Benvenuti!

In difesa di 113 anni di storia e di gloria.
In difesa di 29 scudetti.

Perché la Juventus non è stata difesa.
Non è stata difesa da John Elkann. Anzi...
Non è stata difesa da Gabetti. Anzi...
Non è stata difesa da Grande Stevens. Anzi...
Non è stata difesa da Montezemolo. Anzi...
Non è stata difesa dal presidente Gigli. Anzi...
Non è stata difesa da Cesare Zaccone. Anzi...

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Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
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venerdì 29 dicembre 2006

San Dulli - MAGAZINE BIANCONERO 2

Sta per chiudersi l’anno 2006. L’anno dei Mondiali di calcio vinti dall’Italia. Grazie ai giocatori, ai tecnici e ai massaggiatori della Juventus. L’anno del Pallone d’Oro dominato da due campioni bianconeri. Buffon e Cannavaro. E l’ordine (il mio ordine) non è certo casuale. L’anno di Farsopoli e dell’Argonauta. L’anno della "pena congrua" e delle sentenze (incongrue) anticipate "a mezzo Gazzetta". L’anno dei ricorsi al TAR, depositati e poi ritirati. L’anno dei ricorsi al TAS, mai presentati. L’anno delle Olimpiadi invernali di Torino. L’anno delle Rupertiadi e Sandulliadi estive di Roma. L’anno in cui abbiamo finalmente capito che "è concettualmente ammissibile l’assicurazione di un vantaggio in classifica che prescinda dall’alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola gara" (Ruperto docet). E se lo scrive un Presidente emerito della Corte Costituzionale…
L’anno in cui ci è stato spiegato come per condannare la Juventus sia sufficiente riferirsi alla "opinione di tutti coloro che gravitavano nel mondo del calcio, e cioè il condizionamento del settore arbitrale da parte della dirigenza della Juventus" (Ruperto-bis). Nella patria del diritto, è giusto che la vox populi abbia il peso che merita….
L’anno in cui la Juventus è stata retrocessa in Serie B per illecito sportivo. L’anno in cui i giudici hanno però ammesso che "non era possibile parlare di illecito conclamato" e che "non c’era la prova provata dell’illecito come viene inteso nella scrittura del codice di giustizia sportiva". Anzi, il campionato 2004/2005 "non è stato falsato", era regolare (pillole varie di San Dulli). E se lo dice un luminare del diritto…
L’anno in cui un giudice della Corte Federale ha candidamente spiegato i motivi per cui solo la Juventus è stata condannata alla Serie B. "L’atteggiamento perdonista? Nasce da quello che è successo nelle ultime due settimane, dalla vittoria dell’Italia ai Mondiali, poi le rivolte di piazza, i sindaci che appoggiano le squadre colpite [tutti tranne Chiamparino], il dibattito sul perdono. I delitti li abbiamo accertati confermando l’impianto della Caf, abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo, ascoltando la gente comune [o leggendo la Gazzetta?] e provando a metterci sulla stessa lunghezza d’onda [del Candido ma non troppo?]" (così il poco serio giudice Mario Serio).
L’anno in cui il nostro Presidente ha partecipato alla cerimonia in cui è stata consegnata a Moratti la Coppa-scudetto. Lo scudetto stravinto dalla Juve sul campo. Lo scudetto revocato da Ruperto & San Dulli. Lo scudetto assegnato all’Inter da una commissione di saggi (?) indipendenti (?). "Chi era in sala giura che al momento della premiazione il presidente bianconero non ha lesinato applausi al collega interista" (così La Stampa del 19 dicembre). Forse siamo su Scherzi a Parte.
L’anno in cui Gigi Buffon, Alex Del Piero, Pavel Nedved e Didier Deschamps hanno dimostrato di che pasta (bianconera) sono fatti. E non è certo necessario spiegare il perché. Grazie ragazzi. Grazie mister. Davvero.
L’anno del dramma di Pessottino. L’anno, purtroppo, in cui sono tragicamente scomparsi Alessio Ferramosca e Riccardo Neri. Due ragazzi della Berretti che stavano inseguendo il sogno di tutti noi: giocare a calcio con la maglia della Juventus. L’anno in cui se n’è andato anche Francesco Romeo, il magazziniere più scudettato d’Italia.
L’anno vecchio è finito ormai ed è giusto cominciare ad interrogarsi sull’anno che verrà. Senza dimenticare fatti e misfatti, dolori e conquiste del recente passato. A prescindere.
"L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va…"

