Ci attendono ora nuove sofferenze sul fronte della giustizia sportiva. Francesco Saverio Borrelli, paciosamente in letargo sin quando si trattava di indagare sull’Inter (d’altronde l’obiettivo della prescrizione è a portata di mano), si è subito risvegliato non appena ha sentito il nome Juventus. Si è immediatamente attivato. Ha riunito i collaboratori. E’ andato a Napoli per incontrare i PM Beatrice e Narducci.
Mi auguro che questa volta la società decida di agire “con la massima determinazione senza guardare in faccia nessuno”. Queste sono le parole con cui il Dott. Gabetti, il 5 luglio 2006 alle ore 12.10 circa, prometteva fuoco e fiamme. Sappiamo tutti che il medesimo giorno alle 19.12 circa, l’avv. Zaccone patteggiava la Serie B con penalizzazione, ritenendola una pena congrua.
Cerchiamo di non ripetere ora gli stessi errori del passato. Questa è una guerra e come tale deve essere combattuta. Senza esclusione di colpi. Bisogna difendersi sia dai mass-media sia dalla giustizia sportiva. E’ in gioco, se non lo avete ancora capito, la sopravvivenza stessa della Juventus.
Perché l’obiettivo di questa nuova ondata di fango è chiaro. Mettere in difficoltà la Juventus. E forse ci stanno riuscendo. Perché, a prescindere dal rischio di nuove sanzioni, immagino che sia ora più difficile trattenere o attirare a Torino calciatori di un certo livello.
Avete l’obbligo morale di difendere con orgoglio la Juventus e di pretendere che il codice di giustizia sportiva sia applicato a tutti, anche ai presunti immacolati di Via Durini. E’ un obbligo che avete nei confronti di Gianni e Umberto Agnelli. Gaetano Scirea. Andrea Fortunato. Francesco Romeo. Riccardo Neri e Alessio Ferramosca. E’ un obbligo che avete nei confronti di milioni di tifosi.
Ma è un obbligo che avete anche nei miei confronti. Perché ho cercato in tutti i modi, assieme a molti altri tifosi, di difendere un sogno chiamato Juventus. Ho rinnovato l’abbonamento al buio, quando i processi farsa non era ancora incominciati. Ho partecipato alla marcia del primo luglio a Torino. Ho seguito quasi tutte le partite al Comunale. Sono andato in trasferta. Ho tempestato di email i tanti, troppi giornalisti che hanno fornito un’informazione completamente distorta su Farsopoli, istigando la voglia di Piazzale Loreto dell’Italia anti-juventina e preparando il terreno per le sentenze Ruperto e San Dulli (sentenze non a caso entrambe pubblicate in anteprima sulla Gazzetta dello Sport): Liguori, Ziliani, Cannavò, Arturi, Verdelli, Palombo,... I nomi sono sempre gli stessi. Sottoscriverò l’aumento di capitale. Sostengo, anche economicamente, l’associazione Giù le Mani dalla Juventus, E sfoggio sempre in palestra, a Milano, pantaloncini e maglietta con il logo della Juve. Le sembrerà magari un atteggiamento infantile, ma sono orgoglioso e fiero di dimostrare a tutti la mia juventinità. Camminando a testa alta, senza abbassare lo sguardo. E rispondendo a muso duro a tutti coloro che criticano o denigrano la mia squadra. E mi piacerebbe davvero riscontrare il medesimo orgoglio, la medesima fierezza anche nei dirigenti della mia squadra del cuore.
E’ il momento di tirare fuori l’orgoglio e gli attributi. Perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.
Se non ne siete capaci o non avete la volontà e la passione per farlo – e mi rivolgo qui non tanto a Lei, Signor Presidente, quanto soprattutto all’azionista di riferimento e all’Ing. John Elkann – allora è il momento di passare la mano.
Avevo concluso il mio intervento all’assemblea di ottobre chiedendo le Sue dimissioni, Signor Presidente. La scorsa settimana, intervenendo alla trasmissione “la Juve è sempre la Juve”, Lei ha dato l’impressione di essere in procinto di lasciare la carica. Ma forse è stata solo una simpatica fase dialettica tra Lei ed il conduttore. Sia come sia, ho cambiato idea Signor Presidente. Perché ci sono strane voci in giro in merito ai suoi potenziali sostituti. Si parlava di Lapo Elkann. Si vocifera di un ritorno di Grande Stevens. Se queste sono le possibilità, io divento seduta stante un cobolliano di ferro e la invito a rimanere al Suo posto. Anche perché Frosinone si avvicina e abbiamo un appuntamento allo stadio.
