Nel calcio nuovo e pulito succede che il presidente (purtroppo) di una società quotata, con un compenso annuo di oltre 700.000 € (oltre al paracadute per eventuali - e meritatissimi - calci in culo), si faccia convincere da un direttore di giornale a prendere una decisione disastrosa. E non da un direttore qualunque. Dal direttore di un giornale sportivo romano, ovviamente molto interessato alle sorti sportive e finanziarie delle due società di calcio del proprio bacino d'utenza. Sorti sportive e finanziarie che, nel caso della Roma, destinata ad un sicuro fallimento, si sono rialzare proprio grazie alla condanna della Juventus. Condanna che, divenuta definitiva in seguito al ritiro del ricorso al TAR deciso al telefono con Vocalelli, ha consentito alla Roma di partecipare alla Champions League 2006/2007, con annessi e connessi economico-sportivi.
Quello stesso presidente ieri sera, dopo la vergogna del sicario Dondarini, ha dichiarato che "non c'è mala fede".
Dichiarazione concordata con il suo amico Vocalelli?
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