Pubblicato su MAGAZINE BIANCONERO n2. 2 del 29/12/06

Il gioco dei perché - Il Mago di Ios

Scriveva Gianni Rodari: "Il gioco dei perché è il più vecchio del mondo. Prima ancora di imparare a parlare l’uomo doveva avere nella testa un grande punto interrogativo; ma di punti interrogativi sono tuttora pieni il cielo e la terra. Il bambino spara i suoi perché come una mitragliatrice. Le sue domande - serie, buffe, strane, divertenti, commoventi - piovono sulla testa dei genitori fitte come la grandine".
Anch’io, che pure bambino non sono più, ho una mitragliatrice carica di "perché". Ma so già che nessuno si prenderà la briga di rispondermi.
Perché la Juventus ha deciso di affidarsi – nell’ambito di un procedimento di fronte alla giustizia (si fa per dire) sportiva - proprio all’Avvocato Cesare Zaccone? Perché è stato scelto un professionista che, per sua stessa ammissione, è un esperto di diritto penale ma non di diritto sportivo? Zaccone ha dichiarato in assemblea che "non occorre conoscere il diritto sportivo, ma occorre conoscere il diritto ed avere esperienza di diritto". Non è proprio così. Le conoscenze ed esperienze specifiche sono fondamentali. In tutti i campi. Se devo operarmi ad una spalla, scelgo un ortopedico. Non certo un dentista. Se devo presentare un ricorso al Tar, scelgo un avvocato amministrativista. Non certo un matrimonialista (a meno che io non abbia già deciso di ritirare quel ricorso ... nel qual caso il professionista conta davvero poco). Analogamente, se devo (e voglio sul serio) difendermi di fronte alla giustizia sportiva, scelgo un avvocato che conosca già la differenza tra illecito sportivo e (eventuale) violazione dei doveri di lealtà. Non certo un avvocato penalista, totalmente digiuno della materia. A maggior ragione, considerando che l’Argonauta aveva drasticamente ridotto i tempi processuali e risulta quindi ancora meno comprensibile la scelta di affidarsi ad un "apprendista" del diritto sportivo.
Perché l’Avv. Cesare Zaccone era presente all’assemblea degli azionisti di fine ottobre? A che titolo ha partecipato a quell’assemblea il paladino della pena congrua? Perché Guido Rossi, commissario straordinario pro-tempore della FIGC nonché ex consigliere di amministrazione dell’Inter, ha rivoluzionato (arbitrariamente, ma questo è un altro discorso) tempi, gradi e protagonisti della giustizia sportiva, lasciando però al proprio posto il carrariano San Dulli (santo protettore dei milanisti in Champions League)? Perché nessuno riconosce a Guido Rossi, ed alla sua sciarpa azzurra, l’indubbio merito di aver conquistato il mondiale di calcio in Germania? Perché John Elkann ha cercato, per mari e per monti, un "grande juventino del passato" da nominare nel nuovo CDA, per poi ripiegare sul commentatore televisivo Marco Tardelli? Eppure il "grande juventino del passato" era già in casa. E che juventino. Bobby Gol, vera bandiera bianconera!
Perché nessuno si è complimentato con Massimo Moratti per la vittoria nel Tour de France, assegnato all’Inter da una commissione di saggi dopo la squalifica per doping del vincitore Landis?
Perché alcuni presidenti di B vogliono avere la garanzia assoluta di non essere promossi in Serie A ingaggiando Zdenek Zeman? Tanti perché. Nessuna risposta. C’è da restare INTERdetti.

