Sentenza della Cassazione: non basta la squalifica della Federazione
Rissa in campo? Il questore deve disporre l'allontanamento temporaneo dallo stadio come per i tifosi che provocano incidenti sugli spalti
Il giocatore, l’allenatore o qualunque tesserato della Federcalcio (Figc) che partecipa a una rissa in campo, e magari la prosegue negli spogliatoi, deve essere bandito dallo stadio con il provvedimento del questore di allontanamento temporaneo, come avviene per i tifosi che provocano incidenti. È la rivoluzionaria sentenza della Corte di cassazione, destinata a incidere nel mondo surriscaldato del calcio italiano. Secondo la Suprema Corte, quindi, non basta la squalifica comminata della Federazione. La Cassazione lo ha stabilito con la sentenza 33864 che accoglie il ricorso della procura di Santa Maria Capua Vetere, presentato contro l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari (gip) che non aveva convalidato il provvedimento del questore (divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono attività sportive per 18 mesi) disposto nei confronti di un dirigente e di un calciatore tesserati della Figc.
Il gip nel giugno 2006 non convalidando il provvedimento del questore aveva sostenuto che i provvedimenti previsti dall'art. 6 della legge 401/89 «non si applicano alle condotte poste in essere nei campi da giochi o nelle immediate vicinanze da tesserati di federazioni sportive» perché «esistono possibilità di sanzioni specifiche da parte dei competenti organi federali». La Suprema Corte ha sancito che «non può ipotizzarsi una rinuncia di giurisdizione da parte dello Stato in favore delle federazioni sportive, data la diversità tra tutela dell'ordine pubblico e repressione di condotte contrarie alla regolamentazione sportiva».05 settembre 2007
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