Benvenuti!

In difesa di 113 anni di storia e di gloria.
In difesa di 29 scudetti.

Perché la Juventus non è stata difesa.
Non è stata difesa da John Elkann. Anzi...
Non è stata difesa da Gabetti. Anzi...
Non è stata difesa da Grande Stevens. Anzi...
Non è stata difesa da Montezemolo. Anzi...
Non è stata difesa dal presidente Gigli. Anzi...
Non è stata difesa da Cesare Zaccone. Anzi...

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Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
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giovedì 28 gennaio 2010

La dignità, se uno non ce l'ha, non se la può dare


Mentre i responsabili di questo sfascio dimostrano di non avere neppure la dignità ed il coraggio di esporsi in prima persona in questo momento (nonostante i loro compensi milionari...), Ciro Ferrara è stato costretto a tenere un'umiliante conferenza stampa da allenatore esonerato de facto.
Le parole pronunciate da Ciro oggi pomeriggio a Vinovo dimostrano una dignità ed una signorilità del tutto sconosciute in certi lidi...
La Caporetto sportiva (e, a breve, anche economica) della Ridentus è sotto gli occhi di tutti e testimonia la capacità di coloro (devo fare i nomi? John Elkann, Jean Claude Blanc, et compagnie) che stanno gestendo la società da metà del 2006.
Ma il comportamento indegno tenuto nei confronti di Ciro Ferrara è qualcosa che va ben al di là di campagne acquisti sballate, bidoni acquistati a caro prezzo, buonuscite elargite a destra e a manca, o sponsor in fuga.
Questo comportamento denota una assoluta e vergognosa mancanza di rispetto per l'uomo Ciro. Nulla di nuovo sotto il sole ridente di Torino, comunque, visto che anche con Ranieri l'atteggiamento è stato molto simile.
D'altronde, è molto comodo avere un capro espiatorio su cui scaricare le proprie responsabilità. Ranieri l'anno scorso. Ferrara quest'anno. Bettega l'anno prossimo?
Dirigenti (si fa per dire) ed azionisti di riferimento non si stupiscano degli apprezzamenti che riceveranno allo stadio, e del disprezzo che la stragrande maggioranza dei tifosi bianconeri (me compreso, ça va sans dire) dimostra nei loro confronti. Stanno solo raccogliendo quello che hanno seminato.
Sono comunque ottimista, e confido ancora che una mattina, guardandosi allo specchio, abbiano un soprassalto di orgoglio e di dignità. E decidano di dare finalmente le dimissioni, chiedendo scusa a tutti gli azionisti e tifosi bianconeri.

martedì 26 gennaio 2010

Ridentus, idea Rafa



Alla Ridentus si susseguono riunioni su riunioni per risolvere la spinosa questione dell'allenatore.
Ferrara è stato ormai sfiduciato, ma non è ancora stata presa alcuna decisione in merito al suo successore.
Jean, Claude et Blòn hanno però deciso di prendere di petto la situazione e sono partiti, accompagnati da Secco e da un notaio, per Majorca.
Il dinamico trio ha deciso che Rafa ... Nadal è l'uomo giusto per la Ridentus ed ha intenzione di proporre allo spagnolo un ricco contratto da allenatore/giocatore. Grande conoscitore di calcio, sano come Andrade: non c'è dubbio, con Rafa la Ridentus portrà aprire un nuovo ciclo vincente

lunedì 25 gennaio 2010

Da uno e trino a uno e quat(t)rino



Alla Ridentus regnano confusione ed incertezza.
Il destino di Ferrara sembra ormai segnato, ma non c'è ancora chiarezza su chi possa essere il suo erede.
Un caronte alla Trapattoni? Un uomo da progetto come Hiddink?
Mi permetto di dare un suggerimento.
Incarico di allenatore a Jean Claude Gauderique Blòn.
Da uno e trino a uno e quat(t)rino.
Molto meglio, ça va sans dire.

Si sente puzza di fogna...



