Benvenuti!

In difesa di 113 anni di storia e di gloria.
In difesa di 29 scudetti.

Perché la Juventus non è stata difesa.
Non è stata difesa da John Elkann. Anzi...
Non è stata difesa da Gabetti. Anzi...
Non è stata difesa da Grande Stevens. Anzi...
Non è stata difesa da Montezemolo. Anzi...
Non è stata difesa dal presidente Gigli. Anzi...
Non è stata difesa da Cesare Zaccone. Anzi...

Per contribuire al blog, scrivete a ilmagodiios@gmail.com

Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
---------------------------------------------------------

mercoledì 20 ottobre 2010

Quattro milioni (e rotti) ... di calci in culo

Nei giorni scorsi, la Juventus ha pubblicato sul sito ufficiale, il progetto di bilancio al 30 giugno 2010, che sarà sottoposto all'approvazione dell'assemblea il prossimo 27 ottobre.

Tra le molte informazioni che si possono desumere dal bilancio, alcune delle quali saranno probabilmente oggetto di analisi nei prossimi giorni, mi ha sempre attratto in maniera quasi morbosa la tabella sui “compensi ai componenti degli organi di amministrazione e controllo e ai dirigenti con responsabilità strategiche” (si trova a pagina 87 del progetto di bilancio).

Da convinto sostenitore della meritocrazia, ritengo assolutamente normale che gli amministratori esecutivi di una società ben gestita siano remunerati in misura congrua. Ma deve valere anche il contrario. Se una società non è gestita bene, questo dovrebbe riflettersi sulla remunerazione dei dirigenti (e non solo su quella, anche sulla stabilità e prosecuzione dei loro incarichi…).

Leggendo la tabella di pagina 87 e, in particolare, gli emolumenti monstre riconosciuti ad alcuni componenti dell’organo di amministrazione, la Juventus sembrerebbe essere una società gestita alla perfezione. Lo stesso dicasi in base alle tabelle dei bilanci precedenti. Sappiamo invece tutti benissimo come sia stata amministrata la società bianconera in questi anni.

La triade (alla francese, con l’accento sulla “a” e la “e” finale muta) Jean, Claude et Blòn continua ad essere remunerata, nonostante i disastrosi risultati conseguiti, con cifre da capogiro. Jean, in qualità di semplice amministratore, ha maturato un emolumento di 12.000 euro. Decisamente meglio è andata a Claude, il direttore generale. La sua remunerazione è piuttosto articolata (e corposa): 10.000 euro di benefici non monetari, 463.000 euro di bonus e altri incentivi e 570.000 euro di altri compensi (come precisato in nota, trattasi di retribuzione da lavoro dipendente e indennità spese d’affitto), per un totale di 1.043.000 euro. All’amministratore delegato Blòn, infine, sono stati riconosciuti 583.000 euro di emolumento per la carica, 24.000 euro di benefici non monetari e 600.000 euro di bonus ed altri incentivi (valore maturato dell’Additional Compensation, che sarà erogato alla conclusione del piano di sviluppo a medio termine approvato dal Consiglio di Amministrazione del 14 marzo 2007, al lordo degli effetti dell’attualizzazione finanziaria), per un importo complessivo pari a 1.207.000 euro. La triade savoiarda, in sintesi, si è portata a casa ben 2.262.000 euro. Una parte di questa somma (600.000 di Additional Compensation), per la verità, dovrebbe essere corrisposta solo al termine del piano di sviluppo: il condizionale è d’obbligo, perché il Consiglio di Amministrazione potrebbe comunque anticipare la data di pagamento (come in effetti è successo per l’Additional Compensation maturato negli anni precedenti, vedi infra).

La ricca annata di Jean, Claude et Blòn non è sfuggita a Gianni Dragoni, giornalista de Il Sole 24 Ore che si occupa abitualmente dei bilanci delle società di calcio. In un trafiletto pubblicato sul Sole del 13 ottobre scorso (“Juve, annus horribilis ma non per i manager”, inserto Finanza & Mercati, pag. 45), Dragoni rileva che “l’ex direttore generale della Federtennis francese ha maturato nell’esercizio al 30 giugno 2010 compensi per 2,228 milioni di euro (Dragoni non considera nel totale i 34.000 euro di compensi non monetari – ndr), secondo quanto riportato nel progetto di bilancio bianconero. Un po’ meno dei 2,67 milioni lordi percepiti l’anno precedente, che rappresentano il record nel ‘pay watch’ personale di Blanc. Ma i risultati della Juventus nell’ultima stagione sono nettamente peggiorati. La squadra è arrivata settima in campionato, una delle peggiori posizioni nella sua storia, mentre i conti sono in perdita per 11 milioni”.

Dragoni, tuttavia, non evidenzia un’altra informazione significativa che si può ricavare da una lettura attenta del bilancio. Nella sezione dedicata alle “operazioni con parti correlate” vengono indicati debiti non finanziari verso gli amministratori per 2.642,9 migliaia di euro. Questa voce si riferisce principalmente al debito di 2.000.000 di euro verso l’Amministratore Delegato (Blòn) a fronte dell’Additional Compensation maturata nel corso del mandato. Tale importo, contabilizzato nei precedenti esercizi tra i debiti non correnti, è stato liquidato nel mese di luglio 2010, come deliberato dal Consiglio di Amministrazione del 10 maggio. In estrema sintesi, quindi, Blòn ha incassato a luglio i due milioni di euro che avrebbe invece dovuto ricevere solo al termine del piano di sviluppo (quale?).

Per Jean, Claude et Blòn, quindi, l’annus horribilis della Juventus si è rivelato, dal punto di vista delle casse personali, un annus magnificus: 3.662.000 euro di compensi ricevuti a vario titolo, cui si devono aggiungere i 600.000 euro di remunerazione differita, per un totale di 4.262.000 euro.

giovedì 15 aprile 2010

Il Cipe urbano


Chi è più forte del Cipe urbano?
Ferma i Bertini con una mano.

Con uno sguardo tra il dolce e sereno,
chiede Collina senza ritegno

Cento rubentini scalpitanti
li mette a cuccia alzando i guanti.

Sempre al telefono in mezzo al baccano
chi è più grigliatore del Cipe urbano?

Piaccia o non piaccia

Piaccia o non piaccia, a Milano c'è il mare.
Piaccia o non piaccia, 4 x 4 = 44.
Piaccia o non piaccia, 4 + 4 = 44.
Piaccia o non piaccia, 4 : 4 = 44.
Piaccia o non piaccia, 4 - 4 = 44.
Piaccia o non piaccia, Novi Ligure è in Liguria.
Piaccia o non piaccia, la Sardegna è una penisola.
Piaccia o non piaccia, l'Italia è un'isola.
Piaccia o non piaccia, Jean Claude Blòn è originario di Rozzano.
Piaccia o non piaccia, in Puglia si scia meglio che a Sestriere.
Piaccia o non piaccia, a Sestriere si va in barca a vela meglio che in Puglia.
Piaccia o non piaccia, John Elkann è uno juventino vero.

giovedì 8 aprile 2010

Johnny reo confesso


Con una lettera di poche righe (forse si era slogato un polso e non riusciva a scrivere) al Corriere, riccioli d'oro ha risposto alla tesi di Mario Sconcerti, secondo il quale "la Juve è stata... parte molto attiva nel formulare e accettare la propria condanna" nel 2006.

Riccioli d'oro, con l'innato carisma che traspare anche da poche righe scritte con mano malferma, reagisce con sconcerto alle accuse di Sconcerti: "Non posso accettare un tale stravolgimento dei fatti. Trovo le argomentazioni usate nell’articolo pubblicato ieri sul Corriere della Sera sorprendenti e preoccupanti. La Juventus non è stata «parte attiva nel formulare ed accettare la propria condanna». L'osservanza delle regole e il rispetto delle istituzioni sportive sono gli unici valori che hanno guidato ogni nostra decisione e comportamento".

Dopo QUATTRO lunghi anni, l'eredepercaso è finalmente reo confesso. L'amore per la Juventus, la tutela della società ed il rispetto per azionisti e tifosi non hanno ispirato le sue decisioni ed i suoi comportamenti, guidati esclusivamente dall'osservanza delle regole e dal rispetto delle istituzioni sportive. Ce n'eravamo accorti fin da subito, ma fa piacere che ora riccioli d'oro lo metta per iscritto.

mercoledì 7 aprile 2010

Johnnymenefotto


Sono John e me ne fotto
della squadra di mio nonno.
Della Juve mi son rotto,
faccio il tifo per quel tonno.

Tocca a te mio caro Luca,
c'è da vincere un appello.
Se Casoria non ci buca,
sarà tutto ancor più bello.

Col bilancio è andata male,
nonostante la denuncia.
Ma mi attendo un gran finale,
non mi piace chi rinuncia.

