battuto sul tavolo ed una battuta di dubbio gusto sull’attività sessuale dell'autore del libro. “Lo juventino non pianga il passato, ma guardi con fierezza al futuro, per rispetto della storia della Juve, perché è lo stile Juve che lo impone”. Detto da uno (o l'altro? o due?) che - a proposito di storia della Juve - non sa(nno?) nemmeno cosa sia il 5 maggio, non è male...

Guardiamo avanti. Lo ha ripetuto anche Monsieur Blòn, poco prima della sfida con l'Onesteam, dalle pagine del sito ufficiale www.ridentus.it. “Errori? Quelli li fanno tutti, ma l’importante è muoversi e noi non stiamo fermi. Noi guardiamo avanti, non solo sul campo ma anche dal punto di vista societario". Queste le parole “avanguardiste” dell’amministratore delegato della Ridentus (un toro seduto, in pratica, ma molto meno mobile, vista la difficoltà con cui abbandona il proprio ufficio in sede, se non si tratta di partire per il weekend o le vacanze).

Guardiamo avanti. E’ il messaggio che lascia trapelare anche un altro dei miracolati di Farsopoli - Alessio Secco - con le dichiarazioni rilasciate alla presentazione della Peace Cup (che sia un messaggio subliminale? cari tifosi di Serie C, mettetevi l’animo in pace, eravamo in Serie B, ora godetevi la Ridentus in santa pace!): “Abbiamo una strategia precisa che si basa sulla certezza di possedere i soldi necessari per effettuare grandi acquisti nella prossima estate. Abbiamo buone ragioni per pensare che i nostri tifosi debbano aspettarsi una grandissima prossima stagione. Questa convinzione deriva da quanto di buono fatto negli ultimi due anni”. Sarebbe interessante chiedere all’ex addetto ai cartellini delle sostituzioni (decisamente più a suo agio come motociclista che come direttore sportivo) quali siano le buone ragioni da lui citate e cosa sia stato fatto di buono negli ultimi due anni. Tiago, Andrade, Almiron, Boumsong, Poulsen, Criscito, etc etc etc. Sero tituli dal 2006 (Coppa Zaccone a parte). Che siano queste le buone ragioni che inducono ad uno sfrenato ottimismo il nostro Alessio ? Che siano queste le cose buone fatte negli ultimi due anni? Qualcuno chiami il 118.

Guardiamo avanti. In effetti, è l’unica cosa che possa dire chi, al di là delle parole un po’ stonate di un cantante che sino a poco tempo fa (prima degli ultimi rovesci) straparlava di annata strepitosa, sa bene che la stagione è un totale fallimento e cerca quindi di anestetizzare la rabbia dei tifosi (quelli veri) promettendo mari e monti (leggasi, campioni e successi) per la stagione successiva.

Guardiamo avanti. E’ l’esortazione di chi, ben conoscendo gli squallidi retroscena di Farsopoli, cerca in tutti i modi di cancellare il ricordo di quella vicenda. Meno se ne parla e meglio è. Perché gli scheletri devono restare rinchiusi nell’armadio (parafrasando il “titulo” di un famoso film, nessuno apra quell’armadio).

Guardiamo avanti, allora. Diamo retta al nostro adorato Monsieur Blòn. E cosa si vede, guardando avanti? Si vede una squadra sempre più modesta. Si vedono dei mediocri mestieranti (gente alla Poulsen o alla Tiago, insomma) comprati, a caro prezzo, per sostituire gli ultimi fuoriclasse ereditati dalla precedente dirigenza. Si vedono magari dei capitani coraggiosi che, dopo aver preteso di scendere dalla nave al primo sintomo di tempesta, ora sono pronti a ritornare a bordo pur di mettere in saccoccia ancora qualche milioncino di euro e prepararsi ai mondiali.

