Benvenuti!

In difesa di 113 anni di storia e di gloria.
In difesa di 29 scudetti.

Perché la Juventus non è stata difesa.
Non è stata difesa da John Elkann. Anzi...
Non è stata difesa da Gabetti. Anzi...
Non è stata difesa da Grande Stevens. Anzi...
Non è stata difesa da Montezemolo. Anzi...
Non è stata difesa dal presidente Gigli. Anzi...
Non è stata difesa da Cesare Zaccone. Anzi...

Per contribuire al blog, scrivete a ilmagodiios@gmail.com

Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
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domenica 28 dicembre 2008

Auguri e camaleonti

Un sincero e lunare (assolutamente non solare) augurio a tutti gli juventiniveri.
Un camaleonte (di quelli solidissimi; una mazza di ferro, in pratica, ma un po' più larga e spigolosa) in culo a tutti gli altri.
A cominciare dagli indegni (eredi, tutori, consiglieri ed amministratori) di Torino.
Non sto a fare un elenco completo di tutti gli altri destinatari dei miei camaleonti (tanto lo sapete già: nell'elenco ci sono gli onesti, gli intercettatori, i giornalisti, gli arbitri, i designatori, i pelati, i ristoratori, i dirigenti di lega e federazione, gli ex dirigenti di federazione, etc etc)
Comunque, gli indegni di Torino ci tenevo proprio a menzionarli.
A loro va un camaleonte particolare, nell'attesa che il loro riverito (ed in alcuni casi molto frequentato) culo si infiammi.

venerdì 19 dicembre 2008

Bomba o non bomba? Bomba, bomba!


Nuova incredibile ed esclusiva intervista bomba dello Ju29ro Team.
Questa volta abbiamo contattato l'Avv. Maurilio Prioreschi, difensore di Luciano Moggi nel processo di Napoli e di Franco Zavaglia nel processo GEA.
L'intervista, davvero clamorosa e ricca di rivelazioni interessanti su diversi profili dei due processi (dalle schede svizzera alle irregolarità nelle intercettazioni, da AuriccHio a Baldini) sarà pubblicata lunedì 22 dicembre su www.ju29ro.com.
Ma fin da ora, sul sito dello Ju29ro Team è disponibile una succosa anticipazione (clicca QUI).
In pratica viviamo in una repubblica delle banane, financo un po' meno tecnica.

venerdì 12 dicembre 2008

In attesa del Bilan



Erano tempi un po' diversi.
Meno solari e simpatici.
Si sparavano meno cazzate.
Non ci si occupava di tennis.
E neppure di pallavolo.
E neanche di pannolini, tettarelle, passeggini, carrozzine, bodini (non il portiere), creme di mais, colichette, etc etc
Si compravano meno bidoni.
Non c'era il codice etico.
Ma si vinceva di più (tranne, lo ammetto, la Coppa Zaccone).
Less is more.
Ma al contrario.
Meno cazzate, ma più vittorie.
Meno simpatia, ma più campioni.
Meno sport alternativi, ma più calcio.
Meno Elkann, ma più Agnelli.
Meno Cobolli, ma più Chiusano.
Meno Monsieur Blòn, ma più Giraudo.
Meno Secco, ma più Moggi.
Meno Fassone, ma più Gai.
Meno perdenti, ma più Bobby Gol.
Meno Castagnini, ma più Ceravolo.

LO DISSE ANCHE SENECA
LO RIPETE' PLATONE
CHI AMA LA NEW HOLLAND
E' SOLO UN GRAN COGLIONE

PS Io ero a San Guido quando la Juve distrusse per 6-1 il Bilan del Conte Eiacula (copyright Trillo). Con il mio amico K al cubo. Circondati da bilanisti, siamo rimasti semi-silenti al primo e secondo gol. Ma al terzo, quarto, quinto e sesto.... e vaffanculo

giovedì 11 dicembre 2008

Dicembre, tempo di labskaus


Da un mese all'altro cambiano le abitudini gastronomiche.
Soprattutto in Onestopoli, CAP 20122.
A fine novembre era tempo di funghi, tartufi e, per i più onesti di tutti, moussaka (clicca QUI per sapere il per-come ed il per-ché).
Ora siamo quasi a metà dicembre. Si avvicina la maratona natalizia.
Tempo di pandori e panettoni, spumanti e salmoni.
E, per i collezionisti (di cartoni, bidoni, plusvalenze e patenti), freschi freschi di figura di merder con il Werder, tempo di labskaus (clicca QUI).
Buona (in)digestione.