Pubblicato su MAGAZINE BIANCONERO nr. 2 del 29/12/06

mercoledì 20 dicembre 2006

San Dulli - MAGAZINE BIANCONERO 1

La scorsa estate si è compiuto il delitto perfetto. Juventus in Serie B, con due scudetti revocati e penalizzazione in classifica. Tutte le altre squadre coinvolte, invece, in Serie A (il Milan addirittura in Champions), con penalizzazioni varie. Mai delitto fu più perfetto, con la vittima designata che simpaticamente appoggia il collo sulla ghigliottina ed invita il boia a sciogliere la fune che trattiene la lama. In prima fila ad assistere al lieto evento, esultanti per il risultato ottenuto, un vero parterre de roi. L’illustre presidente onorario Franzo Grande Stevens, giustamente premiato con tale simbolico riconoscimento per aver dato l’esempio ai calciatori con la sua richiesta di non essere confermato nel nuovo CDA, dando il via alla grande fuga. Il rappresentante dell’azionista di maggioranza, Ing. John Elkann, in fremente attesa di poter leggere con voce flebile le proprie (???) dichiarazioni sui comportamenti riprovevoli della Juventus. Il bravissimo avvocato Cesare Zaccone, che ha brillantemente sostenuto l’accusa nelle varie fasi del processo. I giornalisti (Liguori, Ziliani, Luna, Sconcerti, Cannavò, Palombo, Arturi,…) che maggiormente si sono distinti nel denunciare Juventopoli, appoggiando lo sforzo di rinnovamento del calcio italiano. Il Commissario Straordinario pro-tempore Guido Rossi, ex consigliere di amministrazione dell’Inter, con in mano il provvedimento di assegnazione all’Inter dello scudetto 2005/2006. Un tizio che dice di essere il Presidente della CAF e continua a ripetere a tutti i presenti che "è concettualmente ammissibile l’assicurazione di un vantaggio in classifica che prescinda dall’alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola gara". Il presidente della Corte Federale, Piero Sandulli, con al guinzaglio due studenti juventini, portati ad assistere alla più importante lezione della loro carriera universitaria. Il Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, di granata vestito. I rappresentanti del calcio nuovo e pulito nato dalla ghigliottina. Berlusconi, Galliani, Moratti, Oriali, Sensi, Agnolin, Lotito, Della Valle, Zamparini, Cellino, Spinelli, Preziosi, Matarrese. Dal fondo della sala, un signore scravattato, alzando il pugno minaccioso, grida: "E’ inaudito!". E’ Giovanni Cobolli Gigli, attorniato dagli altri membri del CDA, tutti professionisti (si pensi a Montali e a Tardelli) che si dedicano al 150% alla Juventus. Subito dopo, Cobolli Gigli si accomoda in prima fila, a fiancodel presidente onorario, che si complimenta con lui.

Pubblicato su MAGAZINE BIANCONERO nr. 1 del 20/12/06

martedì 25 luglio 2006

Il delitto perfetto

Oggi (o al più tardi domani) sarà completato il delitto perfetto. Juventus in B, con una penalizzazione di 15/18 punti. Tutte le altre molto probabilmente in A, con penalizzazioni varie. Mai delitto fu più perfetto, con la vittima designata che simpaticamente appoggia il collo sulla gigliottina ed invita il boia a sciogliere la fune che trattiene la lama.
Tra poche ore la testa della Juventus rotolerà nella cesta e potrà essere esposta alla folla in delirio.
In prima fila ad assistere al lieto evento, esultanti per il risultato ottenuto, un vero parterre de roi:
- l'illustre presidente onorario Franzo Grande Stevens, giustamente premiato con la presidenza onoraria pera ver dato l'esempio ai calciatori con la sua richiesta di non essere confermato nel nuovo CDA, dando il viaalla grande fuga;
- il degnissimo rappresentante dell'azionista di maggioranza Ing. John Elkann, in fremente attesa di poter leggere con voce flebile le proprie (???)dichiarazioni sui comportamenti riprovevoli della Juventus;
- il bravissimo avvocato Cesare Zaccone, che ha brillantemente sostenuto l'accusa nelle varie fasi delprocesso;
- i giornalisti (Liguori, Luna, Sconcerti, Cannavò, Palumbo, Arturi e Beccantini) che maggiormente si sono distinti nel denunciare Juventopoli, appoggiando lo sforzo di rinnovamento del calcio italiano;
- il Commissario Straordinario Guido Rossi, ex consigliere di amministrazione dell'Inter, con in mano il provvedimento - datato giugno 2006 - di assegnazione all'Inter dello scudetto 2005/2006;
- un tizio che dice di essere il Presidente della CAF e si complimenta con se stesso per la finezza giuridica e sportiva della tesi secondo cui "è concettualmente ammissibile l'assicurazione di un vantaggio in classifica che prescinda dall'alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola gara";
- il presidente della Corte Federale, Piero Sandulli, con al guinzaglio due studenti juventini, portati ad assistere alla più importante lezione della loro carriera universitaria;
- il Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, di granata vestito;
- i rappresentanti del calcio nuovo e pulito che nasce dalla ghigliottina. Berlusconi, Galliani, Moratti, Oriali, Sensi, Agnolin, Lotito, Della Valle, Zamparini, Cellino, Spinelli, Preziosi, Matarrese.
Dal fondo della sala, un signore scravattato, alzando il pugno minaccioso, grida: "è inaudito!". E' Giovanni Cobolli Gigli, attorniato dagli altri membri del CDA, tutti professionisti (si pensi a Montali e a Tardelli) che si sono dedicati al 150% alla Juventus.
Subito dopo, Cobolli Gigli si accomoda in prima fila, a fianco del presidente onorario, che si complimenta con lui.
A questo punto cala il sipario. E' giunta l'ora degli"arrivederci e grazie" (per citare l'illustre giornalista Roberto Beccantini).
Arrivederci e grazie ad una proprietà che ha saputo e voluto difendere 109 anni di storia e di gloria e la memoria di Giovanni ed Umberto Agnelli. Arrivederci e grazie all'Avvocato Franzo Grande Stevens, che da vero capitano coraggioso è rimasto sino all'ultimo sulla tolda del Titanic. Arrivederci e grazie all'Ing. John Elkann, che con carisma e personalità rappresenta 14 milioni di tifosi bianconeri e ci rende fiduciosi in un futuro di successi e di simpatia.
Arrivederci e grazie all'Avvocato Cesare Zaccone, le cui capacità giuridiche hanno consentito di raggiungere il risultato voluto.
Arrivederci e grazie a Guido Rossi, Cesare Ruperto e Piero Sandulli, che con imparzialità e rispetto (dei propri ruoli, delle regole, del diritto, degli imputati) hanno portato a conclusione il giusto processo.
Arrivederci e grazie al Sindaco Chiamparino, che ha giustamente difeso il diritto della città ad un futuro da Serie B.
Arrivederci e grazie a tutti quei giornalisti che hanno denunciato e raccontato Juventopoli con distacco ed obiettività.
Arrivederci e grazie, infine, ai giornalisti de La Stampa, che, senza fare sconti a nessuno, hanno sostenuto ed incoraggiato l'opera di disinfestazione del calcio dal virus bianconero.
A prescindere, una cosa è certa.Io a Frosinone ci sarò, sempre fedele alla maglia e ai colori bianconeri.
Grande Stevens e John Elkann penso (e spero) proprio dino.