Allenamento a ranghi ridotti per la Ridentus oggi a Vinovo a causa dei numerosi infortunati (l'ultimo in ordine di tempo è Marchisio, out per una ventina di giorni per un problema muscolare) e di una gastroenterite virale (per gli amici, cagotto) che ha colpito De Ceglie, Zebina, Amauri, Del Piero e Diego.

mercoledì 20 gennaio 2010

Marcia del 23 gennaio



In occasione del settimo anniversario della scomparsa dell'Avvocato Agnelli, sabato 23 gennaio a Torino si svolgerà una grande manifestazione del popolo Bianconero.

La tifoseria, finalmente unita, si ritroverà in piazzale Caio Mario a partire dalle 17,30 per marciare pacificamente verso lo stadio Olimpico, dove alle 20,45 è in programma l'incontro di campionato Juventus-Roma.

La marcia è aperta a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Juve: dai gruppi del tifo organizzato alle associazioni, ai club, ai semplici tifosi (da stadio, da tv o da web che siano), alle famiglie.

L'obiettivo della manifestazione è quello di dare un segnale forte alla proprietà e alla dirigenza: il popolo Juventino, quello che la Juve la ama, ha deciso di dire basta allo scempio cui ha dovuto assistere in questi anni. E di farlo in maniera unitaria, superando finalmente le divisioni tra le varie anime della tifoseria Bianconera, in nome della passione comune e dell'obiettivo comune.

Chi ha guidato (si fa per dire) ciò che resta della Juve negli ultimi anni ha potuto disporne, fino ad arrivare all'impresentabile situazione attuale, a proprio piacimento. Anche perché i pregiudizi, i distinguo, i rancori e le recriminazioni hanno quasi sempre portato la tifoseria a dividersi (spesso per futili questioni) in infinite fazioni, facendo mancare l'unità di intenti.

Ora, pur mantenendo ognuno la propria identità, si è scelto di collaborare per un obiettivo comune, per una passione comune, per un amore comune: il bene della nostra Juve!

Quella Juve che l'Avvocato tanto amava. Quella Juve che era per tutti esempio di organizzazione e competenza, di passione e professionalità... mentre la Juve di oggi sembra distinguersi solo per dilettantismo, disorganizzazione e inadeguatezza.

Il popolo Bianconero manifesterà pacificamente, ma con determinazione, per chiedere che si ritorni ad una Juve gestita con la giusta passione, e non come un semplice asset del gruppo, da trattare con distacco e indifferenza.

Questo è il comunicato con cui OrgoglioGobbo, gruppo promotore della manifestazione, l'ha presentata al mondo del web nei giorni scorsi.

E’ un momento particolare per i nostri colori, sembra assurdo ma è più difficile uscire da questa situazione che risalire in serie A dalla serie B.
Almeno lì avevamo un progetto, una speranza, un qualcosa che ci dava la possibilità di credere in un futuro migliore… Oggi no, andiamo avanti per tentativi guidati da personaggi che con il mondo del calcio non sono mai entrati in sintonia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti…
Un manager come Blanc può andare bene per rivitalizzare un centro commerciale, risollevare le sorti di una catena in franchising ma non è adatto a guidare una società come la Juventus che rappresenta la storia del calcio in Italia e nel mondo.
Una cosa è motivare degli addetti alla vendita, ben altra spiegare a campioni strapagati il valore di quella Maglia che amiamo.
E’ per questo che, lasciando da parte gli attuali risultati del campo, i Gobbi veri, senza distinzione di età e sesso, Ultras o gente di Club, Associazioni e semplici tifosi si ritroveranno prima della partita con la Roma, Sabato 23 Gennaio alle ore 17.30 presso Piazzale Caio Mario, lo stesso da dove partì la storica Adunata del 1° Luglio 2006, per ricordare l’Avvocato Gianni Agnelli nel 7° anniversario della Sua scomparsa, gridare piena fiducia a Roberto Bettega e ribadire che senza gli Uomini che hanno scritto la storia, non si va lontano.
L’Avvocato non avrebbe mai permesso a questi incapaci di combinare così tanti guai, non avrebbe mai esposto la Juve a queste figure barbine…
Nel passato, anche recente, troppi Gobbi sono stati allontanati perché anteponevano il cuore al portafogli ed oggi non abbiamo più quelle persone che rappresentano la memoria storica di un club.
Vogliamo che la nostra Juve sia guidata da chi l’ha amata, l’ha difesa e potrà continuare a farlo con il nostro appoggio. Ancora una volta sarà il Popolo Gobbo ad indicare la strada da seguire per uscire da questo pantano. Con il cuore, con l’anima, con il sangue a strisce bianconere che ci scorre nelle vene.
Condizione fondamentale: ognuno porti una o più candele perché sarà un momento molto suggestivo che ci unirà in un unico grande abbraccio.
Poi tutti insieme allo stadio.
I Gobbi veri si vedranno Sabato 23 Gennaio alle 17.30 in Piazzale Caio Mario.
La nostra Juve solo a chi ha dimostrato con i fatti di essere Gobbo!
orgogliogobbo.it


