esperienza italiana ed inglese a confronto".
E’ il titolo di un convegno che si è tenuto a Roma a fine settembre 2005, organizzato dall’Ambasciata britannica e dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC). L’obiettivo principale del convegno era "quello di accrescere in Italia, sulla scia del confronto con l’esperienza maturata in Inghilterra, la conoscenza e la consapevolezza tra i dirigenti sportivi, gli addetti ai lavori, ma anche gli organi di informazione e il grande pubblico del calcio, sulle più efficaci modalità di intervento contro il fenomeno della violenza negli stadi". Geoffrey Thompson, Presidente della Football Association, nel suo discorso di apertura ha illustrato le azioni intraprese in Inghilterra dopo la strage dell’Heysel e la conseguente esclusione dei club inglesi dalle competizioni europee per un periodo di cinque anni. Le misure adottate in Inghilterra hanno consentito nel tempo di ridurre la violenza dei cosiddetti hooligans (in patria, perché quando vanno in trasferta spesso e volentieri si scatenano). Sono stati riconosciuti come reati diversi comportamenti pericolosi per la sicurezza negli stadi. Entrare allo stadio in stato di ebbrezza; gettare oggetti in campo o verso i settori destinati al pubblico; invadere il campo di gioco; intonare canti razzisti; praticare il bagarinaggio. Coloro che si rendono responsabili di reati connessi ad una partita di calcio ricevono un ordine di espulsione dagli stadi, per un periodo variabile di tempo, e devono presentarsi ad un comando di polizia in concomitanza con ogni partita disputata dalla propria squadra. Ogni club deve garantire la presenza di un responsabile per la gestione della sicurezza negli stadi, steward professionali, telecamere a circuito chiuso ed un sistema integrato di video controllo e radiocomunicazione tra il centro operativo, gli steward e la polizia sugli spalti, che consenta un intervento immediato in caso di necessità. E, ovviamente, tutti i posti devono essere a sedere. Come si vede, le misure adottate in Inghilterra non sono molto diverse dai provvedimenti d’urgenza che vengono periodicamente approvati in Italia. Ci sono però alcune fondamentali differenze. In Gran Bretagna le regole vengono applicate con rigore. Noi invece siamo il Paese delle deroghe e delle proroghe: tolleranza zero a parole, casa di tolleranza nei fatti. In Inghilterra hanno una cultura sportiva che da noi manca completamente. E non soltanto tra i tifosi. Si pensi alla violenza verbale che contraddistingue le tramissioni e i giornali sportivi. L’Italia è infatti il Paese delle moviole, dei Pistocchi e dei Cannavò, degli Zuliani e dei Franco Rossi. Last but not least, come direbbero gli hooligans inglesi, da noi è completamente assente il rispetto per le istituzioni. Tant’è che negli stadi non mancano mai i cori contro la polizia ed i carabinieri, ma i soloni "televisivi o cartacei" non se ne curano. Difficile comunque instillare nei tifosi il rispetto per le forze dell’ordine quando in Parlamento c’è una sala intitolata a Carlo Giuliani…
Pubblicato su MAGAZINE BIANCONERO nr. 8 del 14/2/07
mercoledì 14 febbraio 2007
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