Sabato la Nazionale ascenderà in campo a Glasgow con il lutto al braccio.
Il presidente federale Giancarlo Abete (il nuovo che avanza...) ha spiegato la decisione come testimonianza di rispetto per Gabriele Sandri e la sua famiglia.
Peccato però che nel frattempo sia emerso qualche dettaglio in più sulla limpida e mite figura di Gabriele Sandri (Napolitano docet).
La scelta di scndere in campo con il lutto al braccio, già illogica ab origine, diventa ora del tutto assurda.
Io sto con Clarence Seedorf, che domenica a Bergamo si era rifiutato di indossare il lutto al braccio, illustrando poi in questo modo la propria decisione: "non sapevo di chi si trattava e allora ho deciso di non associarmi con un fantasma. Per rispetto anche ad altre situazioni che ci sono state prima, tipo il fratello di Kaladze, eccetera. La Federazione e la Lega non fanno mai niente quando la situazione è legata a un giocatore. Non credevo che era giusto in quel momento senza sapere di chi si trattava, quale era la situazione, di fare quel gesto. Il gesto giusto, secondo me era quello di spostare la partita di dieci minuti. Finché non c'era la chiarezza sulla situazione completa, non mi sembrava giusto metterlo. Con quello che è successo, il calcio ha perso ancora una volta. Speravo che si potesse veramente migliorare il sistema. I responsabili in Italia si prendano le loro responsabilità” (intervista a Sky, rilasciata dopo la sospensione della partita con l'Atalanta).
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