In un bar milanese, mercoledì era affisso il cartello ORE 18 APERITIVO, ORE 19 SCUDETTO. Ma non è andata così. Gli Onesti Indossatori di Scudetti Altrui hanno conosciuto un altro 5 maggio.
Comunque, l’Inter vincerà sicuramente il secondo scudetto di cartone della sua storia. Probabilmente non domenica. Perché gli Onesti giocano contro il Siena che ha le maglie bianconere. E quando vedono delle maglie bianconere gli Onesti se la fanno sempre addosso.
Questa collezione di cartoni ha indubbiamente tre protagonisti. Massimo Moratti, il petroliere più ambientalista che ci sia. E poi Guido Rossi e Paolo Nicoletti.
Massimo Moratti è noto per la compostezza con cui assiste alle partite della sua squadra, mandando elegantemente a quel paese arbitri e giocatori avversari e deliziando la platea con educati gesti dell’ombrello. Per non parlare poi di altri aspetti, certamente non secondari. La condanna in sede penale di un dirigente (Oriali) e di un giocatore (Recoba) dell’Inter per ricettazione e falsificazione di documenti. Le plusvalenze creative realizzate con gli scambi incrociati di giocatori (Coco per Seedorf, ad esempio, entrambi valutati 29 milioni di euro; oppure i 4 giocatori della primavera scambiati con altrettanti giovani del Milan, con una valutazione data a ciascun quartetto di circa 14 milioni di euro). Le plusvalenze creative (158 milioni di euro) realizzate con la cessione del marchio ad Inter Brand Srl, società controllata al 100% (operazione molto utile anche per spostare l’indebitamento dalla società di calcio alla società che detiene il marchio ed aggirare così i parametri previsti dalle normative federali). I pedinamenti a danno di giocatori ed arbitri. E quindi giustamente, Antonio Ghirelli, decano dei giornalisti italiani, gli ha dedicato un articolo dal titolo “Moratti, esempio di vero fair play”. Strano che non abbia vinto il Premio Prisco, Signor Presidente…
Mi sembrano quindi assolutamente fuori luogo le ripetute lezioni di etica e di morale da parte del petroliere più ambientalista che ci sia. Ma quello che mi stupisce di più è il silenzio con cui la dirigenza della Juventus subisce queste lezioni. Questa mancanza di orgoglio è francamente inaccettabile. L’unica lodevole eccezione è rappresentata da Ciro Ferrara. Come tutti sapete, infatti, la nostra squadra primavera ha conquistato la Coppa Italia, sconfiggendo in finale proprio i pari età nerazzurri. I perdenti (giocatori e dirigenza, rappresentata dall’amministratore delegato Paolillo) non hanno ritenuto opportuno assistere, come sempre avviene per buona regola sportiva, alla premiazione dei campioni. E Ferrara, giustamente, ha stigmatizzato questa clamorosa mancanza di sportività.
E che dire di Guido Rossi? Certamente non si può dire, come ha fatto Lei tempo fa Signor Presidente, che Guido Rossi “abbia svolto con efficienza il suo incarico”. Forse è meglio leggere la voce Guido Rossi nell’enciclopedia online Wikipedia: “La sua passione per lo sport e l’amicizia personale con Massimo Moratti lo portano a ricoprire per quattro anni la carica di consigliere nel Consiglio d’Amministrazione dell’Inter”. È interessante conoscere anche che cosa ha detto di Guido Rossi Milly Moratti, moglie del petroliere ambientalista: “E’ un uomo passionale, tutt’altro che compassato. Ricordo un gol importante dell’Inter e ho in mente la sua reazione: si alzò e baciò e abbracciò mio marito Massimo”. De gustibus…
Paolo Nicoletti è forse meno conosciuto, ma è anche lui un esponente di spicco della lobby nerazzurra. Basta fare qualche ricerca sui quotidiani. Paolo Nicoletti è stato “avvocato dell’Inter in alcune occasioni ‘calde’... Era stato Nicoletti a gestire, nell’estate del ‘97, il complicato lavoro per portare a Milano il fenomeno Ronaldo” (così il Corriere della Sera del 12 febbraio 2007). E ancora. Dal Corriere della Sera del 17 maggio 2006: “Qualcuno, tempo addietro, ha parlato anche di ‘lobby nerazzurra’. … Ma nel caso della ‘Beneamata’ il peso economico e finanziario che il tifo comune è in grado di concentrare sugli spalti del Meazza è assolutamente invidiabile. ... Ma della parrocchia interista il neo commissario Guido Rossi è stato, ed è tuttora, uno dei rappresentanti più considerati, ... Del Football Club Internazionale Milano, l’ex presidente della Consob … è stato rappresentante a tutti gli effetti, nel consiglio di amministrazione in carica