Benvenuti!

In difesa di 113 anni di storia e di gloria.
In difesa di 29 scudetti.

Perché la Juventus non è stata difesa.
Non è stata difesa da John Elkann. Anzi...
Non è stata difesa da Gabetti. Anzi...
Non è stata difesa da Grande Stevens. Anzi...
Non è stata difesa da Montezemolo. Anzi...
Non è stata difesa dal presidente Gigli. Anzi...
Non è stata difesa da Cesare Zaccone. Anzi...

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Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
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domenica 27 settembre 2009

Chi di scudi (sottratti) ferisce, di scudo (negato) perisce!


(Una gran bella triade)
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"Scudetti che abbiamo vinto, noi sappiamo quelli che abbiamo vinto... E quella è quella cosa importante" (cit).

Oramai conosciamo benissimo la storia degli scudi che abbiamo vinto.
Sappiamo chi non li ha difesi.
Per calcolo ed interesse. Oppure per semplice incapacità (dubito).
Ma ci sono degli altri scudi da considerare.
Non si parla di calcio.
Ma di fisco.
E, quindi, di scudo fiscale.
Lo scudo fiscale consente ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione tributaria, facendo emergere attività detenute illegalmente all'estero (in violazione della normativa sul monitoraggio fiscale).
A fronte del pagamento di una somma limitata, pari al 5% del valore delle attività estere riportate a galla, sono concessi diversi benefici ai contribuenti che aderiscono: preclusione di accertamenti tributari e contributivi, estinzione delle sanzioni amministrative, tributarie e previdenziali, esclusione della
punibilità per alcuni reati espressamente previsti.
Tra i contribuenti interessati allo scudo fiscale potrebbero in teoria esserci anche gli eredi di Giovanni Agnelli.
Margherita, figlia ed erede di Gianni, ritenendo che una consistente quota del patrimonio di suo padre, localizzata all'estero, sia sfuggita alla divisione ereditaria del 2004, ha cominciato un'azione legale contro Franzo Grande Stevens, Gianluigi Gabetti e Siegfried Maron "in qualità di mandatari e gestori del patrimonio personale dell'avvocato", al fine di ottenere "un chiaro e completo rendiconto di tutti i beni che compongono l'asse ereditario e sono oggetto di successione".
La possibile esistenza di un patrimonio estero mai dichiarato al fisco ha fatto drizzare le antenne all'amministrazione finanziaria italiana, che ha iniziato ad indagare sull'eredità Agnelli, come confermato da Attilio Befera (direttore dell'Agenzia delle Entrate) pochi giorni prima di ferragosto.
L'indagine dell'Agenzia sul "tesoro" degli Agnelli (rectius, di quel che rimane degli Agnelli) "è stata aperta in seguito alle notizie diffuse dagli stessi eredi sulla esistenza di beni all'estero", ha dichiarato Befera. "Le diatribe sull'eredità sono note da mesi, sono su tutti i giornali e l'Agenzia, sulla notizia di possibili beni all'estero non dichiarati al fisco, come fa sempre, ha anche in questo caso aperto l'indagine".
La questione è indubbiamente molto complessa, poiché si tratta di attività intestate a trust o fondazioni estere, seppur in ipotesi direttamente od indirettamente riconducibili all'Avvocato Agnelli. In aggiunta, la causa intentata da Margherita Agnelli pone in discussione anche la titolarità di una parte di quei beni.
Al di là degli aspetti puramente tecnici relativi al trattamento fiscale di questo presunto patrimonio estero (che dipende da molteplici fattori), il tema che mi interessa approfondire in questo articolo è la possibile applicazione dello scudo fiscale al caso in questione.
Dal punto di vista astrattamente teorico, il ricorso allo scudo fiscale potrebbe consentire agli eredi Agnelli (rectius, agli eredi fiscalmente residenti in Italia) di regolarizzare eventuali violazioni, con il pagamento di una somma irrisoria (se confrontata con le imposte ordinariamente applicabili, maggiorate di sanzioni ed interessi).
Lo scudo fiscale, tuttavia, non può essere utilizzato qualora, alla data di presentazione della dichiarazione riservata (con cui vengono dichiarate le attività estere che si intendono far riemergere), sia stata già avviata dall'amministrazione finanziaria apposita attività di controllo nei confronti dei contribuenti interessati.
Ed infatti, Befera, nel confermare l'avvio dell'indagine tributaria, ha anche precisato che gli eredi Agnelli non potranno comunque usufruire dello scudo fiscale perché il procedimento è già in corso.
L'Agenzia delle Entrate è poi ritornata sulla questione, seppur senza fare esplicito riferimento all'indagine sulla famiglia (ex) Agnelli, con un comunicato stampa del 22 settembre (http://www.agenziaentrate.gov.it).
"In merito alle notizie stampa secondo le quali, per effetto dell’emendamento oggi approvato in sede parlamentare, non potrebbero avvalersi dello scudo fiscale i contribuenti nei cui confronti sono stati avviati procedimenti tributari fino al 5 agosto 2009, mentre potrebbero ricorrere al rimpatrio o alla regolarizzazione i soggetti per i quali le attività ispettive sono iniziate successivamente alla suddetta data, si precisa che l’informazione sopra riportata è del tutto destituita di fondamento".
L'emendamento (al decreto correttivo del decreto anti-crisi, con cui è stato introdotto lo scudo fiscale) cui fa riferimento il comunicato dell'Agenzia, è stato approvato dalla Commissione Finanze e Bilancio del Senato ed apporta significative correzioni allo scudo fiscale, allargando in particolare la copertura penale offerta ai contribuenti.
Interpretando in maniera non corretta il testo della norma, così come modificata per effetto dell'emendamento parlamentare, alcuni mass-media (e, in particolare, il sito Dagospia) hanno attribuito alla "lobby del Lingottino" il merito delle modifiche normative. Tali modifiche, infatti, impedendo il ricorso allo scudo fiscale nell'ipotesi di procedimenti in corso alla data del 5 agosto, consentirebbero alla famiglia (ex) Agnelli di usufruire della sanatoria, poichè l'attività istruttoria nei loro confronti sarebbe iniziata (secondo Dagospia) solo l'8 agosto.
Ma così non è, come chiarito nel comunicato dell'Agenzia delle Entrate.
L'emendamento parlamentare, infatti, si riferisce ad altra questione e non modifica la norma che preclude il ricorso allo scudo qualora, alla data di presentazione della dichiarazione riservata, sia stata già avviata apposita attività di controllo. La dichiarazione riservata, come precisa l'Agenzia, "non poteva essere presentata prima del 15 settembre 2009 e, dunque, è questa, e non quella del 5 agosto 2009, come erroneamente riportato dalle notizie stampa, la prima data utile ai fini della valutazione della possibilità di beneficiare o meno degli effetti dello scudo". Quindi, "per i soggetti nei cui confronti alla data del 15 settembre 2009 risultavano già avviati atti istruttori, ovvero tali atti risultino avviati anche in data successiva ma comunque prima della presentazione della dichiarazione riservata, lo scudo era e resta inibito".
Prendendo a prestito le parole dell'Agenzia delle Entrate, per la famiglia (ex) Agnelli, lo scudo fiscale era e resta inibito.
Chi di scudi (sottratti) ferisce, di scudo (negato) perisce!