martedì 9 dicembre 2008

La parola alla difesa ... di Moggi. Intervista a Matteo Melandri


Matteo Melandri è legale di Moggi, assieme al padre (di Matteo, non di Luciano) Marcello, nell'ambito del Processo GEA.
Lo Ju29ro Team, proseguendo nella propria attività indefessa di divulgatore di informazioni che i mass-media occultano (vero, Paoluccio Mieli?), ha intervistato l'avvocato Matteo Melandri in merito al Processo GEA, giunto oramai in prossimità della sentenza di primo grado (attesa per metà gennaio).



Un'associazione a delinquere formata da 3 persone. Due di loro sono padre e figlio. Il figlio è in rapporti di affari con il terzo, Zavaglia. Tra Moggi e Zavaglia, la connessione ipotizzata dai Pm risiede unicamente in un rimbrotto per non avere pagato delle cravatte. Non solo: Zavaglia, al telefono con Leonardi, spiega che con Moggi Luciano non si sente mai e ne critica la gestione delle risorse umane alla Juventus, e di Moggi Alessandro dice che vuole lasciare la GEA appena possibile. E' soltanto una nostra impressione o un'eventuale sentenza di condanna sarebbe un precedente giudiziario pericolosissimo per uno stato di diritto?
Diciamo che la costruzione accusatoria, è un po' più complessa di come l’avete rappresentata, è comunque vero che la disposizione del legislatore con riferimento alla fattispecie prevista dall'art. 416 c.p. è tutt’altra cosa rispetto a ciò che nel corso del dibattimento si è dimostrato essere la Gea World. Peraltro, non si comprende come imputati in questa "fantomatica" associazione possano essere soggetti che non fanno parte della Gea ed invece ne siano estromessi soggetti soci.

Una delle principali accuse mosse da sempre alla GEA è stata quella di aver creato un vero e proprio monopolio delle procure dei calciatori. A sentire in giro, sembra quasi che l'intero mercato dei calciatori professionisti fosse in gran parte in mano ai procuratori GEA. In quale percentuale?
Proprio oggi [4 dicembre, ndr] l’avv. Paolo Rodella, difensore di Alessandro Moggi, ha evidenziato al Tribunale questo dato, i giocatori professionisti in Italia sono quasi 3000 e la Gea dal 2001 al 2005 aveva la procura di 154 giocatori.

Potete leggere il testo completo dell'intervista sul sito dello Ju29ro Team (QUI)

lunedì 8 dicembre 2008

Lettera di Moggi ad Abete

Dopo le recenti decisioni della FIGC Luciano Moggi prende carta e penna e, dalle colonne di Libero (clicca QUI), scrive ad Abete, presidente della FIGC.

Lettera al presidente Abete per raccontare la mia verità.

Caro presidente Abete, ho deciso di dedicarti la rubrica di questa settimana. Lo faccio dopo aver letto un comunicato stampa della Figc secondo cui il 1 dicembre il Consiglio Federale ha approvato - dopo una specifica relazione del Presidente (cioè tua ) - la modifica dell’art. 36 delle Noif “in conformità con quanto previsto dallo Statuto”.

Quel comunicato conclude affermando che “la norma sarà perfezionata nei prossimi giorni sulla base della bozza del testo allegata”. Purtroppo la bozza del testo di cui si parla non era allegata al detto comunicato, per cui non mi è possibile esprimere alcun giudizio su questo.

Mi ha però colpito la circostanza che il giorno dopo il quotidiano “la Repubblica” poteva affermare che tale modifica è stata introdotta al fine di impedirmi di tornare a far parte dell’ordinamento sportivo.

Tanti processi, nessuna condanna.

