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Perché la Juventus non è stata difesa.
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Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
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martedì 19 gennaio 2010

Forza Bettega


Lo sfascio della Ridentus, dopo tre anni abbondanti di cura Elkann/Trinité, è sotto gli occhi di tutti. Ed ho il fondato sospetto che, se uno potesse vedere e valutare le cose dall'interno, ne verrebbe fuori un quadro ancora più drammatico.

Immagino lo sconforto che deve avere colto Bettega, quando si è reso conto con i propri occhi e con le proprie orecchie degli effetti devastanti dello tsunami John&Jean. Non c'è più organizzazione. Non c'è più cultura del lavoro. Non c'è più spirito di gruppo. Non c'è più applicazione inflessibile delle regole. Ci sono solo macerie, in tutti i settori. Dalla gestione sportiva alla comunicazione. Dal marketing al settore medico. Dallo scouting allo staff tecnico. Dai campi di Vinovo alle “primaverili” (cit).

Questa non è la Juventus. E non a caso, nei nostri articoli parliamo di Ridentus, New Holland FC, Juvinese (o Juvascoli), Newventus, etc.

La nomina di Bobby Gol a vice-direttore generale della Ridentus certifica, ufficialmente, il fallimento del projetto con l'accento sulla "o". Monsieur Trinité, seppur formalmente ancora Uno&Trino (visto che ha conservato tutte e tre le cariche - Presidente, Amministratore Delegato e Direttore Generale - che l'eredepercasoaforzadisaltelli ed i suoi tutori gli hanno inopinatamente attribuito), nella sostanza ha subito un forte ridimensionamento, essendo stato costretto a cedere la responsabilità della gestione sportiva (che, per una società di calcio, rappresenta il core business).

La decisione di Bettega di correre al capezzale della Ridentus, accettando di collaborare con coloro che hanno affossato la Juventus, patteggiato il patteggiabile (ed anche il non patteggiabile), denunciato la Triade per infedeltà patrimoniale, etc etc, ha fatto storcere il naso a Luciano Moggi e a diversi tifosi, che accusano in pratica Penna Bianca di collaborazionismo con gli usurpatori.

Devo ammettere di aver sperato io stesso che Bettega opponesse uno sdegnato rifiuto all'offerta che, poco prima di Natale, Monsieur Trinité obtorto collo gli ha fatto. Il motivo è molto semplice. Johnny B Good e Trinité stanno seriamente pregiudicando il futuro della Juventus. Il loro projetto con l'accento sulla "o" è paragonabile ad un cancro, che deve essere debellato, privandolo dei nutrimenti necessari per la sua sopravvivenza e la sua crescita. Senza nutrimento, il cancro muore, soffocando nelle sue stesse scorie. Senza il nutrimento dei risultati sportivi, il projetto con l'accento sulla "o" è destinato prima o poi ad essere gettato nel cestino dei rifiuti. In quest’ottica, avrei sinceramente preferito che l’eredepercasoaforzadisaltelli e Trinité venissero abbandonati al loro destino di perdenti, in modo da lasciarli affogare nel mare dei loro errori. Una stagione disastrosa (questa, la quarta del nuovo corso ridentino) è un prezzo congruo da pagare, a mio modesto avviso, per accelerare al massimo il cestinamento del projetto con l'accento sulla "o". La mia preoccupazione era (ed è) duplice. Da un lato, che Bettega, con la sua indiscussa competenza calcistica, potesse rabberciare un po’ la baracca, rallentando il processo. Dall’altro, che Bettega potesse comunque diventare un utile parafulmine, un comodo capro espiatorio su cui scaricare in futuro le responsabilità di un eventuale (si fa per dire…) fallimento.

Detto questo, l'amore fa (purtroppo, in questo caso) compiere gesti irrazionali. E Bobby Gol, da innamorato perso della Juventus, ha ragionato con il cuore, accettando di collaborare con il nemico.

Da poche settimane, alcune cose sono sostanzialmente cambiate in Fermo Ferraris e a Vinovo, anche se ancora non si vedono risultati concreti (quanto meno, leggendo i tabellini delle partite). Le luci della sede restano accese sino a tarda sera (cosa che, dall’estate del 2006 in avanti, non era mai successa, se non in occasione di qualche CDA), perché c’è qualcuno con la cabeza bianca che, solitario, sta lavorando senza risparmiarsi per cercare di raddrizzare la situazione disastrosa che ha trovato. A Vinovo, la squadra e lo staff tecnico e medico hanno finalmente un dirigente esperto e carismatico che si occupi di loro. Un dirigente che cerca di stimolare l’orgoglio delle vecchie glorie (a partire dal capitano, che non ha ancora imparato cosa voglia dire essere il capitano…), di supportare un allenatore inesperto e fuori fase, di capire da staff medico e preparatori i motivi della catena senza fine di infortuni. Tutto cose che in questi anni non sono state fatte, per insipienza, inesperienza e disinteresse di Monsieur Trinité e del suo staff.

Bettega, comunque, non ha la bacchetta magica. Ed è pertanto assurdo attendersi risultati particolari, dopo un paio di settimane di lavoro. Tra l’altro, è anche possibile che i danni arrecati dal projetto con l'accento sulla "o" siano così diffusi e gravi da essere sostanzialmene irreparabili. Mi sembra quindi che alcune critiche rivolte in questi giorni a Bobby Gol sul web siano davvero ingenerose e pretestuose.

In conclusione, anche se avrei davvero preferito non vedere Bettega alla Ridentus, perché Elkann, Trinité e tutta quella allegra compagnia di ridenti non lo meritano, faccio comunque il tifo per lui. Con tutto il cuore. E mi auguro che fra non molto Bobby Gol si dedichi alle grandi pulizie di primavera. In sede e a Vinovo.

2 commenti:

vito ha detto...

Caro Mago, i tuoi articoli sono sempre godibili e appassionati e la tua passione per Bettega è ampiamente condivisibile; detto ciò, quando si è sparsa la notizia che, il giorno dopo la sconfitta casalinga col Catania, si ricorreva di gran carriera a Bobby-gol, ho cominciato a sentire puzza di marcio.
Speravo che Bettega non accettasse, ovvero che ponesse pubblicamente delle condizioni inaccettabilli al dittatore trino e trinariciuto, ovvero la ristrutturazione immediata della società con l'abbandono di almeno due cariche da parte del pallone gonfiato d'oltralpe e l'assegnazione di una di queste a Bettega stesso.
Il fatto che sia andato a fare il vice di quell'incapace, peraltro contro il parere della vedova di Umberto, mi sa tanto di scelta alla Ferrara, di basso profilo e senza prospettive. Spero
di sbagliare.
Cordialità

Anonimo ha detto...

mi associo col cuore