Quella banda di ladroni,
che regnava qui a Torino
Li ho cacciati a calcioni,
ora c'è quell'uno e trino.

Son già stati condannati,
non son certo cose nuove.
Con processi raffinati,
non ne servon poi di prove.

Quelle cose riprovevoli,
m'han lasciato insofferente.
L'ho già detto, son colpevoli,
non son stato indifferente.

Allo stadio io ci vengo
se lo dice il mio Gabetti.
Alla Juve non ci tengo,
vaffanculo agli scudetti.

Quel francese è molto sveglio,
va in vacanza quando vuole.
Or si sta davvero meglio,
non mi prudon più le suole.

Ci son troppi cagacazzo,
che mi tirano il golfino.
Io non sono mica pazzo,
e mi tengo il francesino.

Scrivo brevi letterine,
per mostrare gran sconcerto.
Ma la guerra non ha fine,
con Andrea ho un conto aperto.

Ma che palle gli avvocati,
di quel losco ferroviere.
Quattro anni son passati,
ma che cambi pur mestiere.

Or con tutto 'sto casino,
qualche cosa devo fare.
Una brioche al popolino,
che si deve pur sfamare.

Faccio finta di incazzarmi,
di pretendere giustizia.
Non lo fo' per rivoltarmi,
c'ho un attacco di furbizia.

Parità di trattamento,
gran tutela della storia.
Basta questo lisciamento
e che Dio v'abbia in gloria.

venerdì 2 aprile 2010

Prima pagina della Gazzetta



(Vignetta di pinobici -ju29ro.com)
-------------------------

Qualcosa sarà sfuggito

Sei un commercialista e hai sbagliato la dichiarazione dei redditi di un cliente?
Che problema c'è? Lo chiami e gli dici: "E beh, pazienza. Qualcosa sarà sfuggito."
Sei un avvocato e non hai tutelato adeguatamente un tuo cliente in un contratto?
Che problema c'è? Lo chiami e gli dici: "E beh, pazienza. Qualcosa sarà sfuggito."
Sei un cameriere ed hai servito una pietanza contenente glutine ad un celiaco, nonostante che l'avventore ti avesse esplicitamente chiesto delucidazioni?
Che problema c'è? Vai al tavolo e gli dici: "E beh, pazienza. Qualcosa sarà sfuggito."
Sei un meccanico e ti sei dimenticato di sistemare i freni alla Fiat Stilo del tuo cliente?
Che problema c'è? Vai a trovarlo in ospedale e gli dici: "E beh, pazienza. Qualcosa sarà sfuggito."
Sei un medico e hai diagnosticato uno strappo muscolare ad un paziente che invece aveva un attacco di cuore?
Che problema c'è? Vai a trovarlo al cimitero e concludi la preghiera con: "E beh, pazienza. Qualcosa sarà sfuggito."

Piaccia o non piaccia

"Piaccia o non piaccia agli imputati, non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo...".

Così il PM Giuseppe Narducci aveva liquidato la tesi, sostenuta da alcuni avvocati ed imputati, secondo cui c'erano "sollecitazioni da parte di tutti nei confronti di tutti".
Piaccia o non piaccia al PM Narducci, sembra non sia proprio così vero che non ci sono mai telefonate "tra Bergamo o Pairetto con il Signor Moratti".
Presumibilmente (cit), sarà sfuggito qualcosa (ri-cit).

giovedì 1 aprile 2010

Non ne era capace. Forse


Mi è casualmente venuto in mente un passo della struggente, commovente, straziante, dilaniante lettera che Moratti ha scritto a Facchetti quando il Cipe (pace all'anima sua, salutami il Candido) ha prematuramente lasciato questa terra.

"Qualche mese fa ti chiedevo un po’ scherzando un po’ sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace."

Non ne era capace. Forse.

mercoledì 31 marzo 2010

Celebriamo il triplete


Egregio Presidente nonché Amministratore Delegato nonché Direttore Generale,

apprezziamo davvero molto che giovedì sera, dopo l'ennesima figuraccia stagionale, abbia finalmente trovato il coraggio di presentarsi di fronte alle telecamere, invece di nascondersi dietro al comodo paravento di altre persone.

D'altronde, il Suo triplice ruolo ed il Suo triplice e più che congruo compenso implicano anche doveri e responsabilità, non solo onori ed incassi...

Ci sembra tuttavia che dal coraggio si sia passati ad una vera e propria forma di incoscienza nel momento in cui, dopo la solita tiritera di banalità su come uscire dalla crisi, ha affermato che "la società è forte e la qualità della sua gestione permette di affrontare eventualmente anche" una mancata qualificazione alla Champions League dell'anno prossimo.

Nessun dubbio da parte nostra che il più importante asset della Nuova Juventus 2006 siano proprio le qualità professionali di persone come Lei, Secco, Fassone, Castagnini, Gattino, etc etc. A livello teorico, pertanto, potremmo anche concordare con Lei in merito alla qualità della gestione neo-juventina. Passando però dalla teoria alla pratica, quel che balza agli occhi è che questa innegabile qualità gestionale non ha purtroppo portato i risultati attesi. Eravamo partiti per fare il "triplete" come il Barcellona l'anno scorso (Campionato, Champions League, Coppa Italia), ci dobbiamo invece accontentare di un "triplete" in tono minore (Birra Moretti, vernissage di Villar Perosa, Trofeo TIM).

Comunque sia, non possiamo che essere più che fiduciosi in un pronto riscatto della Nuova Juventus nelle ultime otto partite di questa stagione. La squadra, infatti, ha sempre dimostrato di saper recepire i Suoi messaggi appassionati e stimolanti. E sarà così anche questa volta.

E confidiamo ovviamente in un grande "triplete" nella prossima stagione, quella della svolta. Trofeo Berlusconi, Peace Cup e Coppa del Nonno.

Non mancheremo comunque di partecipare alla prossima assemblea, per fare di persona i nostri più sinceri e vivi complimenti a Lei ed al Suo prodigioso staff per la qualità gestionale che avete trasmesso alla Nuova Juventus 2006 e per il "triplete" conquistato nella stagione 2009/2010.
E' un peccato, tuttavia, che così tanti mesi ci separino dall'assemblea, in programma nel lontano ottobre prossimo. E' sempre un piacere infatti ascoltare le Sue parole su quanto sia forte, dinamica, equilibrata, apprezzata la Nuova Juventus 2006. E ci spiace dover aspettare così tanto tempo.
Mai dire mai, comunque. Sappiamo tutti che nella vita di una società sono sempre possibili assemblee per così dire "straordinarie" (cioè ulteriori rispetto alla riunione annuale obbligatoria per l'approvazione del bilancio).
Chissà che non ci capiti di partecipare ad un'assemblea della Nuova Juventus 2006 già qualche mese prima del prossimo ottobre. Magari per la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione...

Distinti saluti.

Sempre più Blanc!


Il Presidente si chiama Blanc. L'Amministratore Delegato si chiama Blanc. Il Direttore Generale si chiama Blanc. Tutte informazioni note e risapute.
Ma potrebbe chiamarsi Blanc anche il prossimo allenatore. E non sarebbe una cattiva scelta, in effetti. Così passeremmo da tre a QUATTRO Blanc. Ed il numero QUATTRO ha sempre un significato particolare alla Ridentus.
In tutto questo tripudio di Blanc, perché non pensare anche ad una maglia tutta bianca, anzi Blanc(he)? Magari senza logo dello sponsor, che stona un po' e poi complica la vita, con tutti quegli squadristi rancorosi già pronti a fare il confronto tra lo sponsor di Blanc e quello di Giraudo.
Una squadra con Presidente Blanc, Amministratore Delegato Blanc, Direttore Generale Blanc, Allenatore Blanc non può che sfoggiare una candida e linda divisa bianca, anzi Blanc(he).
Se poi fosse assolutamente necessario avere uno sponsor sulla maglia, per una questione di immagine (del Presidente Blanc, dell'Amministratore Delegato Blanc e del Direttore Generale Blanc), penso che il Mont Blanc Hotel Village sarebbe più che felice di accordarsi con la Ridentus.
Sempre più Blanc!

La Gazzetta dell'Ignoranza

giovedì 11 marzo 2010

giovedì 4 marzo 2010

iBaguette


Dopo iSilvio, applicazione per iPhone dedicata al Presidente del Consiglio, anche Jean-Claude Blanc sbarca nel magico mondo del melafonino. Il nome dell'applicazione dedicata al presidente, nonché amministratore delegato, nonché direttore generale (paghi tre e prendi zero, in pratica) della Ridentus è tutto un programma: iBaguette.

Sul negozio digitale del cellulare della Apple è infatti apparsa il 27 febbraio scorso la prima app, non ufficiale, interamente dedicata al fenomeno che tutto il mondo invidia alla Ridentus. I fans del Trois-Cachet di Chambéry (Scarpini, tra questi) possono ora sfogliare in mobilità la biografia del tennista, scaricare la ricetta della tarte tatin di casa Blòn, giocare a FantaBidone (simulazione di un calciomercato gestito dal francese), gustarsi foto e video catturati durante partite di tennis, week-end lunghi, settimane bianche, etc etc. Il tutto alla modica cifra di ventisette centesimi.

