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Non è stata difesa da Montezemolo. Anzi...
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Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
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mercoledì 17 gennaio 2007

La Juve ha finito la benzina (2) - Il Mago di Ios

Intanto la Juve di Capello, dopo aver vinto lo scudetto 2004/2005 battendo il Milan a San Siro nello scontro diretto decisivo (e nessun guidorossicesarerupertopierosandulli potrà mai cancellare dal mio cuore la rovesciata di Alex ed il gol di David), si appresta a dominare anche il campionato successivo. Con il logo del nuovo "jersey sponsor" Tamoil sulla maglia. Ed il tricolore sul petto, ça va sans dire. La Juventus sembra destinata ad un futuro sempre più vincente (in campo e fuori), con la possibilità concreta di diventare il primo club di calcio al mondo. "Vogliamo creare risorse permanenti che permettano alla Juventus non solo di finanziarsi al suo interno nel tempo, grazie al formidabile marchio commerciale che rappresenta, ma di avere una squadra sempre più forte e di livello mondiale", avrebbe dichiarato Antonio Giraudo in un’intervista rilasciata a Repubblica il 1° aprile 2006 (con il senno di poi, forse era meglio scegliere un’altra data…). Le cose andranno diversamente, purtroppo. Con una sequenza di eventi che ha dell’incredibile, infatti, lo scenario cambia radicalmente. Procediamo con ordine e torniamo indietro nel tempo, a fine 2005, quando la famiglia Gheddafi decide di mettere in vendita le attività europee del Gruppo Tamoil, affidando il mandato di advisor alla banca d’affari francese BNP Paribas. La lista dei possibili pretendenti è, almeno all’inizio, molto lunga. E comprende importanti operatori del settore (la spagnola, Repsol, la francese Total, l’anglo-olandese Royal Dutch Shell, l’Indian Oil Company, i russi della Gazprom e della Lukoil) ed alcuni fondi di private equity. Ma il dossier Tamoil viene studiato con interesse anche da alcuni operatori italiani. L’API della famiglia Brachetti. La Erg dei Garrone. E, udite udite, la Saras di Massimo Moratti. La possibilità che Moratti diventi il main sponsor della Juventus suscita, all’epoca, una certa ilarità. A Torino i dirigenti della Juve fanno sapere di essere tranquilli: "Gli accordi scritti non possono essere stracciati, e comunque, eventualmente, gli faremmo (a Moratti ndr) assaporare il gusto della vittoria". Una cosa è certa. L’oneroso contratto di sponsorizzazione con la Juventus non agevola la vendita di Tamoil. Purtroppo per i libici, gli accordi sono pienamente vincolanti e non possono essere stracciati. A condizione che la Juventus partecipi al campionato di Serie A. Già. Farsopoli capita a proposito. La Triade è costretta alle dimissioni e la Juventus viene retrocessa in Serie B. Il 6 settembre 2006, pochi giorni dopo il ritiro del ricorso al TAR deliberato dal consiglio di amministrazione (atto che sancisce in maniera definitiva la condanna della società alla retrocessione, posto che in sede di arbitrato si sarebbe poi discusso solo di una riduzione dei punti di penalizzazione), Oilinvest attiva la clausola di rescissione dandone comunicazione alla società. Contestualmente, la Juventus comunica che sono iniziati i colloqui per la stipula di un nuovo accordo e che pertanto la squadra conserva il logo Tamoil sulla maglia.

Pubblicato su MAGAZINE BIANCONERO nr. 4 del 17/1/07

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