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mercoledì 18 aprile 2007

Moratti, esempio di vero fair-play - Antonio Ghirelli


Oggi l'augurio più cordiale per que­sto fine di settimana è riservato ai personaggi del calcio- spettacolo che nei giorni scorsi hanno onorato particolarmente il " fair play'. Cito per primo il presidente dell'Inter per­chè Moratti, così duramente colpito per i fatti di Valencia che hanno sug­gerito all'UEFA addirittura pià seve­rità per i protagonisti nerazzurri col­pevoli della reazione che non per il provocatore Navarro, il presidente Moratti dicevo ha limitato il suo com­mento alla protesta per una "sberla' confidando al tempo stesso nella sen­tenza di appello. Anche sulla base del­la severa nota del collega Maglie, si ha la sensazione che Platini abbia in­fluito in qualche modo sulla sentenza sebbene naturalmente si debba ammettere che il "western' di quella giornata spagnola fu inve­recondo da entrambe le parti.Un altro presidente, quello del Palermo, ha sostenuto nella lettera aperta da noi pubblicata giovedì che la partigianeria degli arbitri giusti­ficherebbe ampiamente la collera dei dirigenti e giocatori. Ma tanto in questo caso, come a pro­posito del drammatico epilogo di Valencia-Inter si sottovalutano le consegeuenze di accuse vio­lente o di gravi scorrettezze, sulla educazione sportiva e civica degli appassionati. E questa sottovalutazione appare ancor più inspiegabile se ci si guarda intorno, fuori dallo stadio, e si po­ne mente all'intensità di frequenza di manife­stazioni scorrette, teppistiche, ignobili, perfino nell'ambito della scuola e della cosiddetta buo­na società. L'illegalità è diventata talmente nor­male e diffusa che il sindaco di una grande cit­tà come Milano, la signora Moratti si è vista co­stretta a denunciare in piazza l'insufficienza dei mezzi e delle norme per la tutela della sicurez­za della gente per bene.Con il presidente Moratti vanno, comunque, segnalati altri personaggi meritevoli di grande apprezzamento per la loro condotta sportiva: due nomi, per tutti, Roberto Sosa e Cesare Pran­delli. Il veterano argentino, che i tifosi azzurri chiamano "Il Pampa', è stato utilizzato, ancora una volta, in una manciata di minuti del secon­do tempo di Napoli-Vicenza e, ancora una volta, si è impegnato allo spasimo sia in attacco che in difesa, favorito anche dal suo formidabile fisico e da un efficace gioco di testa. Quando siede in panchina, il "Pampa' non dà mai segno di impa­zienza e di malumore, anzi è il primo ad esulta­re su un suo teorico concorrente va a rete: non sarà, insomma Maradona, ma è un campione di serietà professionale e di fair play.Di Cesare Prandelli avevamo già letto gli elo­gi prodigati alla Roma e a Spalletti, per il quale aveva votato nel referendum sugli allenatori (ri­cambiato dal formidabile "trainer' romanista), ma ancora più persuasiva ci è parsa l'intervista concessa sempre giovedì al nostro giornale. Non parlo solo degli elogi tributati al gioco della Ro­ma e a Totti, nè soltanto del ricordo che tutti noi abbiamo di quell'esemplare comportamento dell'allenatore viola quando era al timone della squadra giallorossa e la lasciò, con un compren­sibile sacrificio personale, per assicurare assi­stenza ed amore alla moglie. Parlo anche della dedizione e dell'equilibrio che Prandelli porta, come si evince dall'intervista del collega Rialti, nel suo lavoro a Firenze. E c'è un passaggio nel­l'intervista che merita una riflessione, quello in cui Prandelli si propone "di lavorare per avere una squadra che lotti ogni anno per stare in Eu­ropa' a partire dal 2010, l'anno in cui " i proven­ti ricavati dalla vendita dei diritti televisivi ve­ranno più equamente distribuiti'. "E' davvero un appuntamento decisivo per tutto il calcio ita­liano'

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