Il passaparola tra i blog di settore ha subito fatto entrare iBaguette tra le 27 applicazioni a pagamento più scaricate per melafonino. Nella descrizione fornita su iTunes, gli sviluppatori ribadiscono la non ufficialità del programma e definiscono iBaguette "non un'applicazione sportiva, ma un Tributo al presidente (Jean) nonché amministratore delegato (Claude) nonché direttore generale (Blòn) della Ridentus, dedicato a tutte le persone che vogliono conoscere meglio la storia, le passioni ed i projetti del Triade".

A che tipo di pubblico si rivolga iBaguette lo spiegano bene i commenti lasciati dagli acquirenti del programma, che è stato promosso a pieni voti e valutato con QUATTRO stelline su 5. "Ora il mio iPhone è più simpatico e prezioso" scrive Morattisantosubito, ed è dello stesso parere Mouriniano secondo cui "ci voleva proprio una bella app dedicata al presidente nonché amministratore delegato nonché direttore generale della Juvinese".


Ho provato iBaguette sul mio iPhone ed è una iFigata. La iRicetta della iTartetatin spiegata da iBlòn con un iGrembiulone da iCucina è davvero una iChicca. Poi, con un iSponsor come le iMele dell'iTrentino, l'iTartetatin è proprio l'iDolce dell'iRidentus.

martedì 2 marzo 2010

Eredepercaso in missione


La scorsa settimana l'eredepercasoaforzadisaltelli ha incontrato Silvio Berlusconi e Gianni Letta.
Da solo. Senza tutori al seguito.
Ohibò, direte voi, com'è possibile?
L'eredepercasoaforzadisaltelli in missione, da solo, senza tutori?
E' possibile, è possibile.
Oramai l'eredepercasoaforzadisaltelli è cresciuto.
E' preparato.
Ha una risposta pronta per qualsiasi domanda, come potete vedere dalla ricostruzione dell'incontro tra l'eredepercasoaforzadisaltelli, il Presidente del Consiglio e Gianni Letta.

L. Buongiorno, Ingegnere. Si accomodi, il Presidente arriva subito.
E. Presidenti che arrivano noi sappiamo quelli che arrivano; e quella è quella cosa importante
L. Come? Dicevo, il Presidente del Consiglio sarà con noi tra pochi minuti. Sta sistemando il letto di Napoleone. Caffé?
E. Sul caffé abbiamo già detto tutto.
L. Ah, preferisce una tazza di té?
E. Té che beviamo noi sappiamo quelli che beviamo; e quella è quella cosa importante.
L. Ingegnere, come lo vuole il té? Limone o latte? Zucchero o dolcificante?
E. Sul limone, il latte, lo zucchero ed il dolcificante abbiamo già detto tutto.
L. Non sapevo aveste deciso di diversificare così tanto i vostri investimenti. Comunque, ecco il Presidente.
B. Buongiorno Ingegnere, speravo venisse con la sua dolce consorte.
E. Su Consorte abbiamo già detto tutto
B. Ingegnere, mi consenta, sono io il re delle battute, non mi faccia concorrenza
E. Concorrenza che facciamo noi sappiamo quella che facciamo; e quella è quella cosa importante.
B. A proposito di concorrenza, ha visto che disastro la Toyota?
E. Sulla Toyota abbiamo già detto tutto.
B. Ah, non lo sapevo. Devo dire a Bonaiuti che le sue rassegne stampe fanno cagare.
E. Cagate che facciamo noi sappiamo quelle che facciamo; e quella è quella cosa importante.
L. Scusate se mi intrometto, ma non abbiamo molto tempo.
E. Tempo che abbiamo noi sappiamo quello che abbiamo; e quella è quella cosa importante.
B. Se dobbiamo fare a gara, allora non ci sono più le mezze stagioni.
E. Sulle QUATTRO stagioni abbiamo già detto tutto.
L. Come, vuole una pizza alle dieci del mattino?
E. Pizze che mangiamo noi sappiamo quelle che mangiamo; e quella è quella cosa importante.
B. La QUATTRO stagioni non mi fa impazzire, preferisco la napoletana.
E. Sulle napoletane ed anche le siciliane abbiamo già detto tutto.
B. Ingegnere, Lei è un buongustaio. Le donne del sud sono le migliori. Che ne pensa delle sarde?
E. Sarde che mangiamo noi sappiamo quelle che mangiamo; e quella è quella cosa importante
L. Scusate, possiamo quagliare?
E. Quaglie che mangiamo noi sappiamo quelle che mangiamo; e quella è quella cosa importante.
L. Ingegnere, mi permetto di rammentarle che dovremmo parlare di Termini Imerese. Nessun ripensamento sulla chiusura?
E Su Termini Imerese abbiamo già detto tutto.
L. Si, ma gli operai?
E. Operai che licenziamo noi sappiamo quelli che licenziamo; e quella è quella cosa importante.
L. Pensate di chiudere altri stabilimenti nel prossimo futuro?
E. Stabilimenti che terminiamo noi sappiamo quelli che terminiamo; e quella è quella cosa importante.
L. Ma l\'Alfa Romeo ad Arese?
E. Su Arese abbiamo già detto tutto
B. Come vanno le vendite auto?
E. Auto che vendiamo noi sappiamo quelle che vendiamo; e quella è quella cosa importante
B. Molto bene, immagino allora che non ci siano problemi se dirottiamo su altri settori i soldi che pensavamo di destinare agli incentivi auto
E. Sugli incentivi auto abbiamo già detto tutto
L. Non Le sembra un po\' azzardata la decisione di distribuire un dividendo agli azionisti FIAT?
E. Dividendi che distribuiamo noi sappiamo quelli che distribuiamo; e quella è quella cosa importante.
L. Certo, certo. Ma tra Termini Imerese, Arese, cassa integrazione, etc etc, forse non è stata una gran mossa.
E. Sul dividendo abbiamo già detto tutto.
B. Va beh, passiamo ad altro. Come vanno le cose alla Juventus.
E. Scudetti che abbiamo vinto noi sappiamo quelli che abbiamo vinto; e quella è quella cosa importante
B. Anche noi. Comunque, Le avevo chiesto come vanno le cose ora alla Juventus. Che ne dice di Zaccheroni.
E. Su Zattteroni abbiamo già detto tutto.
L. Zatteroni, chi è Zatteroni? Va beh, quando sarà pronto il nuovo stadio?
E. Stadi che costruiamo noi sappiamo quelli che costruiamo; e quella è quella cosa importante
B. Certo, certo. Il Dottor Letta Le chiedeva del nuovo stadio. Come mai avete deciso di vendere le aree commerciali adiacenti?
E. Aree che vendiamo noi sappiamo quelle che vendiamo; e quella è quella cosa importante.
B. Meno male che lo sapete. Mi chiedevo però come mai avete rinunciato allo sviluppo immobiliare.
E. Sullo sviluppo immobiliare abbiamo già detto tutto.
L. Ha letto il libro di Moncalvo?
E. Libri che leggiamo noi sappiamo quelli che leggiamo; e quella è quella cosa importante.
L. Si, lo immagino. Ma cosa mi dice della causa intentata da Sua mamma.
E. Mamme che abbiamo noi sappiamo quelle che abbiamo; e quella è quella cosa importante.
L. Si, ma la causa? L\'eredità?
E. Sull\'eredità abbiamo già detto tutto.
B. Non ha paura che alla fine tra i due litiganti a godere sia l\'Agenzia delle Entrate?
E. Agenzie che entrano noi sappiamo quelle che entrano; e quella è quella cosa importante
L. Agenzie che entrano? Il Presidente si riferiva al fisco, Ingegnere.
E. Sul fisco abbiamo già detto tutto.
L. Presidente, si è fatto tardi. E\' appena arrivato Putin.
B. Lo faccia accomodare sul letto di Napoleone.
E. Su Napoleone abbiamo già detto tutto.
B. Arrivederci Ingegnere, è stato un piacere.
E. Piaceri che abbiamo noi sappiamo quelli che abbiamo; e quella è quella cosa importante.
L. Ingegnere, prego, l'uscita è di qua.
E. Sulle uscite e sulle entrate abbiamo già detto tutto.
L. Molto bene, Le auguro di passare una buona giornata qui a Roma.
E. Giornate che passiamo noi sappiamo quelle che passiamo; e quella è quella cosa importante.

giovedì 25 febbraio 2010

Progetti&Scudetti, Capanna&Susanna


Il tennista l'anno scorso,
dopo tanti infortuni,
fece un grande bel discorso,
con dei toni inopportuni.