Guardiamo avanti. Seguiamo il consiglio di Alessio Secco. E cosa si vede, guardando avanti? Si vedono altre annate strepitose. Come questa. Con gli altri che vincono. E noi a guardare, a distanza siderale. Si vede una tifoseria che si accontenta di conquistare un posto in Champions League. E che vive soprattutto in funzione delle due partite contro l’Onesteam perché vincere quelle partite (o pareggiarle giocando in dieci per parte del secondo tempo) è ormai motivo di grande soddisfazione.

Guardiamo avanti. Facciamo come dicono, all'unisono, i gemelli ridentini. E cosa si vede, guardando avanti? Si vede una società che non conta più nulla e continua a gestire ad minchiam i propri ricorsi (non presentandoli quando servono e presentandoli quando non servono). Si vede una cirigenza che viene sbeffeggiata quando fa la voce grossa e pretende le scuse dagli altri, per poi scodinzolare obbediente e deferente quando la voce grossa arriva da Milano. Si vedono un direttore generale ed un direttore sportivo che non sono in grado di proteggere l’allenatore (chiunque esso sia, un modesto cantante, un grintoso ex capitano dalle idee però un po’ confuse ultimamente, o un CT campione del mondo).

Sapete che vi dico? Non ho propria voglia di guardare avanti. Anche perché mi basta guardare il presente, per capire tante cose. Non serve guardare avanti.

giovedì 23 aprile 2009

Bandiera gialla (listata a lutto)


Finché vedrai straparlar quei tre banfoni(1)
Tu saprai che là si sbaglia
E la Juve perderà

Saprai che con quell'erede indegno
Noi si perde senza ritegno
Ed il tuo cuore s'incazzerà

(1) Testo modificato. Nella versione originale, non c'era "banfoni" ma un altra parola che finisce con "oni"

martedì 21 aprile 2009

Perdenti si diventa


Non ci vuole molto a diventare dei perdenti.
Basta avere una cirigenza ridentina.
Un mediocre come allenatore.
Ed una proprietà disinteressata.
Ed il gioco è fatto.
Un pareggio contro l'Inter, che lascia invariato l'abisso di dieci punti di distacco, diventa inevitabilmente qualcosa che i tifosi e certi giocatori (come Buffon) festeggiano con una gioia sfrenata.
Prendo a prestito le parole dello Specialone, che mi sembrano particolarmente appropriate.
«Prendo atto della sfrenata gioia della Juve per il pareggio, in un’annata che la vede distanziata di dieci punti. Parlavano di scudetto fino a qualche tempo fa. Adesso si sono rimpiccioliti sulla Coppa Italia».
In pratica, siamo diventati quel che era l'Inter sino a qualche tempo fa.
Dei perdenti che parlano parlano parlano, mentre altri portano a casa i trofei.
Complimenti.

Noccioline e banane la paga dell'infame


Noccioline e banane la paga dell' infame
Questo lo striscione esposto qualche anno fa dai tifosi nerassurdi a San Siro contro Zoro, giocatore del Messina (già insultato pesantemente nella partita d'andata, tanto che il giocatore voleva uscire dal campo).
Striscione accompagnato dai soliti uh uh uh di scherno e da cori di pari livello.
«In questo caso il razzismo non c' entra, è stata soltanto una manifestazione di stupidità da parte di un gruppo che pensa di essere stato ingiustamente danneggiato per quello che accadde nella gara di andata. Per questo motivo non temo assolutamente la squalifica del campo. Gli ultrà ce l' avevano con la persona»
Per Massimo Moratti "noccioline e banane la paga dell'infame" non è razzismo.
Mentre invece dare del "negro di merda" a Balottelli è becero razzismo.
La solita moralità d'accatto di un personaggio che merita tutto il mio disprezzo.