prima delle dimissioni di Massimo Moratti del ‘99. ... Si pensa alla Borsa, si fanno acquisti prestigiosi: le cronache dell’estate ‘97 ricordano il complicato lavoro per portare a Milano il ‘Fenomeno’ Ronaldo, un trasferimento da 52 miliardi al quale lavora anche Paolo Nicoletti, allora alle dipendenze dello studio Rossi e ora vicecommissario in pectore della Figc”. E allora sono andato a rileggermi le cronache di quell’estate del 1997. Ed effettivamente Guido Rossi e Paolo Nicoletti hanno assistito l’Inter nell’acquisto di Ronaldo. Da un articolo, sempre sul Corriere, del 21 luglio 1997: “Faccia a faccia tra Inter e Barcellona oggi alla Fifa House, sulla collina più esclusiva di Zurigo. Va in onda qui, nella casa del calcio mondiale, l’ultimo atto dello sceneggiato che ha caratterizzato la primavera - estate ‘97. Il progetto messo a punto da Sepp Blatter, potente segretario della Fifa, … è chiarissimo: scongiurare una decisione da parte dell’ente mondiale… Stamattina sarà … [Moratti] a capitanare la delegazione nerazzurra, composta dagli avvocati Guido Rossi e Paolo Nicoletti”. Infine,se non sbaglio Paolo Nicoletti è stato anche il rappresentante dell’Inter al G-14.
Ed è proprio nell’ambito di questo contesto nerazzurro che siamo stati condannati alla Serie B, con lo scippo di due scudetti (uno dei quali assegnato proprio alla squadra del cuore di Rossi e Nicoletti).
Queste cose però avrebbero dovuto dirle a suo tempo i nuovi dirigenti della Juventus ed i rappresentanti dell’azionista di riferimento. E invece nulla.E’ storia vecchia. Lo so. Ma non posso dimenticare cosa è successo l’anno scorso. Anche perché tutte le volte che vado al Comunale, devo sempre ricacciare indietro il groppo in gola che arriva puntuale quando i ragazzi scendono in campo. E’ questione di un attimo. Ma in quell’attimo non posso fare a meno di ripensare al passato.
Comunque, l’Inter vincerà sicuramente il secondo scudetto di cartone della sua storia. Probabilmente non domenica. Perché gli Onesti giocano contro il Siena che ha le maglie bianconere. E quando vedono delle maglie bianconere gli Onesti se la fanno sempre addosso.
Questa collezione di cartoni ha indubbiamente tre protagonisti. Massimo Moratti, il petroliere più ambientalista che ci sia. E poi Guido Rossi e Paolo Nicoletti.
Massimo Moratti è noto per la compostezza con cui assiste alle partite della sua squadra, mandando elegantemente a quel paese arbitri e giocatori avversari e deliziando la platea con educati gesti dell’ombrello. Per non parlare poi di altri aspetti, certamente non secondari. La condanna in sede penale di un dirigente (Oriali) e di un giocatore (Recoba) dell’Inter per ricettazione e falsificazione di documenti. Le plusvalenze creative realizzate con gli scambi incrociati di giocatori (Coco per Seedorf, ad esempio, entrambi valutati 29 milioni di euro; oppure i 4 giocatori della primavera scambiati con altrettanti giovani del Milan, con una valutazione data a ciascun quartetto di circa 14 milioni di euro). Le plusvalenze creative (158 milioni di euro) realizzate con la cessione del marchio ad Inter Brand Srl, società controllata al 100% (operazione molto utile anche per spostare l’indebitamento dalla società di calcio alla società che detiene il marchio ed aggirare così i parametri previsti dalle normative federali). I pedinamenti a danno di giocatori ed arbitri. E quindi giustamente, Antonio Ghirelli, decano dei giornalisti italiani, gli ha dedicato un articolo dal titolo “Moratti, esempio di vero fair play”. Strano che non abbia vinto il Premio Prisco, Signor Presidente…
Mi sembrano quindi assolutamente fuori luogo le ripetute lezioni di etica e di morale da parte del petroliere più ambientalista che ci sia. Ma quello che mi stupisce di più è il silenzio con cui la dirigenza della Juventus subisce queste lezioni. Questa mancanza di orgoglio è francamente inaccettabile. L’unica lodevole eccezione è rappresentata da Ciro Ferrara. Come tutti sapete, infatti, la nostra squadra primavera ha conquistato la Coppa Italia, sconfiggendo in finale proprio i pari età nerazzurri. I perdenti (giocatori e dirigenza, rappresentata dall’amministratore delegato Paolillo) non hanno ritenuto opportuno assistere, come sempre avviene per buona regola sportiva, alla premiazione dei campioni. E Ferrara, giustamente, ha stigmatizzato questa clamorosa mancanza di sportività.