venerdì 20 gennaio 2006

Simpatia, no grazie - Il Mago di Ios

sentimenti che albergano nell’animo dei veri tifosi bianconeri in questo primo campionato post-Farsopoli. Il primo campionato di un calcio nuovo, pulito, sereno. Gi arbitri non sbagliano più. E se sbagliano, sono per definizione in buona fede. Non ci sono più ammonizioni preventive. E se ci sono (già una dozzina circa quelle a favore degli Onesti Indossatori di Scudetti Altrui) si tratta della classica eccezione che conferma la regola. Gli errori arbitrali alla fine si compensano. E se non si compensano quest’anno, si compenseranno prima o poi. Il pallone è di nuovo rotondo e sono tornate nientepopodimenoche le mezze stagioni. Ah, dimenticavo. I treni sono finalmente puliti e puntuali. E tutto questo (e ancora molto altro) grazie all’Argonauta. Rabbia ed orgoglio. Sono due sentimenti inscindibili. Si fondono in un cocktail esplosivo tutte le volte che Gigi, Alex, Pavel, Didier … scendono in campo. Tutte le volte che lo speaker chiama i nostri ragazzi per nome, uno per uno. Tutte le volte che viene suonato il nostro inno allo stadio. Tutte le volte che la Juve segna un gol. Tutte le volte che Gigi salva un gol già fatto. Rabbia ed orgoglio. Sono due sentimenti non particolarmente apprezzati in Corso Galileo Ferraris. Non sono in linea con il nuovo indirizzo societario, inaugurato lo scorso 29 giugno. Circola voce che si debba essere soprattutto simpatici. Anche a costo di calpestare l’orgoglio di 109 anni di storia gloriosa. Anche a costo di negare la rabbia per un processo farsa. E allora farò uno sforzo. Cercherò per una volta di essere simpatico anche io. E di tributare, con tutte la simpatia possibile, un doveroso riconoscimento pubblico alle capacità manageriali di Massimo Moratti. Sappiamo tutti come l’Inter abbia meritatamente conquistato lo scudetto l’anno scorso, dominando in campo (addirittura quindici i punti di distacco tra la prima e la terza…), fuori campo e a tavolino. Gli Onesti Indossatori di Scudetti Altrui hanno finalmente potuto mettere in vendita le bandiere con il quattordicesimo tricolore. A dimostrazione di come l’Inter sia una società gestita con illuminata e simpatica lungimiranza, le bandiere erano pronte nei magazzini di Via Durini ben prima di Farsopoli. Erano li da circa 4 anni. Si, dal 5 maggio 2002. Mi rendo conto che purtroppo (o per fortuna) non sono assolutamente in grado di essere simpatico. Non è nelle mie corde. Già. Io sono rabbiosamente orgoglioso di essere antipatico. Antipatico e vincente.

Pubblicato su MAGAZINE BIANCONERO nr. 1 del 20/1/06