mercoledì 23 settembre 2009

I tribunali che piaccono a Marco Travaglio


A Marco Travaglio piaccioni i tribunali un po' così.
Perché se uno è colpevole, è colpevole. C'è poco da fare.
Lo si sa fin dal principio. A prescindere.
E allora non bisogna perdere tempo.
Bisogna condannare il colpevole a prescindere, senza tanti indugi.
Perché il popolo sovrano, abilmente indottrinato, è in trepidante attesa in Piazzale Loreto.
A Marco Travaglio piacciono i tribunali che non vanno tanto per il sottile.
Perché il tribunale deve semplicemente tradurre in termini (più o meno) giuridici una sentenza già stabilita ex ante.
I tribunali sportivi (si fa per dire) che hanno giudicato i colpevoli a prescindere di Farsopoli sono un ottimo esempio.
Condanne anticipate con largo anticipo sui giornali e dal Commissario Straordinario Guido Rossi.
Giudici scelti ad hoc dal Commissario Straordinario Guido Rossi.
Gradi di giudizio rivoluzionati e tagliati (sempre ad opera del Commissario Straordinario Guido Rossi).
Tempi rapidi. Pochi fronzoli. Difese messe all'angolo.
Ecco un esempio di giustizia rapida ed efficiente, secondo i canoni di Marco Travaglio e dei suoi laudatori.
Volete un altro esempio?
Il tribunale (si fa sempre molto per dire) che ha appena radiato Flavio Briatore, salvando la Renault e Nelsinho Piquet.
Non è neanche un tribunale, in realtà. E' il Consiglio mondiale della federazione che si riunisce sotto forma di collegio giudicante e condanna.
Che meraviglia, vero Marco Travaglio?
Alla larga da certi tribunali.
E da Marco Travaglio.

No Travaglio, no party? E beh, pazienza!

(Una delle perle di Travaglio)
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Domani sera dovrebbe purtroppo iniziare la nuova stagione di Annozero.
Santoro, Travaglio, Vauro... E ho detto tutto!
Ma c'è ancora una speranza.
Marco Travaglio, infatti, è ancora senza contratto e non è detto che la RAI sia disposta a firmarne uno nuovo con il giornalista.
Michele Santoro, che non vuole rinunciare al suo opinionista di punta (figurarsi gli altri...), minaccia di non andare in onda se non sarà firmato il nuovo contratto con Travaglio.
«Marco Travaglio ci sarà, se non c’è lui non c’è Annozero. Perché Annozero e Travaglio sono la stessa cosa».
Marco Travaglio, per chi non lo conoscesse, è un giornalista sempre molto pacato ed equilibrato nelle sue critiche.
Non le manda certo a dire, ma sempre con grande correttezza ed eleganza.
Pochi mesi fa, ospite di Fazio nella trasmissione "Che tempo che fa", è stato ad esempio molto cortese ed elegante nei confronti del Presidente del Senato, Schifani.
«Se dopo De Nicola, Pertini e Fanfani, ci ritroviamo con Schifani sono terrorizzato dal dopo: le uniche forme residue di vita sono il lombrico e la muffa. Anzi, la muffa no perché è molto utile».
Ma Marco Travaglio, grande (si fa per dire, un po' alla John Elkann) tifoso bianconero, si è anche occupato, con la consueta cortesia ed eleganza, anche di Juventus e di Luciano Moggi.
Vi segnalo al riguardo due istruttivi articoli di Mario Incandenza pubblicati su www.ju29ro.com:
1. Perché Travaglio ce l'ha con Moggi
2. "Lucky Luciano": come ti pezzotto la pelliccia.
I due articoli aiutano a comprendere la tecnica giornalistica di Marco Travaglio.
Assenza di contraddittorio.
Ricorso ad iperboli fumettistiche e a ridicoli capovolgimenti logici.
E, spesso, falsità spacciate per verità assolute.
No Travaglio, no party dice Santoro?
E beh, pazienza!

