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In difesa di 113 anni di storia e di gloria.
In difesa di 29 scudetti.

Perché la Juventus non è stata difesa.
Non è stata difesa da John Elkann. Anzi...
Non è stata difesa da Gabetti. Anzi...
Non è stata difesa da Grande Stevens. Anzi...
Non è stata difesa da Montezemolo. Anzi...
Non è stata difesa dal presidente Gigli. Anzi...
Non è stata difesa da Cesare Zaccone. Anzi...

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Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
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giovedì 30 aprile 2009

Jaki vuol dire ... JUVINESE o UDINENTUS


Articolo di dominiobianconero - ju29ro.com

13 Gennaio 2007. La Juventus, retrocessa in serie B, è impegnata a Mantova dove accuserà la sua prima sconfitta del campionato cadetto. In quello stesso istante John Elkann è segnalato a Milano, presso un noto negozio di abbigliamento sartoriale di Corso Magenta, impegnato a rinnovare il guardaroba.
E' tutto qui. Basterebbe, da solo, questo episodio per far capire ai tifosi bianconeri il distacco con cui l'erede designato dell'Avvocato segue i destini della Juventus.

Non si capisce quindi l'attesa che gli addetti ai lavori nutrivano per l'Assemblea della EXOR che si è tenuta ieri, presso il Centro Storico Fiat di Via Chiabrera.
Chi si aspettava editti e proclami sull'argomento Juventus è stato rispedito al mittente con la solita mezza intervista in cui, come da tradizione, l'argomento principale è il nulla.

Exor, per chi non lo sapesse, è la finanziaria che detiene circa il 60% della Juventus. Di fatto controlla l'intera governance della società, propone gli amministratori, e ne condiziona le strategie, sia finanziarie che mediatiche. Ma Exor controlla anche e soprattutto FIAT, che proprio in questi giorni sta perfezionando importanti accordi industriali oltreoceano. Era prevedibile, dunque, che la Juventus sarebbe stato un argomento marginale nel corso dell'incontro.

Di solito John Elkann si interessa della Juventus dopo una sconfitta, oppure durante i periodi negativi, come questo.
Immaginiamo il paggetto di corte che mentre gli porge la giacca gli sussurra: "Ingegnere, ieri la Juve ha perso, sarebbe il caso di mostrarsi interessato alla cosa. Magari una dichiarazione o un giretto a Vinovo.....". Ed ecco che parte la carovana, con il solito codazzo di fotografi e cantori, che immortalano il "delfino" mentre si intrattiene con Del Piero stringendo tra le mani un pallone. Roba da far impallidire i cerimoniali del Cremlino degli anni della guerra fredda.

In questo caso invece non è stata una singola sconfitta, ma un lungo periodo di crisi, che ha visto la squadra mollare su tutti i fronti e appassire con l'arrivo della primavera.
Ecco quindi che qualcuno oggi gli ha allungato il microfono, chiedendo della Juventus. Risposta secca: "I giocatori e l'allenatore invece di parlare pensino a vincere".

Invece di zittire i dirigenti, loquaci come zitelle acide negli ultimi mesi, il prode Elkann zittisce allenatori e giocatori. La cosa sconcertante è che in giro tutti si affannano a cercare i motivi della crisi della Juventus individuandoli di volta in volta dal Presidente Cobolli fino al magazziniere. Nessuno che abbia avuto il coraggio di dire la verità.

Il problema della Juventus si chiama John Elkann. E' lui che ha scelto questa dirigenza. Non da solo, beninteso. In collaborazione con il suo codazzo di consiglieri e swappisti. Il proverbio non sbaglia e recita che il pesce puzza dalla testa. La Juventus è, per lui, una specie di obbligo, non una passione. Abbia dunque il coraggio di farsi da parte.

Ecco quindi che tutti sono rimasti delusi. Tutti ma non noi. Noi non ci aspettiamo soluzioni, ma siamo in grado di proporle. Sappiamo che resteranno inascoltate, ma lasciateci avere la soddisfazione di aver capito l'andazzo con tre anni di anticipo. Da Juventus a Juvinese o Udinentus. Da grande a provinciale.

Adesso però il tempo stringe. Bisogna fare presto. La Juventus ha bisogno di interventi duri, d'urgenza. Innanzitutto sul CDA. Da rinnovare subito e integralmente. C'e' bisogno di qualcuno che pensi in bianco e nero, che parli meno e che lavori di più, soprattutto sul fronte sportivo. Almeno un consigliere deve essere espressione degli azionisti di minoranza.

Basta nominare sempre la serie B. La prima cosa da fare è una riunione in cui vietare a tutti i tesserati l'utilizzo della frase "NON DIMENTICHIAMOCI CHE DUE ANNI FA ERAVAMO IN B". Basta scuse. Basta alibi. A livello di marketing è un comportamento da dilettanti.

Cambiare subito lo staff tecnico, i preparatori, gli osservatori. Pretendere da tutti i giocatori il rispetto del tecnico. Basta girovagare in trasmissioni televisive mentre la squadra si gioca la stagione. Basta dichiarazioni a ruota libera. Multe, pesantissime, per chi parla e sorride troppo e si allena poco.

Querelare immediatamente i giornalisti che infestano il mondo dell'informazione riportando menzogne sul conto della Juventus. Parallelamente avviare un processo di recupero del concetto di "orgoglio" bianconero, quello calpestato maldestramente dai patteggiamenti di Zaccone e dalle strette di mano con i veri marci del calcio.

Basta trattative sui giornali. Ci stiamo ricoprendo di ridicolo. Basta annunciare campioni che non arrivano. Basta vendere a poco e comprare a tanto. Assumiamo un vero Direttore Generale che sappia fare il mercato. Basta promesse che non sanno mantenere. Basta dire che i soldi non ci sono. Non è vero. Semplicemente li stanno sprecando.

John Elkann dovrebbe chiedere conto ai suoi dirigenti della distruzione di valore causata da un calciomercato ridicolo. Giocatori scarsi, logori o peggio ancora rotti hanno prosciugato gran parte delle risorse provenienti dall'aumento di capitale. Invece si preoccupa di strigliare l'allenatore, che pure è il responsabile insieme allo staff medico di una serie fantozziana di infortuni , e i giocatori, che in verita' fanno quello che possono, essendo alcuni di loro oggettivamente mediocri.

Interventi urgenti, semplici, per ricominciare a chiamarla Juventus. Per evitare che diventi, definitivamente, Juvinese.

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