Dunque. La procura di Milano chiede il rinvio a giudizio degli amministratori di due squadre milanesi per falso in bilancio, una delle quali (quella che non vince mai) non si sarebbe potuta iscrivere al campionato che poi un suo ex consigliere d'amministrazione le ha regalato a tavolino. Il presidente di questa squadra, all'epoca del bilancio che secondo la procura è stato falsato, non era Massimo Moratti. Così la procura ha stralciato la posizione di Moratti, caricando a pallettoni sugli amministratori della squadra. Come titola, in prima pagina, la Pravda rosa? Chiesto il rinvio a giudizio per Galliani, archiviato Moratti. Oplà. Gli altri giornali, sportivi e no, non sono così ridicoli, ma anche quelli che non nascondono la notizia (ma sempre nelle pagine interne) scrivono che sul piano sportivo al massimo le due squadre rischiano qualche punto di penalizzazione e straparlano di possibile prescrizione. Questo malgrado il codice sportivo agli articoli 7 e 13 descriva l'illecito amministrativo in modo analogo e parallelo all'illecito sportivo (quello che con parecchia libertà è stato imputato alla Juventus l'anno scorso) e prescrive esattamente le stesse sanzioni (quindi revoca scudetti e retrocessioni). Quanto alla prescrizione, il giochetto dei fan degli indossatori è questo: gli imbrogli nella compravendita di calciatori, se imbrogli sono stati, sono avvenuti nel 2003, quindi sportivamente sono prescritti. Però l'illecito, se illecito è stato, si è configurato al momento della presentazione del bilancio, grazie al quale la seconda squadra di Milano si è iscritta al campionato. Questo lo sa anche uno studente al primo anno di giurisprudenza, ma le palate di sabbia dei ruggieri palombi e dei candidi cannavò di questo mondo copriranno tutto.
25 settembre
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