PS strano a dirsi, ma Gigi Simoni ha rilasciato una dichiarazione intelligente sul caso Balotelli.
"Nel corso della partita di sabato sera non ho sentito un solo coro razzista nei confronti di Muntari. Per questo non credo che i fischi a Balotelli riguardino il colore della pelle. Piuttosto bisogna soffermarsi sugli atteggiamenti di questo ragazzo che molte volte sono riprovevoli. Quando sbaglia un calciatore con i suoi comportamenti, di conseguenza sbagliano anche le altre persone. E Balotelli deve smetterla, una volta per tutte, di provocare tutte le persone che lo circondano, dagli avversari ai compagni, dagli allenatori ai tifosi. Sono assolutamente d'accordo con Moratti e sulle esternazioni riguardo il razzismo, che va condannato in ogni sua forma. Ma Balotelli è il primo a mancare di rispetto con mezzucci e provocazioni".

Minestre riscaldate


Sembra che i cirigenti ridentini stiano pensando di prendere un giovane di sicuro avvenire per la difesa.
Fabio Cannavaro, in scadenza di contratto con il Real Madrid.
Una minestra riscaldata, in pratica, che rischia di risultare insipida e con un retrogusto amarognolo ma che potrebbe invece anche risultare gradevole.
Iniziamo dai perché SI.
Perché conoscendo le capacità dei cirigenti ridentini, un Cannavaro a parametro zero (ma comunque a stipendio più che congruo) ci potrebbe risparmiare un novello Andrade a caro prezzo. Oppure una nuova lotta con i bovini per un Karneadic qualunque.
Perché è probabile che Cannavaro, nella stagione che porta al mondiale, abbia ancora voglia di allenarsi seriamente, per ben figurare in Sudafrica.
Perché comunque non è che ci siano tutti questi gran fenomeni di difensori in giro (e quei pochi veramente bravi non sono in vendita o, comunque, non sono alla portata delle risorse e dellle capacità ridentine).
Perché Cannavaro ha comunque un immagine vincente ed un grande appeal presso i pubblicitari.
E veniamo ora ai perché No.
Il comportamento di Cannavaro nell'estate del 2006 fu davvero INDEGNO.
Senza mostrare alcuna riconoscenza per quella società che lo aveva strappato dalla melma nerazzurra, facendolo ritornare giocatore di calcio e portandolo sul tetto del mondo, pretese sin dal primo momento di essere ceduto, minacciando anche di ricorrere all'articolo 17. Mi dicono che l'atteggiamento di Cannavaro all'epoca fu particolarmente arrogante e presuntuoso.
Dal punto di vista etico e morale, ragionando solo da tifoso, cercherei proprio di fare a meno di una personcina simile. E mi chiedo quale possa essere l'opinione della vecchia guardia sul ritorno di Cannavaro. Buffon si è espresso a favore. Ma gli altri? Ma forse la domanda da farsi è un'altra. La prossima stagione ci sarà ancora qualcuno della vecchia guardia?
E poi, il fantomatico Progetto non contemplava una Ridentus giovane ed italiana? Con Cannavaro l'italianità sarebbe salva, ma la gioventù...
Alla fine della fiera, soppesando i perché SI ed i perché NO, potrei anche essere a favore dell'operazione.
Quel che è certo, però, è che Cannavaro non avrà certo il mio tifo.
E' un professionista, con tendenze mercenarie.
Se giocherà bene, avrà fatto solo il proprio dovere. Nessun ringraziamento da parte mia.
Se giocherà male, si prenderà i meritati vaffanculo.
Ma forse questo dovrebbe valere per tanti altri. Non solo per Cannavaro.

lunedì 20 aprile 2009

Bandiera gialla (listata a lutto)


Finché vedrai straparlar quei tre banfoni(1)

