Il caso di spionaggio che vede coinvolte Ferrari, McLaren e più in generale il mondo della Formula uno si arricchisce di un altro capitolo.
Nigel Stepney, l'ex tecnico di Maranello sotto inchiesta penale della magistratura italiana, accusa la Ferrari e rivela di avere avuti accesso ad «informazioni» che dimostrerebbero come anche Maranello abbia avuto un ruolo attivo nella spy-story che invece ha visto la Rossa «cavarsela in maniera leggera», mentre la Fia ha inflitto alla McLaren-Mercedes una multa da 100 milioni di dollari e cancellato tutti i punti ottenuti dalle frecce d’argento nel Mondiale costruttori 2007 di Formula 1.
«Io avevo accesso ad informazioni relative ai loro pit-stop», dice Stepney. L’ex-capo dello sviluppo in Ferrari ha scritto di persona (non sollecitato, si sottolinea) al sito specializzato grandprix.com, sostenendo che il flusso di informazioni proibite non avrebbe avuto un senso unico di marcia e che Mike Coughlan, l’ex capo-progettista della McLaren, avrebbe fornito a sua volta elementi utili agli avversari. «Quando lavoravo in Ferrari avevo informazioni sulla distribuzione del peso delle loro monoposto e su vari altri aspetti», ha scritto Stepney. «Sapevo cose che loro provavano nei test, come ad esempio il livello di benzina usato. Credo che per questi fatti la Ferrari avrebbe dovuto subire una penalizzazione nel Mondiale costruttori. Ora ci si può chiedere se io ho mai usato quelle informazioni, se ne ho mai parlato con gli altri uomini in Ferrari. Purtroppo non posso provare niente, non ho e-mail o cose del genere, perché di queste cose se ne discuteva all’interno della fabbrica». Stepney, quindi, conclude dicendo che «esattamente come la McLaren, la Ferrari ha tratto vantaggio da quelle informazioni, ma nessuno ha approfondito questa parte della vicenda».
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