Io so fare proprio tutto.
Me ne faccio grande vanto.
Metto il naso dappertutto.
E guadagno pure tanto.

Con quel tono un po' invadente
e l'accento alla Clouseau
si sentiva un gran vincente,
ma non è il Roland Garros.

Questa storia dei malanni
oramai dovrà finire.
Sono troppi questi danni,
or mi tocca intervenire.

Prendo in mano la questione
e mi metto ad indagare.
Tengo già la soluzione,
tutto faccio sistemare.

Il tennista savoiardo
guarda, pensa, studia, indaga.
E' ben colpa di Riccardo,
lo pensiono senza paga.

Mando via quel dottore,
residuato del passato.
E si torna con furore
tosto in cima al campionato.

Il tennista maledetto
col suo viso da saccente
Vinceremo lo scudetto,
ma Ranieri è ben perdente.

Caccio pure quel cantante,
molto meglio un esordiente.
Non mi serve una badante,
sono un grande dirigente.

E che dire di Capanna?
Non c'ha manco il patentino.
Mentre canto "oh Susanna"
prendo Neri e poi Gaudino.

Quel che dico poi lo faccio,
ora tutto quanto è a posto.
S'avvicina il gran colpaccio,
punteremo al primo posto.

Per finire il compitino,
mancan solo dei campioni.
Tutto gira a puntino,
son già pronti bei milioni.

Diego, Melo e il madrileno,
a Moratti siamo addosso.
Vado avanti come un treno,
e mi prendo pure Grosso.

Ecco fatto lo squadrone,
siam già pronti alla vittoria.
Mi guadagno il guiderdone,
me lo dico con gran boria.

A Pinzolo in piena estate
spunta pure l'ingegnere.
E' un fiorire di cazzate,
non è certo un bel vedere.

Caro Jean, che bel Projetto,
se la ride il damerino.
Caro Jaki l'hai ben detto,
ribadisce il francesino.

All'erede un po' per caso
la giornata va poi storta.
C'è un Nicola ficcanaso,
con domanda nella sporta.

Chiederem quei tricolori,
quelli oggetto del gran ratto?
Qui si torna agli albori,
come mai nessun ha fatto.

Sei secondi di mutismo,
uno sguardo imbarazzato.
Ci s'attende un bel sofismo,
ma l'erede è impanicato.

Cosa cazzo gli rispondo?
Non mi hanno preparato.
Questo colpo è ben profondo,
mica sono l'Avvocato.

Con quel viso molto finto,
la risposta non è a tono.
Gli scudetti che abbiam vinto
noi sappiamo quei che sono.

Ma torniamo un attimino,
dal tennista trionfante.
E lasciamo il principino,
al suo eloquio balbettante.

Le vittorie da ombrellone
son ben cose da sfigati.
Sono fatte di cartone,
lo san pure i neonati.

Pochi mesi son passati
il Projetto è nel pantano.
Gli avversari son scappati,
resterem con nulla in mano.

Ciao a Ciro e Maddaloni,
il distacco è da primato.
Poi arriva Zatteroni,
per salvare il campionato.

Alla fine della fiera,
giunta è l'ora delle somme.
Oramai s'è fatta sera,
a me girano le gomme.

Col francese ed il tennista
resteremo nella fogna.
Siete i primi della lista,
solo vostra è la vergogna.

mercoledì 17 febbraio 2010

Che fine ha fatto la Juve? Il libro di Ju29ro.com


Dopo che Giampiero Mughini l'aveva anticipato in TV era un segreto di Pulcinella, ma finalmente siamo lieti di dare l'annuncio ufficiale: ju29ro.com sbarca nelle librerie, sia in quelle fisiche che nelle virtuali.

"Che fine farà la Juve?" cominciammo a chiederci quasi quattro anni fa, durante l'estate del grande scandalo del calcio, allorché, increduli per le bordate senza possibilità di contraddittorio di giornali e in tv, ci rivolgemmo al web per condividere prima i dubbi, poi le certezze, e infine la rabbia non per Calciopoli o Moggiopoli, ma per Farsopoli, la grande farsa, l’eliminazione di un competitore del sistema per via giudiziaria.


Col passare dei mesi, col trascorrere degli anni, quella domanda iniziale ha iniziato a coniugarsi al passato. "Che fine ha fatto la Juve?".

Il libro è un diario di questi ultimi anni e i nostri lettori più affezionati potranno imbattersi in articoli conosciuti. Ma accanto ai nostri pezzi più significativi, troverete anche qualche inedito, sorta di “stato dell’arte” dopo tre anni di questa nostra esperienza di giornalisti d’inchiesta sui generis.


Il tutto, strutturato in sei parti. Nella prima raccontiamo Farsopoli attraverso le nostre scoperte, nella seconda indaghiamo tra gli scandali altrui, spesso taciuti, nella terza raccontiamo gli esiti sorprendenti dei processi ordinari seguiti a quelli sportivi, la quarta è per intero dedicata all’inside job.

Ma oltre all'inchiesta, abbiamo voluto riversare sulla carta anche il nostro rapporto sentimentale con la Vecchia Signora: la quinta parte ripercorre le nostre emozioni di tifosi durante questi anni, mentre l’ultima è riservata all’ironia, quando non al sarcasmo.

Giampiero Mughini ci ha concesso l'onore di una bellissima introduzione. Roberto Beccantini, pur non condividendo in pieno le nostre idee, quello di una altrettanto bella postfazione. Ringraziamo di cuore entrambi.

Il libro sarà disponibile dai primi di marzo nelle migliori librerie, ma può essere acquistato anche online. In questo caso, pagando con bollettino postale o bonifico bancario, il libro arriverà comodamente a casa vostra con posta prioritaria (spese di spedizione a carico dell'editore), sempre al costo di copertina di 15 €.


--------------------------------------------------------------------------------

Per ordinare il libro manda una mail con nome, cognome e indirizzo completo all'indirizzo:

Chefinehafattolajuve@gmail.com

Queste le coordinate per i pagamenti:

Bonifico bancario:
UBI Banca Popolare Commercio e Industria
Filiale di Strada Nuova - PAVIA
Beneficiario Fausto Giuliano Pellegrin (Cardano editore)
IBAN IT97J0504811302000000034216
Codice SWIFT POCIITM1XXX

Bollettino postale:
Beneficiario: Fausto Giuliano Pellegrin (Cardano editore)
conto postale n° 94913118
iban IT96 R076 0101 6000 00094913118 (da inserire solo se richiesto)


Una volta effettuato il pagamento mandare mail di conferma a:


Riceverete il volume entro 3/4 giorni lavorativi.

lunedì 15 febbraio 2010

venerdì 12 febbraio 2010

Sono vicino alla squadra e all'allenatore (cit)


La Guardia di Finanza ha condotto l'anno scorso una verifica fiscale sulla Juventus, in relazione agli anni che vanno dal 2001/2002 al 2007/2008.

La verifica si è conclusa in data 23 luglio 2009, quando i finanzieri hanno consegnato alla società il cosiddetto "processo verbale di constatazione". Si tratta di un documento che deve essere obbligatoriamente predisposto dagli ispettori fiscali e in cui sono riassunte tutte le operazioni di verifica effettuate ed i relativi risultati.

Nel predetto processo verbale, come evidenziato nel bilancio della società al 30 giugno 2009 e nell'ultimo resoconto intermedio di gestione, i finanzieri hanno contestato alla Juventus diverse violazioni delle norme tributarie, per importi rilevanti. Ad avviso dei verificatori, in particolare, la società non avrebbe trattato correttamente, sotto il profilo fiscale, alcune operazioni effettuate sui cartellini dei giocatori e le provvigioni pagate agli agenti dei calciatori al momento della firma o del rinnovo del contratto. Secondo la Juventus, invece, tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle regole tributarie applicabili e, pertanto, la società ha manifestato l'intenzione di difendersi nei modi e nei termini previsti dalla legge.

La verifica fiscale ha poi originato anche un'indagine penale. Come stabilito dalla normativa vigente, la Guardia di Finanza, ritenendo che le violazioni contestate possano rappresentare anche un reato fiscale, ha segnalato la cosa alla Procura della Repubblica di Torino. Ed è notizia di oggi, infatti, che l'attuale Presidente della Juventus, Jean-Claude Blanc, ed il suo predecessore, Giovanni Cobolli Gigli, sono indagati per presunti reati fiscali commessi in qualità di amministratori della società. L'inchiesta dei magistrati torinesi riguarda il trattamento ai fini dell'imposta sul valore aggiunto delle provvigioni corrisposte agli agenti dei calciatori. Gli anni oggetto di indagine sono il 2005, il 2006 ed il 2007 (le cui dichiarazioni IVA sono state presentate, rispettivamente, nel 2006, 2007 e 2008).

