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In difesa di 113 anni di storia e di gloria.
In difesa di 29 scudetti.

Perché la Juventus non è stata difesa.
Non è stata difesa da John Elkann. Anzi...
Non è stata difesa da Gabetti. Anzi...
Non è stata difesa da Grande Stevens. Anzi...
Non è stata difesa da Montezemolo. Anzi...
Non è stata difesa dal presidente Gigli. Anzi...
Non è stata difesa da Cesare Zaccone. Anzi...

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Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
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venerdì 25 marzo 2011

I circoli viziosi di Monsieur Blòn


Monsieur Blòn, uno degli amministratori (inspiegabilmente) delegati della Juventus, ha partecipato ad una tavola rotonda su "l'internazionalizzazione dello sport italiano: opportunità e prospettive", a margine della presentazione del corso di Sport Business Academy.
Il dirigente (si fa per dire) della società bianconera, con il suo eloquio alla Inspecteur Clouseau, ha parlato del nuovo stadio, in fase di realizzazione. "Il nuovo stadio apre nuove prospettive per il futuro, è un segnale forte. Vedremo a fine stagione come si piazzerà la Juve, ma col nuovo impianto si innescherà un circolo virtuoso per i ricavi, che porteranno nuovi investimenti. La decisione di costruire il nuovo stadio è stata presa cinque anni fa, dopo un evento grave per la società. Avremo la capacità di portare i giocatori nell’arena più moderna d’Europa a partire dal prossimo agosto".

Come al solito, le parole di Monsieur Blòn sono un cocktail di previsioni azzardate e di affermazioni quanto meno discutibili. Per non farla troppo lunga, ci limitiamo a QUATTRO brevi commenti.

1) Sino ad ora la gestione Elkann-Blòn ha innescato solo circoli viziosi (e gli innesti di Andrea Agnelli e di Marotta non hanno certo, almeno per il momento, invertito la tendenza). L'unico circolo virtuoso che si è visto in Corso Galfer in questi ultimi cinque anni riguarda le finanze personali di Monsieur Blòn. Bisogna essere molto ottimisti per immaginare un circolo virtuoso nel futuro prossimo della Juventus, a parità di capacità (si fa per dire anche qui) manageriali. Quel che è certo è che il nuovo stadio (ancora senza nome) farà aumentare i costi (per ammortamenti ed interessi sul finanziamento) e drenerà risorse finanziarie (per il servizio del debito). E' tutto da dimostrare, invece, che il (presunto) aumento di ricavi sia sufficiente ad assorbire questi effetti.

2) Ci sembra anche piuttosto azzardato affermare che il nuovo stadio sia l'arena più moderna d'Europa. C'è da chiedersi se Monsieur Blòn abbia mai alzato il suo prezioso lato B dalla sedia del suo ufficio in sede per fare un giro per gli stadi d'Europa. E, comunque, è facile immaginare la coda di grandi giocatori, vogliosi di venire a giocare il Birra Moretti nell'arena più moderna d'Europa in compagnia dei fenomeni parastatali che fanno parte della rosa bianconera.

3) Quel che Monsieur Blòn chiama "evento grave per la società" per noi è invece una farsa vergognosa che ha distrutto la Juventus, con il contributo decisivo delle proprietà (con annesso tutorame vario) e dello stesso Monsieur Blòn in qualità di amministratore (inspiegabilmente) delegato.

4) Monsieur Blòn sembra avere anche qualche problema di memoria, perché si scorda sempre di menzionare i meriti di Giraudo e della precedente gestione per quanto riguarda la realizzazione del nuovo stadio.

giovedì 10 marzo 2011

Buon compleanno, pazza Inter

Un intruso a Vinovo


Sui giocatori della Juventus è già stato detto di tutto.
Senza qualità. Senza palle. Senza cuore. Senza anima.
Un po', però, bisogna capirli, porelli.
Si ritrovano con un allenatore che manco con i sottotitoli riescono a capire.
Come se non bastasse, uno dei due co-AD e co-DG sarebbe un perfetto guardalinee, potendo tenere sott'occhio contemporaneamente il giocatore con la palla e l'ultimo della squadra avversaria. Ma quando parla i giocatori non capiscono mai a chi si stia riferendo di preciso.
Non parliamo poi dell'altro co-AD e co-DG, quello con la parlata (e non solo) alla Inspecteur Clouseau.
Salendo nella scala gerarchica si arriva alla Presidenza. E anche qui non è che sian proprio rose e fiori. Il dubbio che il Presidente dal cognome illustre sia, alla fine della fiera, solo un para-fulmine (o, più correttamente, un para-canguro) deve essere venuto anche ai giocatori.
Ai tempi belli, nei momenti di crisi scendeva in campo la proprietà, nelle persone di Gianni e/o Umberto Agnelli.
Una visita di uno dei due fratelli era spesso sufficiente a rincuorare e stimolare la truppa (quasi mai però scarsa come quella attuale).
Ora, invece, ai giocatori non resta neanche quell'appiglio.
La proprietà si fa vedere praticamente ad ogni morte di Papa.
E quando si fa vedere... non è certo un bel vedere.