La manifestazione è promossa anche dai Drughi Bianconeri Curva Sud, che hanno aderito all'organizzazione dell'evento col seguente comunicato:

"IL 23 DI GENNAIO TUTTI I DRUGHI BIANCONERI SARANNO PRESENTI IN PIAZZA CAIO MARIO
NON FATEVELO NEANCHE DIRE, TUTTI DOBBIAMO ESSERE PRESENTI!
E' davvero importante esserci, siamo a un punto di non ritorno, un punto in cui tutti e dico tutti dobbiamo fare qualcosa per provare a far cambiare questa situazione in cui questi pseudo dirigenti ci hanno messo, dobbiamo tutti tirare fuori l'amore per i nostri colori e far capire a tutto il mondo che la JUVE SIAMO NOI E SOLO NOI SIAMO DEGNI DEI NOSTRI COLORI!"


Un plauso a chi, con tanta passione, sta organizzando la marcia.

martedì 19 gennaio 2010

Forza Bettega


Lo sfascio della Ridentus, dopo tre anni abbondanti di cura Elkann/Trinité, è sotto gli occhi di tutti. Ed ho il fondato sospetto che, se uno potesse vedere e valutare le cose dall'interno, ne verrebbe fuori un quadro ancora più drammatico.

Immagino lo sconforto che deve avere colto Bettega, quando si è reso conto con i propri occhi e con le proprie orecchie degli effetti devastanti dello tsunami John&Jean. Non c'è più organizzazione. Non c'è più cultura del lavoro. Non c'è più spirito di gruppo. Non c'è più applicazione inflessibile delle regole. Ci sono solo macerie, in tutti i settori. Dalla gestione sportiva alla comunicazione. Dal marketing al settore medico. Dallo scouting allo staff tecnico. Dai campi di Vinovo alle “primaverili” (cit).

Questa non è la Juventus. E non a caso, nei nostri articoli parliamo di Ridentus, New Holland FC, Juvinese (o Juvascoli), Newventus, etc.

La nomina di Bobby Gol a vice-direttore generale della Ridentus certifica, ufficialmente, il fallimento del projetto con l'accento sulla "o". Monsieur Trinité, seppur formalmente ancora Uno&Trino (visto che ha conservato tutte e tre le cariche - Presidente, Amministratore Delegato e Direttore Generale - che l'eredepercasoaforzadisaltelli ed i suoi tutori gli hanno inopinatamente attribuito), nella sostanza ha subito un forte ridimensionamento, essendo stato costretto a cedere la responsabilità della gestione sportiva (che, per una società di calcio, rappresenta il core business).

La decisione di Bettega di correre al capezzale della Ridentus, accettando di collaborare con coloro che hanno affossato la Juventus, patteggiato il patteggiabile (ed anche il non patteggiabile), denunciato la Triade per infedeltà patrimoniale, etc etc, ha fatto storcere il naso a Luciano Moggi e a diversi tifosi, che accusano in pratica Penna Bianca di collaborazionismo con gli usurpatori.