Permettimi a questo punto di cogliere questa occasione per richiamare alcuni passaggi della mia storia recente che risultano essere in netto contrasto con ogni elementare principio di giustizia non solo sportiva. Dapprima la Corte Federale mi ha comminato il massimo della sanzione - cinque anni - fatto mai accaduto in precedenza. Successivamente si è tentato di aggravare ulteriormente tale situazione, giungendo addirittura a sanzionarmi con l’inibizione di un anno e due mesi basandosi sul sospetto di avere creato una rete privilegiata con gli arbitri attraverso la distribuzione di schede telefoniche: sanzioni che in secondo grado sono state annullate. L’accoglimento dei suddetti ricorsi ha portato al pieno riconoscimento della mia non giudicabilità da parte della giustizia sportiva, essendo decaduto dalla mia qualifica di tesserato della Figc con le dimissioni date il 16 maggio 2006.

Nonostante ciò sono stati deferiti gli amici che osavano parlare con me. Non vi siete mai curati, invece, di qualche presidente squalificatissimo o di qualche ds, a sua volta inibito, che esercitano tuttora la professione senza disturbo alcuno. Non avete mai preso provvedimenti contro Franco Baldini che, come emerso dal processo Gea, ha raccontato ad Auricchio un sacco di bugie. Non vi state preoccupando affatto che adesso padri dirigenti e figli procuratori (o fratelli dirigenti e fratelli procuratori) lavorino in simbiosi e con assoluta tranquillità (dove è finito l’esposto denuncia di Franco Zavaglia, dove è finito il vostro zelo per combattere il famoso conflitto di interessi?).

Tengo a precisare, infine, che le mie dimissioni devono essere giudicate soltanto come atto d’amore nei confronti della Juventus per consentirle la migliore difesa possibile. Tornando indietro, però, non commetterei l’errore di dimettermi, visto il successivo ed imprevisto atteggiamento del club in sede giudiziaria. Mi preme sottolineare mille volte, quindi, che le mie dimissioni non erano in alcun modo finalizzate a prendermi gioco della Federcalcio. Ho sempre dichiarato di non voler rientrare nel mondo del pallone, quindi la decisione del Consiglio Federale di tenermi lontano non mi tocca assolutamente.

Cattiverie gratuite sulla mia famiglia.

Da questo processo è emerso un dato importante: si è cercato di trovare colleghi pronti a testimoniare contro il sottoscritto.

Quello che rattrista è che Franco Baldini piaceva ai nuovi reggitori della Juve. Che bello sarebbe stato vedere questo signore, che ha partecipato alla distruzione della vecchia Juve, a capo della nuova! A rappresentarlo comunque, come capo degli osservatori bianconeri in sostituzione di Ceravolo chi viene? L’amico del cuore dello stesso Baldini [Castagnini - nota tecnica del Mago].

In conclusione è stata distrutta la tranquillità della mia famiglia e mi è stato tolto il lavoro nonostante, ripeto, le due sentenze di condanna sanciscano la totale inesistenza di illeciti. Combatterò comunque per aiutare i miei familiari e gli amici che mi sono stati sempre vicini e prego Dio di darmene la forza. Non vado a Lourdes a chiedere grazie, come qualcuno ha avuto modo di scrivere. La fede mi dà la speranza che le persone che hanno colpito me, la mia famiglia e tutti i miei collaboratori, possano, un giorno, provare un senso di rimorso per il male che ci hanno arrecato.

Con stima.

Commento tecnico del Mago.
Grande lettera. Grande Direttore.
Peccato quel "con stima" finale.
Un vaffanculo sarebbe stato più "congruo".

venerdì 5 dicembre 2008

Processo GEA. Quello che i giornali non dicono


I mass-media ovviamente non ne parlano, ma il 2 e il 4 dicembre le difese di, rispettivamente, Luciano Moggi (avvocati Marcello e Matteo Melandri) e Franco Zavaglia (avvocati Prioreschi e Rodella, quest’ultimo anche legale di Alessandro Moggi), hanno confutato alla grandissima le accuse di Palamara, PM del processo GEA e presidente dall'Associazione nazionale Magistrati (povera Italia...).