mercoledì 9 marzo 2011

A.A.A. Affare offresi per Marotta


Ho quarantun anni.
Faccio il portiere.
Mi alleno tre volte la settimana, oltre alla partita del giovedì (peccato, non ho mai potuto vedere le imprese della Ridentus in Europa League).
Sono sano come un pesce (per gli standard ridentini): sei lussazioni alle due spalle (cinque a sinistra ed una a destra) con tre operazioni (due a sinistra, una a destra), oltre ad una frattura composta al perone con infrazione al malleolo. Nient'altro.
Tutto sommato, dovrei essere un perfetto giocatore per il nuovo corso ridentino.
Relativamente giovane. Relativamente allenato. Relativamente sano.
E, soprattutto, non costo nulla. Ma proprio nulla.
Sono un vero e proprio parametro zero, un perfetto testimonial del financial fair play.
Non ho neanche il procuratore. Neppure uno straccio di ex pizzaiolo a rappresentarmi.
Sono disposto a firmare in bianco il mio primo (e probabilmente ultimo) contratto con la Ridentus.
Anzi, scrivo io la cifra del mio compenso mensile: 0,00 euro, per un totale annuo di 0,00 euro.
Basta che non mi si obblighi a mangiare i biscotti Balocco per colazione.
E vorrei che si facesse il possibile per non farmi incontrare Elkann a Vinovo o allo stadio (rischio remoto, vista la frequenza con cui si presenta, ma non si sa mai).
A questo punto, mi immagino già gli occhi vispi di Marotta che fiutano l'affare.
Si vende il portiere che ride sempre, anche quando perde (il che ultimamente equivale a dire sempre) e papereggia.
Si ingaggia al suo posto un portiere esperto, a parametro zero e stipendio idem.
A che cifra si può immaginare di vendere il "Gordon Gekko del copripiumone"?
Considerate le capacità di chi deve occuparsi della vendita e le qualità del prodotto che viene messo sul mercato, direi a non più di quindici milioni di euro.
Per preservare il valore di Gordon sarebbe forse opportuno centellinare le sue apparizioni in campo, perché le papere, da che mondo e mondo, deprimono le quotazioni (oltre a far girare i maroni).
Ed inondare Youtube di video con le sue prestazioni di una volta.
Io sono libero anche subito, se serve. Sono svincolato.
L'unico mio impegno è trovare un sostituto per le partite del giovedì sera.
Gordon, che ne dici? Ti può interessare?
Si gioca in pieno centro a Milano, così puoi anche fare una capatina in qualche locale fighetto, per quattro risate e qualche cocktail in compagnia.
Comunque, tornando all'affare che quella vecchia volpe doriana di Marotta sta già pregustando, quindici milioni sono una bella cifra.
Un discreto tesoretto da reinvestire per rinforzare la squadra.
Considerando poi che il mio stipendio (0,00 euro) è di gran lunga inferiore a quello di Gordon, il tesoretto sarebbe ancora più consistente.
Ma è meglio volare bassi. L'acqua scarseggia e la papera non galleggia.
Con quindici milioni ci si può prendere un altro Martinez, ad esempio. E resterebbero ancora ben tre milioni da investire in qualche bel prestito con diritto di riscatto.
Un altro Rinaudo cadrebbe proprio a fagiolo. E' importante avere dei giocatori in rosa sempre pronti quando l'allenatore ha bisogno.
Lo zoccolo duro c'è già, bastano pochi e mirati ritocchi per una Ridentus no limits.
Che ne dice, Marotta? Lo vogliamo concludere quest'affare?
Quando ci vediamo in sede per firmare?

lunedì 7 marzo 2011

Chi comanda alla Juventus?


La domanda sorge spontanea.
Chi comanda davvero alla Juventus?
Elkann o Agnelli?
Agnelli è il Presidente. Vero. Formalmente è così.
Ma il CDA, nominato nell'assemblea di ottobre 2010, è composto in gran parte da persone riconducibili ad Elkann.
Inoltre, Monsieur Blòn continua ad essere co-amministratore delegato e co-direttore generale della Ridentus.
Infine, ed è questo il profilo più importante e preoccupante, i cordoni della borsa sono saldamente nelle mani di Elkann, in qualità di presidente e neo-amministratore delegato di Exor.
Se Elkann mette il veto ad eventuali aumenti di capitale della Ridentus, ad Agnelli non resta che prenderne atto e mettersi a movimentare i famosi 170 milioni.
Ma se così stanno le cose, forse Agnelli farebbe meglio a fare qualcos'altro. Dimettersi dalla carica di Presidente e di paravento ufficiale del cangurino.

Sono solo canzonette


Se chiamate in Fiat, e chiedete di parlare con l'amministratore delegato Marchionne, potete ascoltare, mentre attendete che il centralino passi la chiamata, "Born of Fire" di Eminem.
E se chiamate in Exor e chiedete di parlare con il neo-amministratore delegato Elkann? Visti i colori del logo Exor, niente di più probabile che la musica di sottofondo sia "Pazza Inter".

mercoledì 2 marzo 2011

La Juventus non interessa



John Elkann, presidente e (neo) amministratore delegato di Exor (quella società dal logo nerassurdo che detiene, purtroppo, il 60% del capitale della Juventus) ha mostrato, per l'ennesima volta, che il proprio interesse per le sorti della società bianconera è pari a quello che Auricchio & Co hanno dichiarato di avere per l'Internazionale Cartoni FC ("l'Inter non interessa", in risposta all'assistente Rosario Coppola, che si era recato spontaneamente dagli investigatori di Roma per parlare del "sistema" in modo allargato e di pressioni ricevute per un caso che coinvolgeva l'I.C.F.C.).
L'erede con la "faccina da piccolo canguro che esce dal marsupio" (cit. Dagospia), intervistato da Sky Sport al Salone dell'auto di Ginevra, ha dovuto rispondere ad una domanda molto insidiosa: "Non possiamo non farle una domanda sulla Juventus, che non va molto bene. C'è un po' di ottimismo per la fine del campionato? Ci sarà un nuovo corso?". La risposta del (purtroppo) erede, pur non raggiungendo le vette sublimi di un recente passato (vedi video) è comunque molto significativa: "Siamo a Ginevra al Salone dell'auto e di questo parleremo".
Una via di mezzo, in pratica, tra un "non rompetemi la minchia con 'sta Juventus", e "cos'è la Juventus?".