Tu saprai che là si sbaglia

E la Juve perderà

Saprai che con quell'erede indegno

Noi si perde senza ritegno

Ed il tuo cuore s'incazzerà


(1) testo modificato. Nella versione originale, non c'era "banfoni" ma un altra parola che finisce con "oni"

venerdì 17 aprile 2009

Mettetevi d'accordo


Secondo il Singer One, la Ridentus FC ha fatto "due campionati straordinari".
Per i presidenti ridentini, sabato sera conto l'Onesteam la Ridentus si gioca "la faccia e l'onore".
Qualcosa non torna (ma quando mai torna qualcosa alla Ridentus?).
Se il campionato della Ridentus è strepitoso (come sostiene il Singer One), allora la faccia e l'onore sono già salvi e non sono certo in gioco sabato sera.
Se invece sabato sera la Ridentus si gioca la faccia e l'onore (come sostengono i presidenti ridentini), significa che in campionato la Ridentus ha fatto abbastanza pietà.
Mettetevi d'accordo, quindi.
E poi andatevene a fare in culo.

PS comunque, dal mio punto di vista entrambi quei tre (cit) hanno sparato cazzate. Il campionato non è per nulla strepitoso. E non c'è nessuna possibilità di salvare la faccia e l'onore sabato sera, visto che faccia ed onore sono ormai definitivamente perse grazie ai personaggi che abusivamente si occupano di Juventus/Ridentus da maggio 2006.

mercoledì 15 aprile 2009

Una stagione strepitosa dopo l'altra

(La Triade ridentina: due a destra ridono, uno a sinistra pensa)
----------------------------

Monsiur Blòn, amministratore delegato della Ridentus FC, ha confermato The Singer One anche per la prossima stagione.
«Ranieri è il nostro tecnico e, qualsiasi risultato otterremo quest’anno, lo sarà anche nella prossima stagione».
Molto bene.
Dopo la strepitosa stagione di quest'anno, ci attende una stagione ancora più strepitosa l'anno prossimo.

Un diffusore per capello


La corte di appello della federazione internazionale dell’automobile, riunita a Parigi, ha respinto il reclamo presentato dai catorci rossi di Maranello e da altre scuderie di contorno (Red Bull, Renault e BMW Sauber), stabilendo che i diffusori utilizzati da BrawnGp, Toyota e Williams sono conformi al regolamento.

Resta dunque confermato l’ordine di arrivo dei Gran Premi di Australia e Malaysia, vinti da Jenson Button su BrawnGp, che occupa anche il primo posto nella classifica del mondiale piloti con 15 punti, 5 in più rispetto al suo compagno di squadra, Rubens Barrichello.

Sero tituli in segreteria per i catorci rossi di Maranello.

Dicono che Lucky Luke abbia un diffusore per capello.

giovedì 9 aprile 2009

Un cadeau pour Monsieur Blòn


Oggi Monsieur Blòn compie gli anni.
46 sono le candeline che Cobolli e Gigli gli faranno trovare sulla torta di compleanno.
Che quadretto simpatico e commovente.
Cobolli, Gigli, Secco, Fassone, Castagnini, Capanna, Johnny B Good, Grande Stevens, Gabetti e Sant'Albano cantano in coro Joyeux Anniversaire Monsieuur Blòn mentre il nostro piccolo Jean Claude spegne le candeline.
Siamo tutti, giustamente, molto affezionati al nostro amministratore delegato e direttore generale.
E allora, facciamogli un bel regalo.
Mi sono venute in mente QUATTRO idee per un cadeau a Monsieur Blòn.
1. Una racchetta da tennis. Banale, forse, come dono. E' un po' come regalare una cravatta (o una cornice ad un matrimonio). Però, con la racchetta si va sul sicuro, il tennis è lo sport preferito da Blòn.
2. Una valigia, sufficientemente capiente da contenere la Coppa Zaccone, ed un biglietto di sola andata, in seconda classe, Torino-Chambery.
3. Una cassaforte capiente e sicura, per i suoi più che congrui compensi, bonus, premi ed incentivi.
4. Una fornitura di sacchi della spazzatura. I bidoni non servono, li ha già acquistati Blòn.
Se avete altre idee, cari amici, fatevi avanti.