Devo ammettere di aver sperato io stesso che Bettega opponesse uno sdegnato rifiuto all'offerta che, poco prima di Natale, Monsieur Trinité obtorto collo gli ha fatto. Il motivo è molto semplice. Johnny B Good e Trinité stanno seriamente pregiudicando il futuro della Juventus. Il loro projetto con l'accento sulla "o" è paragonabile ad un cancro, che deve essere debellato, privandolo dei nutrimenti necessari per la sua sopravvivenza e la sua crescita. Senza nutrimento, il cancro muore, soffocando nelle sue stesse scorie. Senza il nutrimento dei risultati sportivi, il projetto con l'accento sulla "o" è destinato prima o poi ad essere gettato nel cestino dei rifiuti. In quest’ottica, avrei sinceramente preferito che l’eredepercasoaforzadisaltelli e Trinité venissero abbandonati al loro destino di perdenti, in modo da lasciarli affogare nel mare dei loro errori. Una stagione disastrosa (questa, la quarta del nuovo corso ridentino) è un prezzo congruo da pagare, a mio modesto avviso, per accelerare al massimo il cestinamento del projetto con l'accento sulla "o". La mia preoccupazione era (ed è) duplice. Da un lato, che Bettega, con la sua indiscussa competenza calcistica, potesse rabberciare un po’ la baracca, rallentando il processo. Dall’altro, che Bettega potesse comunque diventare un utile parafulmine, un comodo capro espiatorio su cui scaricare in futuro le responsabilità di un eventuale (si fa per dire…) fallimento.

Detto questo, l'amore fa (purtroppo, in questo caso) compiere gesti irrazionali. E Bobby Gol, da innamorato perso della Juventus, ha ragionato con il cuore, accettando di collaborare con il nemico.

Da poche settimane, alcune cose sono sostanzialmente cambiate in Fermo Ferraris e a Vinovo, anche se ancora non si vedono risultati concreti (quanto meno, leggendo i tabellini delle partite). Le luci della sede restano accese sino a tarda sera (cosa che, dall’estate del 2006 in avanti, non era mai successa, se non in occasione di qualche CDA), perché c’è qualcuno con la cabeza bianca che, solitario, sta lavorando senza risparmiarsi per cercare di raddrizzare la situazione disastrosa che ha trovato. A Vinovo, la squadra e lo staff tecnico e medico hanno finalmente un dirigente esperto e carismatico che si occupi di loro. Un dirigente che cerca di stimolare l’orgoglio delle vecchie glorie (a partire dal capitano, che non ha ancora imparato cosa voglia dire essere il capitano…), di supportare un allenatore inesperto e fuori fase, di capire da staff medico e preparatori i motivi della catena senza fine di infortuni. Tutto cose che in questi anni non sono state fatte, per insipienza, inesperienza e disinteresse di Monsieur Trinité e del suo staff.

Bettega, comunque, non ha la bacchetta magica. Ed è pertanto assurdo attendersi risultati particolari, dopo un paio di settimane di lavoro. Tra l’altro, è anche possibile che i danni arrecati dal projetto con l'accento sulla "o" siano così diffusi e gravi da essere sostanzialmene irreparabili. Mi sembra quindi che alcune critiche rivolte in questi giorni a Bobby Gol sul web siano davvero ingenerose e pretestuose.

In conclusione, anche se avrei davvero preferito non vedere Bettega alla Ridentus, perché Elkann, Trinité e tutta quella allegra compagnia di ridenti non lo meritano, faccio comunque il tifo per lui. Con tutto il cuore. E mi auguro che fra non molto Bobby Gol si dedichi alle grandi pulizie di primavera. In sede e a Vinovo.

giovedì 14 gennaio 2010

Adieu, Monsieur Trinité


Egregio Presidente nonché Amministratore Delegato nonché Direttore Generale,

la Juventus della Triade era una società modello nel mondo, per organizzazione, cultura del lavoro e professionalità. Forse il solo Manchester United le era superiore in qualche aspetto.
Il buon esempio veniva dall'alto. Da un gruppo di dirigenti che non si risparmiavano, che dedicavano il proprio tempo alla Juventus con passione e competenza, che erano sempre presenti a fianco della squadra, che sapevano fare gruppo con i giocatori ed essere inflessibili con chi sgarrava.