FORZA JUVE
Mi auguro che questa volta la società decida di agire “con la massima determinazione senza guardare in faccia nessuno”. Queste sono le parole con cui il Dott. Gabetti, il 5 luglio 2006 alle ore 12.10 circa, prometteva fuoco e fiamme. Sappiamo tutti che il medesimo giorno alle 19.12 circa, l’avv. Zaccone patteggiava la Serie B con penalizzazione, ritenendola una pena congrua.
Cerchiamo di non ripetere ora gli stessi errori del passato. Questa è una guerra e come tale deve essere combattuta. Senza esclusione di colpi. Bisogna difendersi sia dai mass-media sia dalla giustizia sportiva. E’ in gioco, se non lo avete ancora capito, la sopravvivenza stessa della Juventus.
Perché l’obiettivo di questa nuova ondata di fango è chiaro. Mettere in difficoltà la Juventus. E forse ci stanno riuscendo. Perché, a prescindere dal rischio di nuove sanzioni, immagino che sia ora più difficile trattenere o attirare a Torino calciatori di un certo livello.
Avete l’obbligo morale di difendere con orgoglio la Juventus e di pretendere che il codice di giustizia sportiva sia applicato a tutti, anche ai presunti immacolati di Via Durini. E’ un obbligo che avete nei confronti di Gianni e Umberto Agnelli. Gaetano Scirea. Andrea Fortunato. Francesco Romeo. Riccardo Neri e Alessio Ferramosca. E’ un obbligo che avete nei confronti di milioni di tifosi.
Ma è un obbligo che avete anche nei miei confronti. Perché ho cercato in tutti i modi, assieme a molti altri tifosi, di difendere un sogno chiamato Juventus. Ho rinnovato l’abbonamento al buio, quando i processi farsa non era ancora incominciati. Ho partecipato alla marcia del primo luglio a Torino. Ho seguito quasi tutte le partite al Comunale. Sono andato in trasferta. Ho tempestato di email i tanti, troppi giornalisti che hanno fornito un’informazione completamente distorta su Farsopoli, istigando la voglia di Piazzale Loreto dell’Italia anti-juventina e preparando il terreno per le sentenze Ruperto e San Dulli (sentenze non a caso entrambe pubblicate in anteprima sulla Gazzetta dello Sport): Liguori, Ziliani, Cannavò, Arturi, Verdelli, Palombo,... I nomi sono sempre gli stessi. Sottoscriverò l’aumento di capitale. Sostengo, anche economicamente, l’associazione Giù le Mani dalla Juventus, E sfoggio sempre in palestra, a Milano, pantaloncini e maglietta con il logo della Juve. Le sembrerà magari un atteggiamento infantile, ma sono orgoglioso e fiero di dimostrare a tutti la mia juventinità. Camminando a testa alta, senza abbassare lo sguardo. E rispondendo a muso duro a tutti coloro che criticano o denigrano la mia squadra. E mi piacerebbe davvero riscontrare il medesimo orgoglio, la medesima fierezza anche nei dirigenti della mia squadra del cuore.
E’ il momento di tirare fuori l’orgoglio e gli attributi. Perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.
Se non ne siete capaci o non avete la volontà e la passione per farlo – e mi rivolgo qui non tanto a Lei, Signor Presidente, quanto soprattutto all’azionista di riferimento e all’Ing. John Elkann – allora è il momento di passare la mano.
Avevo concluso il mio intervento all’assemblea di ottobre chiedendo le Sue dimissioni, Signor Presidente. La scorsa settimana, intervenendo alla trasmissione “la Juve è sempre la Juve”, Lei ha dato l’impressione di essere in procinto di lasciare la carica. Ma forse è stata solo una simpatica fase dialettica tra Lei ed il conduttore. Sia come sia, ho cambiato idea Signor Presidente. Perché ci sono strane voci in giro in merito ai suoi potenziali sostituti. Si parlava di Lapo Elkann. Si vocifera di un ritorno di Grande Stevens. Se queste sono le possibilità, io divento seduta stante un cobolliano di ferro e la invito a rimanere al Suo posto. Anche perché Frosinone si avvicina e abbiamo un appuntamento allo stadio.
FORZA JUVE
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