mercoledì 8 aprile 2009

Da Andrà-de a Se-ne-và-de


"La Società Smileville F.C. S.p.A. ed il calciatore Jorge Almeida Gomes de Andrade hanno raggiunto un accordo per risolvere consensualmente il rapporto in essere e definire amichevolmente i procedimenti pendenti avanti il Collegio Arbitrale della Lega Calcio.
Il calciatore sarà quindi sciolto dal suo tesseramento con la Smileville F.C. S.p.A. e potrà proseguire la sua carriera professionistica con altri clubs. La Smileville F.C. S.p.A. augura ad Andrade i migliori successi per il suo futuro professionale, sia a livello di club che di rappresentative nazionali
".

Con questo comunicato apparso oggi sul sito più ridens del web, la Smileville FC S.p.A. (Sempre Patteggio Amichevolmente) ha reso pubblica una notizia che circolava ormai da diverso tempo e, cioè, la conclusione anticipata della brillante esperienza torinese di Andrade.

Il calciatore (si fa per dire) ora può finalmente tornare al presente. Non più Andrà-de, ma Se-ne-và-de.

A prerscindere, in Fermo Ferraris saranno certamente simpatici, camaleontici, solari ed etici. Non lo metto in dubbio.
Ma augurare i migiliori successi professionali, in squadre di club e financo in nazionale, ad una persona che non sa ancora se tornerà a camminare normalmente non mi pare proprio il massimo del buon gusto.

martedì 7 aprile 2009

Ce la possiamo fare, non è cambiato quasi nulla


Il sagace Cobolli ed il pugnace Gigli nelle scorse settimane si sono rinchiusi nella loro stanza in Fermo Ferraris.
Porta chiusa a chiave.
Cartello "non rompete i coglioni" (i soggetti non sono proprio il massimo della finezza, lo sappiamo) appeso alla maniglia.
Svariate bottiglie di Nebbiolo a disposizione.
(Flebili) rumori di ingranaggi cerebrali in funzione.
Pile di libri di statistica ammucchiati sul tavolo.
Calendario della Serie A Tim appeso alla parete.
Linea rossa con il consulente Vocalelli in funzione.
Computer collegato al sito internet della Gazzetta.
Foto di Facchetti (ai cui valori il sagace ed il pugnace sempre si ispirano) sulla mensola della finestra, con tanto di lumini votivi ed inginocchiatoio per una congrua preghierina serale.
Il sagace ed il pugnace, con le maniche della camicia arrotolata (è la mise che prediligono quando il momento è teso, vedi ad esempio il giorno della B a meno 30), sanno che devono fare in fretta. E si dicono in continuazione: "presto e bene, con noi sempre avviene".
Il sagace ed il pugance hanno ricevuto un compito molto delicato dal CDA, riunito qualche giorno prima d'urgenza.
Determinare in maniera inoppugnabile la probabilità di vittoria in campionato per la Smileville FC.
E' un dato sensibile, che può risultare decisivo in queste ultime giornate della Serie A TIM.
Ed in effetti, giocatori, tecnici (si fa per dire) e preparatori (si fa per dire) sono tutti in febbrile attesa della percentuale.
Per giorni e giorni, rinchiusi nella stanza, il sagace ed il pugnace si sono dedicati
anima, corpo e cervello (va beh...) all'impresa, discutendo con tenacità di speranze e possibilità.
Il sagace la sa lunga. Ma il pugnace non molla.
Alla fine, alea iacta est. Fumata bianca. Rullo di tamburi. Squilli di tromba.
Il sagace ed il pugnace escono di corsa dalla stanza. Ma non comunicano ancora nulla.
Hanno un impegno. Devono correre ad Alba, alla presentazione di un libro. Potete trovare su ju29ro.com il resoconto della simpatica serata (link)
Al termine della simpatica serata, tra un bicchier di vino ed un caffé, finalmente la rivelazione.
Il sagace ed il pugnace sono concordi.
Trenta per cento è la probabilità di vittoria dello scudetto per la Smileville FC.
"Trenta per cento è un calcolo probabilistico. Facendo il conto delle partite e dando tre punti e così via. Crediamo che il 30%, al momento attuale, dovendo noi giocare in casa con il Chievo e l'Onestonia in casa dell'Udinese, al momento attuale il 30% sia la percentuale che noi giudichiamo più corretta. Poi, domenica prossima, non questa che viene, aggiorneremo questo 30%, che potrà diventare 29 o 37 a seconda dei risultati. Crediamo che sia giusto così".
Questa la dettagliata e scientifica spiegazione del ragionamento che ha portato il sagace ed il pugnace a determinare la percentuale nella misura del 30%.
Il sagace ed il pugnace fanno comunque correttamente notare come la percentuale sia un dato da aggiornare in continuazione, in funzione dei successivi risultati delle due squadre in lotta per lo scudetto. L'Onestonia FC di via Durini e la Smileville FC di Fermo Ferraris. E anticipano già la forchetta all'interno della quale si dovrebbe collocare la nuova percentuale, così come rideterminata sulla base dei risultati di Smileville-Chievo ed Udinese-Onestonia: 29%-37%.
Le due partite, seppur apparentemente favorevoli all'Onestonia, non hanno cambiato radicalmnete lo scenario. Ed in effetti, secondo l'accurato calcolo probabilistico eseguito dal sagace e dal pugnace, la percentuale di vittoria si è ridotta solo marginalmente: dal 30 al 29 per cento.
In conclusione, quindi, ce la possiamo ancora fare. Non è cambiato quasi nulla.