La Ridentus di Monsieur Trinité è anch'essa una società modello nel mondo, per disorganizzazione, scarsa cultura del lavoro e pressapochismo.
Il cattivo esempio viene dall'alto. Da un gruppo di dirigenti (Monsieur Trinité e Secco in primis) che non si ammazzano certo dal lavoro, che si limitano ad un orario da impiegati statali (venerdì scorso Monsieur Trinité se ne usciva tranquillamente dalla sede alle 17.30 e ho l'impressione che questa sia la regola, non l'eccezione), che non rinunciano alle loro meritate vacanze (in pieno calciomercato, ad esempio, oppure durante la sosta natalizia, nonostante fosse più opportuno accompagnare la squadra a Gedda ed incontrare la ricca dirigenza saudita), che hanno comunque cose più importanti da fare che occuparsi di Juventus (il prode Secco si dedica, con grande successo peraltro, al motocross in periodo di calciomercato, ed è un frequentatore abituale della scuola sci di Sestriere, anche alla vigilia di partite delicate come Juventus-Catania di poco meno di un mese fa), che non sono mai presenti a fianco della squadra, che non sanno fare gruppo con i giocatori, che non sono in grado di far rispettare le regole e punire chi sgarra.

Con queste premesse, non c'è da stupirsi che la Ridentus sia diventata la brutta copia dell'Inter di Moratti, quella che, sino al 2006, prendeva solo solenni batoste e che invece Monsieur Trinité, con la valente collaborazione del suo staff e dell'azionista di maggioranza, è riuscito a trasformare in una società vincente, almeno in Italia.
Una società che brilla per pressapochismo, inadeguatezza e dilettantismo. Una società che non riesce neppure a diramare un elenco corretto di convocati per la partita di Coppa Italia o a tenere aggiornata la sezione biglietteria del sito, tanto per far due esempi recenti.
Uno spogliatoio spaccato, con giocatori che non si parlano, che litigano tra di loro, che si mettono le mani addosso (e le mettono addosso all'allenatore). Giocatori che sorridono dopo le sconfitte, dimostrando che a loro in fondo non importa (ma, d'altronde, se ridono i vertici e la proprietà, perché mai dovrebbero comportarsi diversamente i giocatori?).
Dichiarazioni trionfalistiche a priori da parte di dirigenti e atleti (vinceremo Champions e scudetto, non ci accontentiamo di meno, siamo la Ridentus, etc etc).
Questa era l'Inter di Moratti sino a qualche tempo fa. Questa è la Ridentus dal 2006. Chapeau.
Sono illuminanti le parole di Mughini su Libero di ieri: "S'è verificato quanto pronosticato dagli eroi al valor militare juventino che militano nel sito ju29ro team, e cioè che i cromosomi che allignavano una volta a Via Durini, dov'era la sede dell'Inter, si sono trasferiti in massa in Corso Galileo Ferraris a Torino. La Juve del 2010 è la copia anastatica dell'Inter del ventennio pre-Calciopoli. Una squadra e una società che stanno a metà strada tra il disastro e la farsa".

