Intervista di Roberto Beccantini
Fabio Cannavaro, Capello sostiene di aver vinto nove scudetti. Lei quanti ne conta?
«Tre. I due della Juve e questo col Real».
Calciopoli?
«Hanno avuto una fretta del diavolo. Colpa del signor Rossi».
E di Luciano Moggi, no? Se avesse telefonato un po’ di meno...
«Prenda l’ultima Juventus. Lo scudetto, l’ha vinto l’Inter di Ibrahimovic e Vieira. La Liga, il Real di Capello, Emerson e Cannavaro. In serie B, i miei ex compagni hanno passeggiato con la pipa in bocca. E chi non ci è riuscito, come Zambrotta e Thuram, ha fatto i nostri stessi punti. Segno che quella era una squadra formidabile».
Un’aggravante, non un’attenuante.
«Ripeto: io, quei campionati, li ho sudati e meritati sul campo. Capisco Del Piero quando si arrabbia perché gli gridano “ladro”. Né mi stupisco se poi a qualcun altro canta “lo scudetto ficcatelo nel c...”».
Sarà: in Spagna, senza scorte, è stato uno dei giocatori più ammoniti.
«Ho notato che, qui, ce l’hanno col Real. Gli arbitri hanno il cartellino troppo facile. Tengo inoltre a precisare che sono stato espulso due volte, e in un caso mi hanno revocato la squalifica. Se mai, mi è mancato il gol. Due o tre a stagione ci scappavano sempre».
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