lunedì 6 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo

Per 24 ore questo blog non sarà aggiornato in segno di rispetto verso quanti soffrono a causa del terremoto verificatosi in Abruzzo. Di fronte a certe notizie il calcio è materia insostenibilmente futile. Fermiamoci un attimo a riflettere.

Per chi volesse dare un segno concreto di solidarietà verso la popolazione colpita ecco le coordinate bancarie della Croce Rossa Italiana:

- Conto Corrente Bancario:
C/C BANCARIO n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di RomaBissolati -Tesoreria - Via San Nicola da Tolentino 67 – Romaintestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 - 00187 Roma.Coordinate bancarie (codice IBAN) relative sono:IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020 Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO.

- Conto Corrente Postale n. 300004
intestato a: "Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 - 00187 Romac/c postale n° 300004Codice IBAN: IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004Causale: Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO

- Donazioni on line:
È anche possibile effettuare dei versamenti online attraverso il sito web della CRI all’indirizzo: http://www.cri.it/donazioni.html

venerdì 3 aprile 2009

Capitani coraggiosi


Specchio specchio delle mie brame, chi è il più juventino del reame?
Non c'è che l'imbarazzo della scelta.
C'è il grande giocatore che decide come, quando, dove e con chi giocare.
E tra una partita e l'altra si diletta con la pubblicità. Senza scomporsi, peraltro, se nella pubblicità, mentre lui palleggia, un bimbo racconta che ha vinto 5 (7-2=5) scudetti.
Poi, c'è la grande bandiera del passato, che per spirito di rivalsa contro coloro che lo hanno sostituito (riportando la Juve a vincere tutto quel che c'era da vincere, dopo 9 anni di magra, di grandi flop a caro prezzo e di continue ricapitalizzazioni della società) non esita a spalare merda sui 12 anni della Triade (come un Cannavò qualunque), dicendo di non riconoscersi in quel periodo della storia juventina.
E, per non farci mancare nulla, c'è anche quel giocatore dalla capigliatura variabile (bandiera pure lui, ci mancherebbe) che, trullo trullo, si complimenta con la nuova dirigenza (per lui, cirigenza per me) juventina per aver restituito un’immagine alla Juve e per aver lavorato onestamente per riconquistare la A con Deschamps e una collocazione di nuovo importante con Ranieri.
Alla fine della fiera, caro il mio specchio, sembra quasi più juventino quel nostro ex giocatore che ad ogni occasione ripete che lui quei due scudetti li ha vinti sul campo e si incazza se qualcuno si permette di dubitarne ("e se non ci credi, ti porto a casa mia a vedere i due trofei. Non scherziamo, abbiamo fatto tutti dei gran sacrifici, tutti i giorni, per vincerli. Il resto non mi interessa"; questa l'ultima, e recente, sua dichiarazione in merito).