Lo Ju29ro Team si trova, pertanto, costretto, come al solito, a colmare gli inquietanti vuoti lasciati da coloro che per "mestiere" dovrebbero dare spazio alle tesi contrapposte (vero Paoluccio Mieli?).

Vi invito pertanto a leggere l'articolo "Processo Gea: oltre la reticenza dei media" a cura di Mario Incandenza.
E' un articolo "in progress", nel senso che viene costantemente aggiornato man mano che ci sono novità dal processo GEA.
Il consiglio quindi è sempre lo stesso.
Stay tuned su www.ju29ro.com

Mieli, ma l'hai mai letto il Corriere?


(Una rara immagine di Mieli che legge il Corriere)
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Paolo Mieli, direttore del Corriere della Serva, ha risposto puntuto alle affermazioni di Berlusconi ("i direttori di giornali come La Stampa e il Corriere della Sera dovrebbero cambiare mestiere"), scrivendo un breve corsivo dal titolo "Il Mestiere di un Giornale".
Secondo Mieli, il "mestiere" del Corriere è quello di "informare dando spazio alle tesi contrapposte ma segnalando ogni volta, in modo trasparente, qual è la posizione del giornale su questo argomento" (forse un "quale sia" sarebbe stato meglio del "qual è" paolomielesco...).

Mi sorge il dubbio che Paolo Mieli non abbia mai letto il Corriere. O che lo abbia letto in modo un po' distratto.

Mi chiedo ad esempio che fine abbia fatto lo "spazio alle tesi contrapposte" nel processo GEA.
Magari Mieili non se ne è accorto, ma il suo giornale ha dato ampio spazio al rinvio a giudizio e poi alle richieste di condanna formulate dal PM Palamara, tacendo invece completamente sulle arringhe delle difese.
Nei giorni scorsi infatti hanno parlato sia gli avvocati di Luciano Moggi sia i difensori di Zavaglia.
Ma il Corriere di Mieli ha deciso che il proprio "mestiere" fosse quello di non dedicare neanche un misero rigo alle tesi degli imputati.

mercoledì 3 dicembre 2008

Dialoghi su Farsopoli


Ovvero, come mettere a tacere il calciopolaro convinto

Una nuova incredibile esclusiva ju29ro.com

Sul fatto che calciopoli (o Moggiopoli come alcuni esaltati sono arrivati a chiamarla) sia stata un’immensa farsa messa in atto sulla scena del Carro di Tespi mediatico, ormai nessun essere dotato della facoltà di ragionare in modo autonomo nutre alcun dubbio.

Nonostante ciò, la maggioranza dei non juventini (e, duole dirlo, anche parte della tifoseria juventina) continua a sostenere la validità di quella vicenda. Se in molti casi ciò è semplicemente attribuibile a mancanza di informazione, è pur vero che sarebbe riduttivo non prendere in esame altri aspetti alla base di certe “convinzioni”.

I Dialoghi su Farospoli si snodano attraverso la disamina di tutta una serie di situazioni legate a Calciopoli, che prenderemo in esame una per una ed in ordine sparso. Ad ognuna di queste situazioni corrisponde una lezione.

Ogni singola lezione sarà presentata sotto forma di dialogo tra il mistificatore (M) ed il sostenitore (S) della realtà. Perché la scelta di quei nomi? Avremmo più semplicemente potuto scrivere antijuventino e juventino, ma abbiamo visto che tra gli antijuventini si sarebbero andati a collocare anche degli juventini. Non solo, scrivendo juventino si sarebbe data l’idea di una faziosità che non abbiamo bisogno di mettere in campo per fare valere le nostre ragioni, tanto sono cristalline, lineari e lampanti. E senza volerci vestire dell'aureola di coloro che detengono la Verità, ci siamo permessi di autodefinirci sostenitori della realtà.

"Lezione" è da intendersi nell’accezione del tipo "ricevere una lezione, ricevere una bella lezione" se ci si riferisce al misitificatore, e ciò perché egli verrà messo a tacere senza via di scampo. Mentre "lezione" può essere intesa nell’accezione scolastica, se chi legge lo fa per imparare come mettere a tacere il suo interlocutore.