Con un comunicato pubblicato sul proprio sito Internet, la Juventus "ha preso atto delle indiscrezioni pubblicate da alcuni organi di stampa in relazione agli sviluppi di una verifica fiscale condotta dalla Guardia di Finanza nel corso del 2009 e della quale le comunicazioni sociali hanno dato ampia ed esaustiva informazione".

Nel comunicato, la società ha confermato "che il precedente Presidente Giovanni Cobolli Gigli e l’attuale, Jean-Claude Blanc, hanno effettivamente ricevuto dalla Procura della Repubblica di Torino, nel corso del mese di gennaio 2010, un invito a presentarsi per illustrare la propria posizione in relazione alle ipotesi di violazioni fiscali in materia di IVA contestate per gli anni fiscali 2005, 2006 e 2007", precisando altresì che "i legali hanno ricevuto mandato di illustrare la posizione della società e dei suoi amministratori, che possono sin d’ora dichiarare di avere sempre osservato la legge e i regolamenti sportivi, attenendosi anche alle direttive della Federcalcio e della FIFA. In questi anni infatti, la Juventus ha stipulato regolari contratti con professionisti i cui compensi sono sempre stati pagati a fronte di attività svolte nell’interesse della Società. Inoltre, la Juventus sottolinea che non ha mai seguito prassi non corrette che, secondo gli organi di informazione che hanno diffuso l’indiscrezione, sarebbero invalse nel mondo del calcio".

Secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa, il legale incaricato dalla società e dai suoi (ex ed attuali) amministratori sarebbe il solito Michele Briamonte dello Studio Grande Stevens, avvocato di fiducia della Juventus e noto per aver partecipato con il collega Cesare Zaccone alla difesa (si fa per dire) della società nel processo sportivo, culminato con la retrocessione in Serie B e la perdita di due scudetti conquistati con pieno merito sul campo. Briamonte avrebbe già contattato i magistrati per discutere della questione, concordando con loro i passi successivi. In particolare, l'avvocato torinese si sarebbe impegnato ad inviare agli inquirenti una memoria difensiva di Blanc e Cobolli Gigli.

Dal canto suo, la Società "ha tempestivamente segnalato - così prosegue il comunicato ufficiale - alla Lega Nazionale Professionisti le contestazioni che potenzialmente coinvolgono l’intero 'sistema calcio', anche per affrontare unitariamente casi analoghi. La Juventus ha ragione di credere che quanto sopra sarà dimostrato nelle opportune sedi, come si è già verificato in altre occasioni".

In attesa di seguire l'evolversi della vicenda, mi limito ad un sobrio commento. Sono vicino alla squadra ed all'allenatore (cit).

giovedì 11 febbraio 2010

Torneranno i tempi belli. Tocca a te, Andrea Agnelli


Nel bel mezzo dell'inverno
c'è un tennista preoccupato.
Sempre oggetto di gran scherno,
lui si sente denigrato.

Nonostante il conto in banca
c'è qualcosa che lo turba.
Al tennista sulla panca
non va giù chi lo disturba.

Si ritiene un incompreso,
non capisce certi cori.
I 'fanculo l'hanno offeso,
se la prendano coi mori...

Quel tennista irriverente,
col nasino pronunciato,
ha un visino sofferente.
E' da tempo incazzato.

Troppi insulti dalla gente,
"chi non salta è un francese".
"Vaffanculo Presidente",
e poi giù con altre offese.

Il tifoso è un fiume in piena,
non si ferma un solo istante.
Troppo grande la sua pena,
questo sfascio è desolante.

Sono tante le ragioni,
dei tifosi più incazzati.
Vi risparmio gli spiegoni,
bastan questi pochi dati.

Grande spreco di denari,
troppi errori sul mercato
Ora sono cazzi amari,
il Progetto è sputtanato.

Non c'è nulla che funzioni,
le vittorie son passate.
Qui ci girano i coglioni,
son tre anni di cazzate.

Giocatori pensionati,
con contratti di più anni.
E gli sponsor son scappati,
questi si che sono danni.

Eravamo un modello,
società all'avanguardia.
Ora siamo un bordello,
che vivacchia in retroguardia.

Il tennista è corrucciato
e si sente molto inquieto.
Qui c'è puzza di bruciato,
il suo volto non è lieto.

Basta calci nel sedere,
non si tocca il mio compenso.
Ora chiamo l'ingegnere
e gli dico quel che penso.


Il francese in tutta fretta,
col nasino in gran fermento,
tosto prende la cornetta,
per un nuovo appuntamento.

Caro Jean, che piacere,
siedi qui vicino a me.

E' cordiale l'ingegnere,
vuoi per caso un un po' di té?.

Tri-cachet allor si sfoga
con l'erede balbettante.
Gleilo dice con gran foga,
io non sono un dilettante.

Caro Yaki hai compreso
cosa dicono i tifosi?
Io mi sento ben offeso,
sono solo rancorosi.


Quest'andazzo è una vergogna,
te lo dico a tu per tu.
Non sopporto questa gogna,
allo stadio non vo più.


Non sopporto Penna Bianca,
lui è solo un subalterno.
Avrò anche soldi in banca,
ma la vita è un inferno.


E ti prego di sentire
cosa penso di Roberto.
Te lo devo proprio dire,
con te sono un libro aperto.


E' soltanto un ex campione,
bianconero tracotante.
C'ho la Coppa (di) Zaccone.
è il trofeo più importante.


Ho comprato dei campioni,
Melo, Diego e Cannavaro.
Ne ho sborsati di milioni,
pensa a Grosso e Molinaro.


Vinceremo il campionato,
metteremo un'altra stella.
Ai tifosi l'ho giurato,
questa storia è molto bella.


Ho concluso un bel contratto
con le mele del Trentino.
Me la godo come un matto,
col Fassone ed il Gattino.


Con un ghigno soddisfatto,
si rilassa il damerino.
Ma che affare è stato fatto,
Tri-cachet è uno e trino.

Sei francese, tosto e fiero.
Testa, palle e qualità.
Tu sei juventinovero,
ma con molta più onestà.


Stai tranquillo, stai sereno.
Il tuo posto non si tocca.
Stai andando come un treno,
guai a chi ci mette bocca.


Sembra proprio un gran finale,
per l'erede ed il nasone.
Ma le cose vanno male,
qui ci vuole un ribaltone.

Siamo quasi a quattro anni
di gestione alla carlona.
Sono troppi qui i danni,
che sia giunta l'ora buona?

Senza Yaki ed il tennista,
torneranno i tempi belli.
Qui ci vuole un apripista,
Tocca a te, Andrea Agnelli.

venerdì 5 febbraio 2010

Tri-cachet alle grandi manovre


Monsieur Trinité con l'accento sulla "e" (Tri-cachet, per gli amici) è impegnatissimo in questi giorni.

A dirla tutta, è sempre molto impegnato. Lui non sta certo a pettinare le bambole. Lui lavora, produce, ottiene e pretende (i tri-cachet, appunto).

Comunque, in questi giorni è ancora più impegnato del solito.

Dopo aver risolto con tempestivité, rapidité et incisivité l'affaire allenatore, ingaggiando nientepopodimenoche Zaccheronì (con la "z" sibilata e l'accento sulla "i"), Tri-cachet si è buttato a capofitto in una nuova avventura.

La ricerca del new sponsor per rimpiazzare la new holland, la cui sponsorizzazione, in scadenza al termine di questa stagione, molto probabilmente (ed altrettanto inspiegabilmente) non sarà rinnovata.

L'attivismo di Tri-cachet sta dando buoni frutti in tempi rapidi. D'altronde, con lui presto e bene sempre avviene.

QUATTRO prestigiossime aziende hanno già presentato offerte più che congrue a Tri-cachet.

Due italiane e due francesi. Così, la parconciccio geografica è rispettata.

La Maison du Croque Monsieur, dinamica ed ambiziosa rivendita ambulante della gustosa specialità francese.

La Baguetterie de Chambéry, boutique di grande tradizione, frequentata dalla crème de la crème della cittadina savoiarda.

Il Pastificio Mosciarelli, già munifico sponsor della Longobarda di Oronzo Canà.

Pollo Ruspante, sponsor della Marchigiana all'epoca della trionfale cavalcata in Mitropa Cup (una Super Coppa Zaccone, in pratica).

Viste queste premesse, possiamo sbilanciarci.
Dopo le Pommes du Trentin, un altro grande sponsor affiancherà la Ridentus di Tri-cachet.

Less is more.

mercoledì 3 febbraio 2010

Merci beaucoup




Merci beaucoup, Signor Presidente nonché Amministratore Delegato nonché Direttore Generale, per le continue figure di merda (cit. da Chiellini). Chiedo la cortesia di estendere i ringraziamenti all'azionista di riferimento.