In attesa di risolvere questo dilemma, caro specchio, per non saper nè leggere né scrivere, inizio a far partire qualche meritatissimo vaffanculo. Direzione Torino (centro, Vinovo e collina: dovrei beccarli tutti). E direzione Puglia.

giovedì 2 aprile 2009

Moggi contro Franzo Grande Stevens


Luciano Moggi, prendendo spunto da quanto accaduto nell'Aula del Tribunale di Napoli in giorno 24 marzo u.s., ha pesantemente stigmatizzato il comportamento della società Juventus FC nei suoi confronti.
Il Tribunale di Napoli, infatti, con la decisione di escludere la parti civili ha, di fatto, escluso anche qualunque coinvolgimento della società Juventus, che dunque esce definitivamente dal processo in corso.
A far imbestialire l'ex DG bianconero è la memoria contro di lui presentata dai legali della società (lo studio Grande Stevens...). In questa memoria di 34 pagine, secondo LA STAMPA, la Juventus lo accuserebbe di aver mantenuto comportamenti discutibili "travalicando le funzioni a lui assegnate".
La risposta di Luciano Moggi, pubblicata su Libero il 31 marzo, è una autentica stilettata rivolta verso la società e verso l'ex Presidente Grande Stevens (ora, purtroppo ed inspiegabilmente, Presidente Onorario).

Come redazione di ju29ro.com abbiamo raggiunto al telefono l'ex DG, per avere un suo commento. Ecco il contenuto della conversazione.

Direttore, abbiamo letto toni molto duri nel suo intervento.
"Avete letto bene. Per il bene che ho voluto e voglio ancora alla Juventus, aver saputo di quella memoria, peraltro dichiarata inammissibile, è stata una grossa delusione".

Cosa rimprovera in particolare e a chi?
"Tutto quello che io facevo era esclusivamente nell'interesse della Juventus. La nostra forza erano le sinergie. La Juventus era un modello frutto del lavoro di tutti in piena armonia. Per questo spiace molto essere individuato e indicato come una specie di cane sciolto che assumeva iniziative personali dannose per la società".

Tra qualche giorno comincerà la fase cruciale del processo a Napoli, cosa si aspetta?
"Mi aspetto che la verità possa finalmente essere accertata. So che ci vorrà del tempo, ma non ho dubbi che potrò dimostrare la mia innocenza e tornare a guardare il calcio come un gioco e non come una battaglia giuridica".

I nostri lettori hanno ormai capito ruoli e repsonsabilità di quello che è successo. Ci inviano quotidianamente attestati di stima e simpatia per Lei e per Bettega e Giraudo:
"Affido a voi della redazione di JU29RO il compito di ringraziare tutti i lettori per il sostegno morale. E venitemi a trovare in redazione a Milano".

Di seguito, la replica di Moggi pubblicata su Libero (quotidiano con cui collabora da oltre due anni)

La Juve esce da Calciopoli. Resto solo io a difenderla.

