Sta per chiudersi l’anno 2006. L’anno dei Mondiali di calcio vinti dall’Italia. Grazie ai giocatori, ai tecnici e ai massaggiatori della Juventus. L’anno del Pallone d’Oro dominato da due campioni bianconeri. Buffon e Cannavaro. E l’ordine (il mio ordine) non è certo casuale. L’anno di Farsopoli e dell’Argonauta. L’anno della "pena congrua" e delle sentenze (incongrue) anticipate "a mezzo Gazzetta". L’anno dei ricorsi al TAR, depositati e poi ritirati. L’anno dei ricorsi al TAS, mai presentati. L’anno delle Olimpiadi invernali di Torino. L’anno delle Rupertiadi e Sandulliadi estive di Roma. L’anno in cui abbiamo finalmente capito che "è concettualmente ammissibile l’assicurazione di un vantaggio in classifica che prescinda dall’alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola gara" (Ruperto docet). E se lo scrive un Presidente emerito della Corte Costituzionale…
L’anno in cui ci è stato spiegato come per condannare la Juventus sia sufficiente riferirsi alla "opinione di tutti coloro che gravitavano nel mondo del calcio, e cioè il condizionamento del settore arbitrale da parte della dirigenza della Juventus" (Ruperto-bis). Nella patria del diritto, è giusto che la vox populi abbia il peso che merita….
L’anno in cui la Juventus è stata retrocessa in Serie B per illecito sportivo. L’anno in cui i giudici hanno però ammesso che "non era possibile parlare di illecito conclamato" e che "non c’era la prova provata dell’illecito come viene inteso nella scrittura del codice di giustizia sportiva". Anzi, il campionato 2004/2005 "non è stato falsato", era regolare (pillole varie di San Dulli). E se lo dice un luminare del diritto…
L’anno in cui un giudice della Corte Federale ha candidamente spiegato i motivi per cui solo la Juventus è stata condannata alla Serie B. "L’atteggiamento perdonista? Nasce da quello che è successo nelle ultime due settimane, dalla vittoria dell’Italia ai Mondiali, poi le rivolte di piazza, i sindaci che appoggiano le squadre colpite [tutti tranne Chiamparino], il dibattito sul perdono. I delitti li abbiamo accertati confermando l’impianto della Caf, abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo, ascoltando la gente comune [o leggendo la Gazzetta?] e provando a metterci sulla stessa lunghezza d’onda [del Candido ma non troppo?]" (così il poco serio giudice Mario Serio).
L’anno in cui il nostro Presidente ha partecipato alla cerimonia in cui è stata consegnata a Moratti la Coppa-scudetto. Lo scudetto stravinto dalla Juve sul campo. Lo scudetto revocato da Ruperto & San Dulli. Lo scudetto assegnato all’Inter da una commissione di saggi (?) indipendenti (?). "Chi era in sala giura che al momento della premiazione il presidente bianconero non ha lesinato applausi al collega interista" (così La Stampa del 19 dicembre). Forse siamo su Scherzi a Parte.
L’anno in cui Gigi Buffon, Alex Del Piero, Pavel Nedved e Didier Deschamps hanno dimostrato di che pasta (bianconera) sono fatti. E non è certo necessario spiegare il perché. Grazie ragazzi. Grazie mister. Davvero.
L’anno del dramma di Pessottino. L’anno, purtroppo, in cui sono tragicamente scomparsi Alessio Ferramosca e Riccardo Neri. Due ragazzi della Berretti che stavano inseguendo il sogno di tutti noi: giocare a calcio con la maglia della Juventus. L’anno in cui se n’è andato anche Francesco Romeo, il magazziniere più scudettato d’Italia.
L’anno vecchio è finito ormai ed è giusto cominciare ad interrogarsi sull’anno che verrà. Senza dimenticare fatti e misfatti, dolori e conquiste del recente passato. A prescindere.
"L’anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va…"
Pubblicato su MAGAZINE BIANCONERO n2. 2 del 29/12/06
venerdì 29 dicembre 2006
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