Merci beaucoup, Signor Presidente nonché Amministratore Delegato nonché Direttore Generale, per avere battuto quasi tutti i record negativi nella storia della Juventus. Chiedo la cortesia di estendere i ringraziamenti all'azionista di riferimento. In cosa consiste il vostro Projetto con l'accento sulla "o"? Nella retrocessione per meriti sportivi, dopo quella a tavolino conquistata con successo nel 2006?

Merci beaucoup, Signor Presidente nonché Amministratore Delegato nonché Direttore Generale, per aver gestito con la solita tempestività ed incisività la questione dell'allenatore. Chiedo la cortesia di estendere i ringraziamenti all'azionista di riferimento.

Merci beaucoup, Signor Presidente nonché Amministratore Delegato nonché Direttore Generale, per aver dimostrato di non avere nemmeno il coraggio e la dignità di esporsi in prima persona. Chiedo la cortesia di estendere i ringraziamenti all'azionista di riferimento. Certo, forse è meglio il silenzio di questi ultimi mesi piuttosto che sentir blaterare di projetti con l'accento sulla "i", di uscire dalla crisi con il lavoro, di terze stelle da mettere sulla maglia alla conquista dello scudetto, etc etc. E' però pur vero che il suo triplice ruolo ed il suo triplice compenso implicano anche doveri e reponsabilità (lo stesso dicasi per colui che si illude di prendere il posto di Gianni ed Umberto Agnelli). Prenda esempio dal Suo dirimpettaio Cairo. Le figure di merda (sempre cit. da Chiellini) sono di pari livello, ma almeno lui ci mette la faccia ed i soldi (propri). Lei, né l'una, né gli altri. Chapeau!

Merci beaucoup (sarebbe a dire, grazie tante) anche a Marco Fassone per essere riuscito a portare sponsor di livello come le mele del Trentino. Altro che la Tamoil...

Merci beaucoup (sarebbe a dire, grazie tante) anche ad Alessio Secco per la collezione di bidoni tempestati di brillanti (visti i prezzi) che possiamo esporre in bacheca al posto dei trofei. Chiedo la cortesia di estendere i ringraziamenti anche a Renzo Castagnini. Mi chiedo se e quando la biade Secco&Castagnini vada in giro ad osservare potenziali bidoni da acquistare, posto che sono sempre allo stadio a vedere le partite della Juventus. Forse però è meglio così, visti i risultati di certe spedizioni a Firenze, Palermo, Brema, Empoli, Siviglia, Lione, La Coruna, etc etc

Merci beaucoup (sarebbe a dire, grazie tante) a Giuseppe Gattino per la brillante gestione della comunicazione. Chiedo la cortesia di estendere i ringraziamenti a Paolo Rossi di Juventus Channel, altro professionista che tutti ci invidiano (memorabile la sua concione in difesa della Nuova Juventus in uno dei tanti teatrini televisivi: "non è vero che la società non ha vinto niente dal 2006, perché il campionato di Serie B è stato STRADOMINATO!").

Merci beaucoup a tutti quanti per aver contribuito a trasformare la Juventus nella brutta (ma molto brutta) copia dell'Inter. Chiedo la cortesia di estendere i ringraziamenti ai componenti del consiglio di amministrazione (a partire dal Commissario Sant'Albano), ai medici sociali, agli addetti all'apertura delle raccomandate, ai consulenti legali e a tutti coloro che, senza volerlo, mi sono dimenticato di menzionare.

Da inguaribile ottimista, confido comunque ancora che prima o poi abbiate un rigurgito di orgoglio e di dignità e prendiate la prima decisione sensata da tre anni abbondanti a questa parte. Rassegnare le dimissioni e chiedere scusa ai tifosi ed agli azionisti.

giovedì 28 gennaio 2010

La dignità, se uno non ce l'ha, non se la può dare


Mentre i responsabili di questo sfascio dimostrano di non avere neppure la dignità ed il coraggio di esporsi in prima persona in questo momento (nonostante i loro compensi milionari...), Ciro Ferrara è stato costretto a tenere un'umiliante conferenza stampa da allenatore esonerato de facto.
Le parole pronunciate da Ciro oggi pomeriggio a Vinovo dimostrano una dignità ed una signorilità del tutto sconosciute in certi lidi...
La Caporetto sportiva (e, a breve, anche economica) della Ridentus è sotto gli occhi di tutti e testimonia la capacità di coloro (devo fare i nomi? John Elkann, Jean Claude Blanc, et compagnie) che stanno gestendo la società da metà del 2006.
Ma il comportamento indegno tenuto nei confronti di Ciro Ferrara è qualcosa che va ben al di là di campagne acquisti sballate, bidoni acquistati a caro prezzo, buonuscite elargite a destra e a manca, o sponsor in fuga.
Questo comportamento denota una assoluta e vergognosa mancanza di rispetto per l'uomo Ciro. Nulla di nuovo sotto il sole ridente di Torino, comunque, visto che anche con Ranieri l'atteggiamento è stato molto simile.
D'altronde, è molto comodo avere un capro espiatorio su cui scaricare le proprie responsabilità. Ranieri l'anno scorso. Ferrara quest'anno. Bettega l'anno prossimo?
Dirigenti (si fa per dire) ed azionisti di riferimento non si stupiscano degli apprezzamenti che riceveranno allo stadio, e del disprezzo che la stragrande maggioranza dei tifosi bianconeri (me compreso, ça va sans dire) dimostra nei loro confronti. Stanno solo raccogliendo quello che hanno seminato.
Sono comunque ottimista, e confido ancora che una mattina, guardandosi allo specchio, abbiano un soprassalto di orgoglio e di dignità. E decidano di dare finalmente le dimissioni, chiedendo scusa a tutti gli azionisti e tifosi bianconeri.

martedì 26 gennaio 2010

Ridentus, idea Rafa



Alla Ridentus si susseguono riunioni su riunioni per risolvere la spinosa questione dell'allenatore.
Ferrara è stato ormai sfiduciato, ma non è ancora stata presa alcuna decisione in merito al suo successore.
Jean, Claude et Blòn hanno però deciso di prendere di petto la situazione e sono partiti, accompagnati da Secco e da un notaio, per Majorca.
Il dinamico trio ha deciso che Rafa ... Nadal è l'uomo giusto per la Ridentus ed ha intenzione di proporre allo spagnolo un ricco contratto da allenatore/giocatore. Grande conoscitore di calcio, sano come Andrade: non c'è dubbio, con Rafa la Ridentus portrà aprire un nuovo ciclo vincente

lunedì 25 gennaio 2010

Da uno e trino a uno e quat(t)rino



Alla Ridentus regnano confusione ed incertezza.
Il destino di Ferrara sembra ormai segnato, ma non c'è ancora chiarezza su chi possa essere il suo erede.
Un caronte alla Trapattoni? Un uomo da progetto come Hiddink?
Mi permetto di dare un suggerimento.
Incarico di allenatore a Jean Claude Gauderique Blòn.
Da uno e trino a uno e quat(t)rino.
Molto meglio, ça va sans dire.

Si sente puzza di fogna...



Allenamento a ranghi ridotti per la Ridentus oggi a Vinovo a causa dei numerosi infortunati (l'ultimo in ordine di tempo è Marchisio, out per una ventina di giorni per un problema muscolare) e di una gastroenterite virale (per gli amici, cagotto) che ha colpito De Ceglie, Zebina, Amauri, Del Piero e Diego.

mercoledì 20 gennaio 2010

Marcia del 23 gennaio



In occasione del settimo anniversario della scomparsa dell'Avvocato Agnelli, sabato 23 gennaio a Torino si svolgerà una grande manifestazione del popolo Bianconero.

La tifoseria, finalmente unita, si ritroverà in piazzale Caio Mario a partire dalle 17,30 per marciare pacificamente verso lo stadio Olimpico, dove alle 20,45 è in programma l'incontro di campionato Juventus-Roma.

La marcia è aperta a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Juve: dai gruppi del tifo organizzato alle associazioni, ai club, ai semplici tifosi (da stadio, da tv o da web che siano), alle famiglie.

L'obiettivo della manifestazione è quello di dare un segnale forte alla proprietà e alla dirigenza: il popolo Juventino, quello che la Juve la ama, ha deciso di dire basta allo scempio cui ha dovuto assistere in questi anni. E di farlo in maniera unitaria, superando finalmente le divisioni tra le varie anime della tifoseria Bianconera, in nome della passione comune e dell'obiettivo comune.

Chi ha guidato (si fa per dire) ciò che resta della Juve negli ultimi anni ha potuto disporne, fino ad arrivare all'impresentabile situazione attuale, a proprio piacimento. Anche perché i pregiudizi, i distinguo, i rancori e le recriminazioni hanno quasi sempre portato la tifoseria a dividersi (spesso per futili questioni) in infinite fazioni, facendo mancare l'unità di intenti.

Ora, pur mantenendo ognuno la propria identità, si è scelto di collaborare per un obiettivo comune, per una passione comune, per un amore comune: il bene della nostra Juve!