"Ora basta! Un celebre pensatore di qualche tempo fa sosteneva che niente più della pochezza dell’uomo può rendere l’idea dell’infinito. Concordo pienamente, dopo aver letto dell’estromissione della Juventus dal processo di Napoli, nel quale sono imputato per illeciti mai commessi, mentre sicuramente (non sono il solo a sostenerlo) ho garantito dodici anni di gloria e successi ad una società che ci fu affidata dagli Agnelli, nel nome di milioni di tifosi in Italia e nel mondo, garantendo ricavi e guadagni , senza mai spendere in incauti acquisti. Se la Juve continua ancora a vincere lo si deve ai giocatori lasciati dalla nostra gestione, anche nel settore giovanile (vedi Torneo di Viareggio).

Dopo l’ennesima apparizione processuale della società bianconera, apprendo addirittura che la nuova dirigenza sembrerebbe dichiararsi “vittima” di un mio presunto travalicamento di funzioni, come se fossi stato un dirigente che, invece del bene della squadra e della società, avesse abusato del suo potere per commettere atti, all’oscuro degli altri dirigenti sopra preposti.

L’ora della verità

Oltre che premettere l’assoluta infondatezza di questa ricostruzione, perché mai ho commesso atti contrari alla legge, vorrei far sapere all’attuale nuova dirigenza della Juventus (peraltro non mi sembra che l’avvocato Franzo Grande Stevens sia poi così nuovo dell’ambiente) che ogni mia decisione ed ogni mia iniziativa era operata con il pieno appoggio e in collaborazione con i dirigenti a me superiori in grado, e le mie scelte legittime hanno sempre garantito soltanto vittorie sportive e risparmi economici, mentre in altre realtà “altri” spendevano decine milioni di euro per vedere “noi” continuare a vincere.

Sono forte della mia innocenza e questo mi basta, unitamente all’affetto costante dei numerosi tifosi juventini che incontro quotidianamente e che si rendono perfettamente conto dell’ingiustizia che è stata perpetrata. Man mano che, a piccoli passi, si avvicina il momento della verità (quando cioè anche i più scettici dovranno arrendersi all’evidenza della mia completa innocenza) mi accorgo che registi, esecutori e protagonisti vari di questa vicenda cominciano a mostrare cenni di insofferenza, percepiscono il rischio di doversi confrontare con una realtà che li costringerebbe ad ammettere i loro errori.

È bene infine che si sappia che la tanto citata memoria difensiva della Juventus, che a leggere certa stampa (!) avrebbe visto la propria origine nello studio legale dell’avvocato Grande Stevens, è stata dichiarata inammissibile dal collegio giudicante: un po’ come la loro accusa nei miei confronti.

Il tradimento

La Juventus esce quindi dal processo, bontà degli avvocati costituiti tra cui ovviamente Trofino e Prioreschi, legali del sottoscritto: non c’è stata costituzione di parte civile e quindi, come sempre, sarò io a dover assumere l’onere di difendere non solo l’onestà del mio operato ma anche, indirettamente, la correttezza dei successi sportivi conquistati dalla Juventus.

Da quando è iniziato questo calvario, ho iniziato a raccogliere le prove di quanto fosse infondato ed ingiusto il tentativo, ordito nei miei confronti, di attribuirmi colpe e responsabilità che non ho: la società nella quale avevo creduto e per la quale mi ero impegnato professionalmente come mai prima nella mia vita, aveva deciso di voltarmi le spalle, tradendo il vincolo di fiducia che l’Avvocato prima ed il Dottore poi, mi avevano sempre costantemente rinnovato, con continui pubblici e privati attestati di stima, indelebili nella mia memoria.

In ogni processo infatti, statale o sportivo che fosse, la Juventus ha sempre rinunciato a combattere, senza nemmeno provare a rimuovere le tanto ingiuste e pretestuose accuse mosse, decidendo di accettare e patteggiare supinamente. Morale: retrocessione e revoca degli scudetti vinti con giocatori che, qualche mese dopo erano su sponde opposte a disputare, quali migliori del mondo, la finale di Berlino per il titolo mondiale!"