Gestire una società, di calcio per di più, è molto diverso dall'organizzare eventi senza concorrenza come le Olimpiadi invernali, il Roland Garros o la Parigi-Dakar. Non basta un master in business administration (ma, visti i risultati, sarebbe più appropriato parlare di master in business destruction). Servono competenza, esperienza, capacità di gestire persone particolari come i giocatori (giovani viziati, stracarichi di soldi, con troppo tempo libero). Serve la capacità e l'umiltà di sapersi circondare di collaboratori validi e preparati. Non serve invece a nulla, ed è anzi profondamente deleteria, la prosopopea di chi, pur essendo un parvenu del calcio, ha la presunzione di saper fare tutto.
Monsieur Trinité ha dimostrato in questi anni di non avere le competenze necessarie, di non avere esperienza, di non saper gestire una squadra ed uno spogliatoio, di non avere la capacità e l'umiltà di scegliere collaboratori adeguati. In (quasi) tutti i settori sono state scelte persone inadeguate al ruolo. Dalla gestione sportiva (Secco, oltre allo stesso Monsieur Trinité, nella sua veste di DG) al marketing (Fassone), dalla comunicazione (Gattino) allo scouting (Castagnini). In tutto questo sfascio, si salvano il solo dott. Bergero (peraltro ereditato dalla vecchia gestione, non certo una scoperta di Monsieur Trinité) e, ovviamente, Roberto Bettega. La recente nomina di Bobby Gol a vice-direttore generale - decisione chiaramente imposta dall'alto e subita da Monsieur Trinité - certifica il fallimento del famoso projettò in salsa francese (less is more, vincere di meno - anzi, nulla - spendendo molto di più).

E' comunque giusto dare a Cesare quel che è di Cesare (non Zaccone, a lui è già stato dato più che a sufficienza) e riconoscere che Monsieur Trinité ha una (sola) grande capacità. Quella di farsi attribuire un compenso totalmente sproporzionato rispetto alle proprie competenze. Partendo da una base di circa 2,6 milioni (compenso dell'anno scorso, quando Monsieur Trinité aveva solo due cariche), immagino che ora siano stati sfiorati, se non superati, i tre milioni (considerato che Cobolli&Gigli, in due, percepivano più di 700mila euro).

Il danno che Monsieur Trinité ha arrecato alla società, ai suoi azionisti ed ai suoi tifosi con la gestione dissennata di questi anni (e mi riferisco alla sola gestione ordinaria, perché attribuisco la responsabilità della gestione straordinaria - e cioè la sapiente retrocessione in Serie B - all'azionista di maggioranza ed ai suoi tutori) è incommensurabile. Le conseguenze si faranno sentire sempre di più negli anni a venire. Si è innestato infatti un circolo vizioso. Una squadra modesta ed infarcita di bidoni (acquistati, tra l'altro, a carissimo prezzo) e risultati sportivi disastrosi avranno un effetto deleterio sulla capacità di attrarre sponsor e partner commerciali remunerativi (sono proprio curioso di vedere come andrà a finire la ricerca del nuovo main sponsor...). Meno soldi quindi da investire in una squadra totalmente da rifondare dopo una serie di campagne acquisti condotte da dilettanti allo sbaraglio.
E sarà difficile, se non impossibile, invertire in futuro la tendenza e ricostruire (sia pur con una dirigenza rinnovata ed adeguata) una società organizzata e vincente.
Ora, ci sono solo macerie. E' come se fosse passato uno tsunami. Lo tsunami Jean-Claude...

Il responsabile di un simile disastro, invece di cercare come al solito di scaricare le proprie colpe su un comodo capro espiatorio (Ranieri, l'anno scorso; Ferrara, quest'anno; Bettega, in futuro?), dovrebbe avere la dignità di prendere la prima decisione sensata e ragionevole da tre anni (abbondanti) a questa parte. Rassegnare con effetto immediato le proprie dimissioni, rinunciare alla lauta indennità di fine mandato e chiedere scusa agli azionisti e ai tifosi juventini per il male loro arrecato.

Da Torino a Chambéry è tutta autostrada. Immagino che Lei la strada la conosca bene.
Carichi armi e bagagli sulla Sua macchina, ivi compreso il famoso projettò che non vale nemmeno la carta su cui (forse) è stato scritto, e se ne torni pure dai Suoi compatrioti ad organizzare eventi o ad aprire una rivendita di 'croque monsieur' (non azzardi nulla di più complesso, mi raccomando). Qui, non La rimpiangerà di certo nessuno (a parte Moratti).

Distinti saluti