Quella Juve che l'Avvocato tanto amava. Quella Juve che era per tutti esempio di organizzazione e competenza, di passione e professionalità... mentre la Juve di oggi sembra distinguersi solo per dilettantismo, disorganizzazione e inadeguatezza.

Il popolo Bianconero manifesterà pacificamente, ma con determinazione, per chiedere che si ritorni ad una Juve gestita con la giusta passione, e non come un semplice asset del gruppo, da trattare con distacco e indifferenza.

Questo è il comunicato con cui OrgoglioGobbo, gruppo promotore della manifestazione, l'ha presentata al mondo del web nei giorni scorsi.

E’ un momento particolare per i nostri colori, sembra assurdo ma è più difficile uscire da questa situazione che risalire in serie A dalla serie B.
Almeno lì avevamo un progetto, una speranza, un qualcosa che ci dava la possibilità di credere in un futuro migliore… Oggi no, andiamo avanti per tentativi guidati da personaggi che con il mondo del calcio non sono mai entrati in sintonia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti…
Un manager come Blanc può andare bene per rivitalizzare un centro commerciale, risollevare le sorti di una catena in franchising ma non è adatto a guidare una società come la Juventus che rappresenta la storia del calcio in Italia e nel mondo.
Una cosa è motivare degli addetti alla vendita, ben altra spiegare a campioni strapagati il valore di quella Maglia che amiamo.
E’ per questo che, lasciando da parte gli attuali risultati del campo, i Gobbi veri, senza distinzione di età e sesso, Ultras o gente di Club, Associazioni e semplici tifosi si ritroveranno prima della partita con la Roma, Sabato 23 Gennaio alle ore 17.30 presso Piazzale Caio Mario, lo stesso da dove partì la storica Adunata del 1° Luglio 2006, per ricordare l’Avvocato Gianni Agnelli nel 7° anniversario della Sua scomparsa, gridare piena fiducia a Roberto Bettega e ribadire che senza gli Uomini che hanno scritto la storia, non si va lontano.
L’Avvocato non avrebbe mai permesso a questi incapaci di combinare così tanti guai, non avrebbe mai esposto la Juve a queste figure barbine…
Nel passato, anche recente, troppi Gobbi sono stati allontanati perché anteponevano il cuore al portafogli ed oggi non abbiamo più quelle persone che rappresentano la memoria storica di un club.
Vogliamo che la nostra Juve sia guidata da chi l’ha amata, l’ha difesa e potrà continuare a farlo con il nostro appoggio. Ancora una volta sarà il Popolo Gobbo ad indicare la strada da seguire per uscire da questo pantano. Con il cuore, con l’anima, con il sangue a strisce bianconere che ci scorre nelle vene.
Condizione fondamentale: ognuno porti una o più candele perché sarà un momento molto suggestivo che ci unirà in un unico grande abbraccio.
Poi tutti insieme allo stadio.
I Gobbi veri si vedranno Sabato 23 Gennaio alle 17.30 in Piazzale Caio Mario.
La nostra Juve solo a chi ha dimostrato con i fatti di essere Gobbo!
orgogliogobbo.it


La manifestazione è promossa anche dai Drughi Bianconeri Curva Sud, che hanno aderito all'organizzazione dell'evento col seguente comunicato:

"IL 23 DI GENNAIO TUTTI I DRUGHI BIANCONERI SARANNO PRESENTI IN PIAZZA CAIO MARIO
NON FATEVELO NEANCHE DIRE, TUTTI DOBBIAMO ESSERE PRESENTI!
E' davvero importante esserci, siamo a un punto di non ritorno, un punto in cui tutti e dico tutti dobbiamo fare qualcosa per provare a far cambiare questa situazione in cui questi pseudo dirigenti ci hanno messo, dobbiamo tutti tirare fuori l'amore per i nostri colori e far capire a tutto il mondo che la JUVE SIAMO NOI E SOLO NOI SIAMO DEGNI DEI NOSTRI COLORI!"


Un plauso a chi, con tanta passione, sta organizzando la marcia.

martedì 19 gennaio 2010

Forza Bettega


Lo sfascio della Ridentus, dopo tre anni abbondanti di cura Elkann/Trinité, è sotto gli occhi di tutti. Ed ho il fondato sospetto che, se uno potesse vedere e valutare le cose dall'interno, ne verrebbe fuori un quadro ancora più drammatico.

Immagino lo sconforto che deve avere colto Bettega, quando si è reso conto con i propri occhi e con le proprie orecchie degli effetti devastanti dello tsunami John&Jean. Non c'è più organizzazione. Non c'è più cultura del lavoro. Non c'è più spirito di gruppo. Non c'è più applicazione inflessibile delle regole. Ci sono solo macerie, in tutti i settori. Dalla gestione sportiva alla comunicazione. Dal marketing al settore medico. Dallo scouting allo staff tecnico. Dai campi di Vinovo alle “primaverili” (cit).

Questa non è la Juventus. E non a caso, nei nostri articoli parliamo di Ridentus, New Holland FC, Juvinese (o Juvascoli), Newventus, etc.

La nomina di Bobby Gol a vice-direttore generale della Ridentus certifica, ufficialmente, il fallimento del projetto con l'accento sulla "o". Monsieur Trinité, seppur formalmente ancora Uno&Trino (visto che ha conservato tutte e tre le cariche - Presidente, Amministratore Delegato e Direttore Generale - che l'eredepercasoaforzadisaltelli ed i suoi tutori gli hanno inopinatamente attribuito), nella sostanza ha subito un forte ridimensionamento, essendo stato costretto a cedere la responsabilità della gestione sportiva (che, per una società di calcio, rappresenta il core business).

La decisione di Bettega di correre al capezzale della Ridentus, accettando di collaborare con coloro che hanno affossato la Juventus, patteggiato il patteggiabile (ed anche il non patteggiabile), denunciato la Triade per infedeltà patrimoniale, etc etc, ha fatto storcere il naso a Luciano Moggi e a diversi tifosi, che accusano in pratica Penna Bianca di collaborazionismo con gli usurpatori.

Devo ammettere di aver sperato io stesso che Bettega opponesse uno sdegnato rifiuto all'offerta che, poco prima di Natale, Monsieur Trinité obtorto collo gli ha fatto. Il motivo è molto semplice. Johnny B Good e Trinité stanno seriamente pregiudicando il futuro della Juventus. Il loro projetto con l'accento sulla "o" è paragonabile ad un cancro, che deve essere debellato, privandolo dei nutrimenti necessari per la sua sopravvivenza e la sua crescita. Senza nutrimento, il cancro muore, soffocando nelle sue stesse scorie. Senza il nutrimento dei risultati sportivi, il projetto con l'accento sulla "o" è destinato prima o poi ad essere gettato nel cestino dei rifiuti. In quest’ottica, avrei sinceramente preferito che l’eredepercasoaforzadisaltelli e Trinité venissero abbandonati al loro destino di perdenti, in modo da lasciarli affogare nel mare dei loro errori. Una stagione disastrosa (questa, la quarta del nuovo corso ridentino) è un prezzo congruo da pagare, a mio modesto avviso, per accelerare al massimo il cestinamento del projetto con l'accento sulla "o". La mia preoccupazione era (ed è) duplice. Da un lato, che Bettega, con la sua indiscussa competenza calcistica, potesse rabberciare un po’ la baracca, rallentando il processo. Dall’altro, che Bettega potesse comunque diventare un utile parafulmine, un comodo capro espiatorio su cui scaricare in futuro le responsabilità di un eventuale (si fa per dire…) fallimento.

Detto questo, l'amore fa (purtroppo, in questo caso) compiere gesti irrazionali. E Bobby Gol, da innamorato perso della Juventus, ha ragionato con il cuore, accettando di collaborare con il nemico.

Da poche settimane, alcune cose sono sostanzialmente cambiate in Fermo Ferraris e a Vinovo, anche se ancora non si vedono risultati concreti (quanto meno, leggendo i tabellini delle partite). Le luci della sede restano accese sino a tarda sera (cosa che, dall’estate del 2006 in avanti, non era mai successa, se non in occasione di qualche CDA), perché c’è qualcuno con la cabeza bianca che, solitario, sta lavorando senza risparmiarsi per cercare di raddrizzare la situazione disastrosa che ha trovato. A Vinovo, la squadra e lo staff tecnico e medico hanno finalmente un dirigente esperto e carismatico che si occupi di loro. Un dirigente che cerca di stimolare l’orgoglio delle vecchie glorie (a partire dal capitano, che non ha ancora imparato cosa voglia dire essere il capitano…), di supportare un allenatore inesperto e fuori fase, di capire da staff medico e preparatori i motivi della catena senza fine di infortuni. Tutto cose che in questi anni non sono state fatte, per insipienza, inesperienza e disinteresse di Monsieur Trinité e del suo staff.

