Cobolli: «Il nostro obiettivo è salire sul tetto d’Europa per entrare nella storia» (veramente nella storia ci siamo già... )
Intervista ai Gemelli di Camillo Forte (Tuttosport).
Commenti de Il Mago di Ios (In difesa di un sogno chiamato Juventus)
Il presidente Giovanni Cobolli Gigli è una persona di parola (o di troppe parole?). Ieri mattina s’è recato a Castelfiorentino per assistere al torneo dedicato ad Alessio Ferramosca e Riccardo Neri. C’erano le famiglie dei due ragazzi, stretti nella loro grande dignità di genitori feriti che continuano a seguire il calcio giovanile. Perché lo sport e vita. E Alessio e Riccardo sono sempre con noi, con chi scende in campo ad inseguire il sogno di diventare campioni. Il presidente ha gli occhi lucidi, è commosso. Cerca, nel limite del possibile, di portare parole confortanti perché la vita deve continuare e il torneo lo conferma. Giocano gli Allievi della Juve contro quelli del Livorno. Poi scendono in campo i ragazzini dell’Empoli: bravi, bravissimi. Giovanni Cobolli Gigli si entusiasma davanti alle loro giocate. Applaude. Per lui, alla fine, è una giornata serena e disintossicante dopo tutto quello che è successo. L’ultimo colpo ad effetto è arrivato dalle dimissioni di Marco Tardelli dal Consiglio d’Amministrazione.
Presidente, cominciamo proprio dal fatto del giorno. Che cosa si sente di rispondere?
«Che mi spiace (a me proprio per nulla; come al solito, siamo su posizioni contrapposte). Marco Tardelli in qualità di consigliere ha lavorato bene (Marco Tordelli, colui che polemizza(va) con i giocatori a mezzo stampa? Marco Tordelli, colui che minaccia(va) sempre le dimissioni a mezzo stampa? Marco Tordelli, colui che non partecipa(va) al comitato sportivo per andare a Porta a Porta?). Abbiamo letto le sue dichiarazioni e subito ho capito che le dimissioni erano irrevocabili. Non ci è rimasto che accettarle. Però, ci tengo a ribadirlo, ha lavorato bene tant’è che lui stesso aveva fatto i nomi di Deschamps e Ranieri come allenatori della Juventus ».
Che cosa è successo, allora?
«Forse si aspettava di ricoprire un incarico tecnico che non era compatibile con la sua carica (si, il posto di sotto-aiuto cuoco era già occupato). E per questo la storia è finita (e Marco Tordelli può tornare ad Appiano Gentile da papà Pirlatti)».
Non è finita con Gigi Buffon, però. E lei è stato di parola. Quando diceva che il portiere più forte del mondo sarebbe rimasto alla Juve in pochi ci credevano. Sembravano solo parole e, invece, il sogno dei tifosi si è trasformato in realtà.
«Una grande soddisfazione. E’ la conferma che la nuova società sta lavorando bene. Siamo ripartiti da zero e, credete, non era facile raggiungere i risultati che abbiamo ottenuto. Non ci siamo mai persi d’animo e deve fare i complimenti all’amministratore delegato Jean Claude Blanc e al direttore sportivo Alessio Secco. E mi complimento anche con il responsabile degli osservatori Aldo Sensibile. Si sta costruendo qualche cosa di importante». (parole, parole, parole)
E il portierone lo ha capito.
« Proprio così. Lui è il nostro Ronaldinho, il fuoriclasse che tutti i club del mondo avrebbero voluto e che invece siamo riusciti a tenere. Anzi, di più: credo proprio concluderà la sua carriera nella Juventus».
Come lo avete convinto?
« Ribadisco: con i nostri programmi. Che sono seri e si stanno concretizzando». (stiamo parlando del famigerato Fermo Sportivo?)
Nel mercato siete i protagonisti (forse sul fantamercato dei sogni di Tuttosport; sul mercato vero per ora siamo alla finestra). Soddisfatto di chi è stato preso?
«Molto, sono arrivati giocatori importanti e altri ne arriveranno ma il nostro grande colpo, credete, è quello di aver convinto Buffon».
Pensate di colmare subito il divario che vi separa da Milan e Inter?
« Ci proveremo. I rossoneri di Champions sono straordinari ma hanno una rosa non più giovanissima composta da campioni di grande esperienza mentre la squadra di Mancini è poderosa, forse migliore sotto l’aspetto della compattezza e dell’amalgama. Noi cercheremo di prendere un po’ dal Milan e un po’ dall’Inter (sempre ispirandoci ai valori di Facchetti, vero?)».
La nuova Juve sarà da scudetto?
«Non lo so (ma non era l'obiettivo categorico?), ma l’obiettivo è un altro».
Quale?
« La Champions League. Per entrare nella storia della società bisogna vincere la Coppa dei Campioni».
Tra due anni, guarda caso, la finale si disputerà a Roma...
«Un segno del destino? Perché no. Per adesso è soltanto un sogno ma tra due anni chissà che non possa diventare realtà. Sarebbe bello, lo meriterebbero tutti i nostri tifosi che anche in serie B non ci hanno mai fatto mancare il loro incitamento».
Il suo rapporto con la gente di fede bianconera è migliorato (ma dove?) mentre all’inizio non era così. Cosa è successo?
« I tifosi hanno capito che rispettiamo le parole date».
E’ vero che prenderete un altro direttore da affiancare a Secco?
«No, sta lavorando bene. E poi abbiamo già assunto un poker d’esperti: Ranieri e i suoi collaboratori ».
Che impressione le hanno fatto? «Ottima. Quattro persone serie e preparate, un gruppo di lavoro fantastico».
Trezeguet è così lontano?
«Dipende dai punti di vista. Se le sue esigenze si sposano con le nostre possibilità economiche saremo ben contenti di accontentarlo. Uno come lui non è in discussione».
Milito vi piace? «Come no? Però è caro e nel suo ruolo ci sono tanti altri giocatori che potrebbero fare al caso nostro. Però di queste cose parlatene con Blanc e Secco».
Presidente, finalmente è finito l’inferno della serie B. Che cosa aggiunge?Sorride. «Se non avessimo conquistato la promozione ce ne saremmo andati tutti. Perché noi siamo la Juve» (ecco, questo è l'unico motivo per cui sotto sotto un po' mi spiace che la Juve sia risalita).
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