Chiunque sia in grado di smentire la definizione che ci autoattribuiamo si faccia avanti.
Una bella lezione è già pronta per costui.

Le prime due "lezioni" sono pubblicate oggi sul sito www.ju29ro.com.
Il manuale verrà aggiornato costantemente: ogni settimana infatti aggiungeremo 2 pagine con altrettante lezioni.

Clicca QUI per leggere il manuale.

lunedì 1 dicembre 2008

La parola alla difesa.... di Moggi. Intervista a Paco D'Onofrio


Ecco uno stralcio dell'intervista (le prime QUATTRO domande), da leggere tutta d'un fiato...

1. Avvocato, due anni e passa per riconoscere un elementare principio di diritto come l'ingiudicabilità di un soggetto non più tesserato per la FIGC e quindi al di fuori dell'ordinamento sportivo. La sentenza d'appello per calciopoli-bis finalmente rende giustizia. Ma com'è stato possibile ignorare un'obiezione tanto semplice e motivata per tutto questo tempo?
Nel sistema della giustizia sportiva ci sono norme volutamente lacunose, nonostante le tante riforme annunciate come risolutive. Talvolta si registrano vere e proprie violazioni dei più elementari principi di rango costituzionale, come nel caso di Moggi: si voleva giudicare e condannare a prescindere dalla presenza dei presupposti per poter agire.

2. Calciopoli-bis: la prima sentenza, invece, quella della pena in continuità per Moggi. Ci può raccontare di "quel pomeriggio di un giorno da cani" in cui le difese degli imputati abbandonarono in massa l'aula. Cosa successe?
Dopo avere discusso in aula e dopo aver illustrato, nel disinteresse totale dei giudici (uno mentre argomentavo rideva e quando gli ho formulato l'invito a cessare quel comportamento mi ha risposto che rideva per altri motivi!), i miei argomenti difensivi, la Commissione Nazionale Disciplinare si è chiusa in camera di consiglio per 4 ore, lasciando noi avvocati per strada con 35° gradi senza sapere quando saremmo potuti rientrare, mentre tutti i rappresentanti della Procura Federale si accomodavano nei loro freschi uffici, dove sarebbero rimasti fino a un minuto prima (veggenti?) di tornare in aula. Tuttavia, durante quelle ore, un impiegato della Procura, violando la segretezza della camera di consiglio, è entrato con un foglio in mano e dopo qualche minuto ne è uscito senza. Al ritorno in aula ho chiesto al Presidente di spiegare il gravissimo episodio e mi è stato risposto che la domanda era irrituale e che non mi avrebbe fornito alcuna spiegazione. Era davvero troppo, poiché in gioco c'era la dignità professionale degli avvocati e quella personale dei deferiti. Ho abbandonato l'aula per protesta seguito da tutti gli altri colleghi e dai deferiti presenti. Hanno continuato l'udienza in una situazione paradossale.

3. La questione delle doppie cariche all'interno della giustizia sportiva e degli organi giurisdizionalmente preposti a revisionarne le sentenze, come Tar del Lazio e Consiglio di Stato. C'è un collegamento con il fatto che i ricorsi alle decisioni FIGC hanno una media di successi spaventosamente inferiore a qualsiasi altro ambito?
Voglio sperare che non sia così. Certo non capisco come mai si sia impedito ai giudici civili e penali di ricoprire cariche federali, mentre resti consentito a quelli amministrativi che poi saranno deputati a decidere sugli eventuali ricorsi amministrativi avverso le decisioni sportive alle quali hanno partecipato. Qual è la logica?

4. Quando è prevista la discussione del ricorso al Consiglio di Stato e quante possibilità ci sono, fatte queste premesse, che venga accolto? Quali saranno i futuri passi nel caso venga rigettato?
Stiamo in attesa della fissazione, ma nutriamo poche speranze. Stiamo valutando di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea.

L'INTERVISTA INTEGRALE CONTINUA QUI