Bettega, comunque, non ha la bacchetta magica. Ed è pertanto assurdo attendersi risultati particolari, dopo un paio di settimane di lavoro. Tra l’altro, è anche possibile che i danni arrecati dal projetto con l'accento sulla "o" siano così diffusi e gravi da essere sostanzialmene irreparabili. Mi sembra quindi che alcune critiche rivolte in questi giorni a Bobby Gol sul web siano davvero ingenerose e pretestuose.

In conclusione, anche se avrei davvero preferito non vedere Bettega alla Ridentus, perché Elkann, Trinité e tutta quella allegra compagnia di ridenti non lo meritano, faccio comunque il tifo per lui. Con tutto il cuore. E mi auguro che fra non molto Bobby Gol si dedichi alle grandi pulizie di primavera. In sede e a Vinovo.

giovedì 14 gennaio 2010

Adieu, Monsieur Trinité


Egregio Presidente nonché Amministratore Delegato nonché Direttore Generale,

la Juventus della Triade era una società modello nel mondo, per organizzazione, cultura del lavoro e professionalità. Forse il solo Manchester United le era superiore in qualche aspetto.
Il buon esempio veniva dall'alto. Da un gruppo di dirigenti che non si risparmiavano, che dedicavano il proprio tempo alla Juventus con passione e competenza, che erano sempre presenti a fianco della squadra, che sapevano fare gruppo con i giocatori ed essere inflessibili con chi sgarrava.

La Ridentus di Monsieur Trinité è anch'essa una società modello nel mondo, per disorganizzazione, scarsa cultura del lavoro e pressapochismo.
Il cattivo esempio viene dall'alto. Da un gruppo di dirigenti (Monsieur Trinité e Secco in primis) che non si ammazzano certo dal lavoro, che si limitano ad un orario da impiegati statali (venerdì scorso Monsieur Trinité se ne usciva tranquillamente dalla sede alle 17.30 e ho l'impressione che questa sia la regola, non l'eccezione), che non rinunciano alle loro meritate vacanze (in pieno calciomercato, ad esempio, oppure durante la sosta natalizia, nonostante fosse più opportuno accompagnare la squadra a Gedda ed incontrare la ricca dirigenza saudita), che hanno comunque cose più importanti da fare che occuparsi di Juventus (il prode Secco si dedica, con grande successo peraltro, al motocross in periodo di calciomercato, ed è un frequentatore abituale della scuola sci di Sestriere, anche alla vigilia di partite delicate come Juventus-Catania di poco meno di un mese fa), che non sono mai presenti a fianco della squadra, che non sanno fare gruppo con i giocatori, che non sono in grado di far rispettare le regole e punire chi sgarra.

Con queste premesse, non c'è da stupirsi che la Ridentus sia diventata la brutta copia dell'Inter di Moratti, quella che, sino al 2006, prendeva solo solenni batoste e che invece Monsieur Trinité, con la valente collaborazione del suo staff e dell'azionista di maggioranza, è riuscito a trasformare in una società vincente, almeno in Italia.
Una società che brilla per pressapochismo, inadeguatezza e dilettantismo. Una società che non riesce neppure a diramare un elenco corretto di convocati per la partita di Coppa Italia o a tenere aggiornata la sezione biglietteria del sito, tanto per far due esempi recenti.
Uno spogliatoio spaccato, con giocatori che non si parlano, che litigano tra di loro, che si mettono le mani addosso (e le mettono addosso all'allenatore). Giocatori che sorridono dopo le sconfitte, dimostrando che a loro in fondo non importa (ma, d'altronde, se ridono i vertici e la proprietà, perché mai dovrebbero comportarsi diversamente i giocatori?).
Dichiarazioni trionfalistiche a priori da parte di dirigenti e atleti (vinceremo Champions e scudetto, non ci accontentiamo di meno, siamo la Ridentus, etc etc).
Questa era l'Inter di Moratti sino a qualche tempo fa. Questa è la Ridentus dal 2006. Chapeau.
Sono illuminanti le parole di Mughini su Libero di ieri: "S'è verificato quanto pronosticato dagli eroi al valor militare juventino che militano nel sito ju29ro team, e cioè che i cromosomi che allignavano una volta a Via Durini, dov'era la sede dell'Inter, si sono trasferiti in massa in Corso Galileo Ferraris a Torino. La Juve del 2010 è la copia anastatica dell'Inter del ventennio pre-Calciopoli. Una squadra e una società che stanno a metà strada tra il disastro e la farsa".

Gestire una società, di calcio per di più, è molto diverso dall'organizzare eventi senza concorrenza come le Olimpiadi invernali, il Roland Garros o la Parigi-Dakar. Non basta un master in business administration (ma, visti i risultati, sarebbe più appropriato parlare di master in business destruction). Servono competenza, esperienza, capacità di gestire persone particolari come i giocatori (giovani viziati, stracarichi di soldi, con troppo tempo libero). Serve la capacità e l'umiltà di sapersi circondare di collaboratori validi e preparati. Non serve invece a nulla, ed è anzi profondamente deleteria, la prosopopea di chi, pur essendo un parvenu del calcio, ha la presunzione di saper fare tutto.
Monsieur Trinité ha dimostrato in questi anni di non avere le competenze necessarie, di non avere esperienza, di non saper gestire una squadra ed uno spogliatoio, di non avere la capacità e l'umiltà di scegliere collaboratori adeguati. In (quasi) tutti i settori sono state scelte persone inadeguate al ruolo. Dalla gestione sportiva (Secco, oltre allo stesso Monsieur Trinité, nella sua veste di DG) al marketing (Fassone), dalla comunicazione (Gattino) allo scouting (Castagnini). In tutto questo sfascio, si salvano il solo dott. Bergero (peraltro ereditato dalla vecchia gestione, non certo una scoperta di Monsieur Trinité) e, ovviamente, Roberto Bettega. La recente nomina di Bobby Gol a vice-direttore generale - decisione chiaramente imposta dall'alto e subita da Monsieur Trinité - certifica il fallimento del famoso projettò in salsa francese (less is more, vincere di meno - anzi, nulla - spendendo molto di più).

E' comunque giusto dare a Cesare quel che è di Cesare (non Zaccone, a lui è già stato dato più che a sufficienza) e riconoscere che Monsieur Trinité ha una (sola) grande capacità. Quella di farsi attribuire un compenso totalmente sproporzionato rispetto alle proprie competenze. Partendo da una base di circa 2,6 milioni (compenso dell'anno scorso, quando Monsieur Trinité aveva solo due cariche), immagino che ora siano stati sfiorati, se non superati, i tre milioni (considerato che Cobolli&Gigli, in due, percepivano più di 700mila euro).

Il danno che Monsieur Trinité ha arrecato alla società, ai suoi azionisti ed ai suoi tifosi con la gestione dissennata di questi anni (e mi riferisco alla sola gestione ordinaria, perché attribuisco la responsabilità della gestione straordinaria - e cioè la sapiente retrocessione in Serie B - all'azionista di maggioranza ed ai suoi tutori) è incommensurabile. Le conseguenze si faranno sentire sempre di più negli anni a venire. Si è innestato infatti un circolo vizioso. Una squadra modesta ed infarcita di bidoni (acquistati, tra l'altro, a carissimo prezzo) e risultati sportivi disastrosi avranno un effetto deleterio sulla capacità di attrarre sponsor e partner commerciali remunerativi (sono proprio curioso di vedere come andrà a finire la ricerca del nuovo main sponsor...). Meno soldi quindi da investire in una squadra totalmente da rifondare dopo una serie di campagne acquisti condotte da dilettanti allo sbaraglio.
E sarà difficile, se non impossibile, invertire in futuro la tendenza e ricostruire (sia pur con una dirigenza rinnovata ed adeguata) una società organizzata e vincente.
Ora, ci sono solo macerie. E' come se fosse passato uno tsunami. Lo tsunami Jean-Claude...

Il responsabile di un simile disastro, invece di cercare come al solito di scaricare le proprie colpe su un comodo capro espiatorio (Ranieri, l'anno scorso; Ferrara, quest'anno; Bettega, in futuro?), dovrebbe avere la dignità di prendere la prima decisione sensata e ragionevole da tre anni (abbondanti) a questa parte. Rassegnare con effetto immediato le proprie dimissioni, rinunciare alla lauta indennità di fine mandato e chiedere scusa agli azionisti e ai tifosi juventini per il male loro arrecato.

Da Torino a Chambéry è tutta autostrada. Immagino che Lei la strada la conosca bene.
Carichi armi e bagagli sulla Sua macchina, ivi compreso il famoso projettò che non vale nemmeno la carta su cui (forse) è stato scritto, e se ne torni pure dai Suoi compatrioti ad organizzare eventi o ad aprire una rivendita di 'croque monsieur' (non azzardi nulla di più complesso, mi raccomando). Qui, non La rimpiangerà di certo nessuno (a parte Moratti).

Distinti saluti