venerdì 11 settembre 2009

Forza Maroni


Forza Maroni!
Ohibò, che c'entra Maroni?
Questo è un blog dove si parla di calcio.
In realtà, non è proprio così.
Si parla anche di pallavolo e tennis, ad esempio.
O di Formula Uno. Già che ci sono, ne approfitto per augurare a Fisichella di centrare ... Lucky Luke.
Comunque, torniamo a bomba.
Cosa c'entra Maroni?
Questo è un blog dove si parla di sport.
In realtà, non è proprio così.
Si parla anche di Farsopoli. Di tutori e tutorati. Di eredi per grazia ricevuta. Di Grandi e Piccoli Stevens. Di Exor ed Equity Swap. Di Fiat ed altre case automobilistiche (vi ricordate? Non fare il Thuram, viaggia in Touran. Alla larga dal Doblò, molto meglio un Berlingò. Sei squadrista ed incazzato? Alla larga dal Ducato, etc etc).
E va bene, si parla di sport, ma anche di altro.
Però, la politica dovrebbe restarne fuori.
E chi l'ha detto?
Farsopoli, non è forse anche una questione politica?
Ci siamo già dimenticati della danzatrice smemorata di Malindi?
Comunque, la politica con Maroni non c'entra proprio nulla.
Nel senso che tiro in ballo Maroni per parlare di calcio. E di Juventus.
Quindi, siamo in pieno "core business" del blog.
A questo punto, meglio fare una piccola premessa.
Piccola, lo prometto.
La premessa è che a me della nazionale non frega proprio nulla.
Già pre-farsopoli non avrei mai e poi mai scambiato uno scudo della Juventus con un mondiale.
Farsopoli, poi, mi ha portato a diventare ancora più estremista.
Della nazionale di un bananeto non me ne frega niente.
E allora meno giocatori juventini ci sono meglio sto (in questo momento, quindi, non sto benissimo).
La nazionale per me è solo una rottura.
Se si vince, sarà sempre merito di un Materazzi, di un De Rossi o di un Pirlo (a seconda del canale televisivo). E se invece si perde, sarà sempre colpa degli juventini.
C'è poi il rischio che i giocatori si infortunino o , comunque, che si stanchino a causa del maggior numero di partite giocate.
Fatta questa debita premessa, adesso posso tranquillamente motivare quel "forza Maroni" del titolo.
Forza Maroni, blocca il passaporto di Amauri.
Niente passaporto, niente nazionale.
E che nessuno di rivolga ad Oriali.

mercoledì 9 settembre 2009

Pòrtali a Roma


(Da sinistra a destra, Almiron, Poulsen e Tiago, in ordine crescente di prezzo)
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L'anno scorso gli ultras bianconeri hanno cantanto per qualche mese "portaci, portaci, portaci a Roma, o Ranieri, portaci a Roma".
Ma come scriveva quel tale, l'ultrà è mobile, qual piuma al vento.
Ed ecco che pochi mesi dopo, quel "Ranieri portaci a Roma" è diventato un "Ranieri vattene", condito con insulti vari (e con dito medio inequivocabile)
Alla fine della fiera, Ranieri se n'è davvero andato per nostra fortuna (con i fidi scudieri, Capanna e Damiano con l'accento sulla "o").
Ed è poi andato proprio a Roma, anche se non certo per giocare la finale di Champions e senza la compagnia degli ultras bianconeri.
L'approdo finale del Camaleonte Canterino nella città eterna ci consente di riproporre anche quest'anno il coro della scorsa stagione, seppur con qualche piccola modifica.
"Portali, portali, portali a Roma, i bidoni, portali a Roma".
Ed in effetti sembra che Tiago, uno dei bidoni di Ranieri, sia nuovamente nel mirino del proprio pigmalione. Secondo il sito tedesco 4-4-2.com, infatti, la lavatrice potrebbe traslocare a Roma nel prossimo mercato di gennaio.
Non sarebbe certamente carino da parte di Ranieri, comunque, dimenticarsi di Poulsen ed Almiron.
"Portali, portali, portali a Roma, i bidoni, portali a Roma".