E che dire di Guido Rossi? Certamente non si può dire, come ha fatto Lei tempo fa Signor Presidente, che Guido Rossi “abbia svolto con efficienza il suo incarico”. Forse è meglio leggere la voce Guido Rossi nell’enciclopedia online Wikipedia: “La sua passione per lo sport e l’amicizia personale con Massimo Moratti lo portano a ricoprire per quattro anni la carica di consigliere nel Consiglio d’Amministrazione dell’Inter”. È interessante conoscere anche che cosa ha detto di Guido Rossi Milly Moratti, moglie del petroliere ambientalista: “E’ un uomo passionale, tutt’altro che compassato. Ricordo un gol importante dell’Inter e ho in mente la sua reazione: si alzò e baciò e abbracciò mio marito Massimo”. De gustibus…
Paolo Nicoletti è forse meno conosciuto, ma è anche lui un esponente di spicco della lobby nerazzurra. Basta fare qualche ricerca sui quotidiani. Paolo Nicoletti è stato “avvocato dell’Inter in alcune occasioni ‘calde’... Era stato Nicoletti a gestire, nell’estate del ‘97, il complicato lavoro per portare a Milano il fenomeno Ronaldo” (così il Corriere della Sera del 12 febbraio 2007). E ancora. Dal Corriere della Sera del 17 maggio 2006: “Qualcuno, tempo addietro, ha parlato anche di ‘lobby nerazzurra’. … Ma nel caso della ‘Beneamata’ il peso economico e finanziario che il tifo comune è in grado di concentrare sugli spalti del Meazza è assolutamente invidiabile. ... Ma della parrocchia interista il neo commissario Guido Rossi è stato, ed è tuttora, uno dei rappresentanti più considerati, ... Del Football Club Internazionale Milano, l’ex presidente della Consob … è stato rappresentante a tutti gli effetti, nel consiglio di amministrazione in carica prima delle dimissioni di Massimo Moratti del ‘99. ... Si pensa alla Borsa, si fanno acquisti prestigiosi: le cronache dell’estate ‘97 ricordano il complicato lavoro per portare a Milano il ‘Fenomeno’ Ronaldo, un trasferimento da 52 miliardi al quale lavora anche Paolo Nicoletti, allora alle dipendenze dello studio Rossi e ora vicecommissario in pectore della Figc”. E allora sono andato a rileggermi le cronache di quell’estate del 1997. Ed effettivamente Guido Rossi e Paolo Nicoletti hanno assistito l’Inter nell’acquisto di Ronaldo. Da un articolo, sempre sul Corriere, del 21 luglio 1997: “Faccia a faccia tra Inter e Barcellona oggi alla Fifa House, sulla collina più esclusiva di Zurigo. Va in onda qui, nella casa del calcio mondiale, l’ultimo atto dello sceneggiato che ha caratterizzato la primavera - estate ‘97. Il progetto messo a punto da Sepp Blatter, potente segretario della Fifa, … è chiarissimo: scongiurare una decisione da parte dell’ente mondiale… Stamattina sarà … [Moratti] a capitanare la delegazione nerazzurra, composta dagli avvocati Guido Rossi e Paolo Nicoletti”. Infine,se non sbaglio Paolo Nicoletti è stato anche il rappresentante dell’Inter al G-14.
Ed è proprio nell’ambito di questo contesto nerazzurro che siamo stati condannati alla Serie B, con lo scippo di due scudetti (uno dei quali assegnato proprio alla squadra del cuore di Rossi e Nicoletti).
Queste cose però avrebbero dovuto dirle a suo tempo i nuovi dirigenti della Juventus ed i rappresentanti dell’azionista di riferimento. E invece nulla.E’ storia vecchia. Lo so. Ma non posso dimenticare cosa è successo l’anno scorso. Anche perché tutte le volte che vado al Comunale, devo sempre ricacciare indietro il groppo in gola che arriva puntuale quando i ragazzi scendono in campo. E’ questione di un attimo. Ma in quell’attimo non posso fare a meno di ripensare al passato.
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