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mercoledì 14 febbraio 2007

Plusvalenze fittizie, un malcostume italiano - Il Mago di Ios

Ad onor del vero, il fenomeno delle plusvalenze incrociate e fittizie non riguarda solo Milan ed Inter. Anche Roma, Lazio e Parma sono state infatti assolute protagoniste del sistema. Nell’estate del 2001, Roma e Parma stabiliscono un canale privilegiato, scambiandosi sei giocatori – Sergej Gurenko, Amedeo Mangone e Paolo Poggi (da Roma a Parma); Saliou Lassisi, Raffaele Longo e Diego Fuser (da Parma a Roma) – per una plusvalenza di circa 50 miliardi (del vecchio conio) a società. L’anno successivo, la Roma farà ancora di meglio, realizzando una plusvalenza di circa 95 milioni di euro grazie alla cessione di 20 giovani e sconosciuti calciatori a società di secondo piano (Ancona, Cagliari, Cittadella, Cesena, Cosenza, Lecce, Livorno, Messina, Napoli, Palermo, Piacenza, Reggiana, Salernitana e Torino). Trattandosi di plusvalenze necessariamente incrociate, la Roma ha contestualmente acquistato dalle medesime società, ad un prezzo equivalente a quello incassato, altrettanti giocatori sconosciuti. Ugualmente proficui sono stati gli affari tra Lazio e Parma. Nel corso degli anni, infatti, le due società hanno concluso operazioni per centinaia di milioni di euro, scambiandosi giocatori del calibro di Veron, Crespo, Almeyda e Conceiçao. Tutte queste operazioni incrociate sono evidentemente volte solo ad evidenziare plusvalenze fittizie che consentano di "puntellare" bilanci che altrimenti avrebbero dovuto esporre perdite di importo tale da comportare l’applicazione degli articoli 2447 e 2448 del codice civile (con la necessaria ricapitalizzazione della società da parte degli azionisti, pena la messa in liquidazione). Il miglioramento dei conti economici, tuttavia, è solo apparente, perché ad una plusvalenza fittizia si accompagnano sempre maggiori costi (ammortamenti) futuri. In altri termini, gli scambi incrociati, pur consentendo di gonfiare i risultati di bilancio nell’esercizio di realizzazione dell’operazione, hanno determinato il cumularsi nel corso degli anni successivi di crescenti pesanti oneri per ammortamenti. Con la conseguente necessità di generare in continuazione nuove plusvalenze per assorbire questi maggiori costi. E’ una sorta di circolo vizioso, di bolla speculativa destinata a scoppiare. Ed infatti ad un
certo punto il sistema è diventato insostenibile. Ed il legislatore è prontamente intervenuto, approvando il famoso decreto "salva calcio" per consentire alle società di imbellettare ancora una volta i bilanci in deroga alle ordinarie regole di contabilità.

Pubblicato su MAGAZINE BIANCONERO nr. 8 del 14/2/07

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