giovedì 1 ottobre 2009
Intervista a Daniele Capezzone
Lo Ju29ro Team ha intervistato Daniele Capezzone, portavoce del PDL.
Azionariato popolare, stadi, diritti TV, calciopoli, crisi del calcio italiano, regole e trasparenza. Questi, alcuni dei temi che abbiamo affrontato con Capezzone.
L'intervista completa sarà pubblicata prossimamente su www.ju29ro.com.
Qui, una succosa anticipazione.
- Allo scoppio di Calciopoli, La ricordiamo tra i più critici delle posizioni innocentiste e arrivò perfino a invocare Zeman alla FIGC. Poi, legittimamente, ha cambiato idea. Perché?
Ricordate bene, ma solo a metà. E’ vero, ritenevo e ritengo che molte delle questioni poste da Zeman fossero fondate in termini generali: una per tutte, l’eccesso di farmaci nel nostro calcio. Invece, ritenevo e ritengo che contro Moggi (e Giraudo) si sia fatto qualcosa di simile all’operazione indegnamente condotta a suo tempo contro Craxi: aggredire qualcuno, e salvare tutti gli altri. Come se nel calcio italiano ci fosse stato un “lupo cattivo” in mezzo a tanti “Cappuccetto Rosso”. Per questo, non ho avuto la minima esitazione a difendere Moggi da un tentativo di linciaggio che ritengo inaccettabile. Farei la stessa cosa, oggi, per difendere Briatore, per fare un altro esempio sportivo.
- Molti opinionisti, Juventini e non, hanno attribuito grandi responsabilità alla proprietà della Juventus per quanto accaduto nell'estate del 2006. Secondo la quasi totalità di essi, c'è stata una difesa legale insufficiente. Esistono poi tre linee di pensiero: chi afferma che la proprietà della Juventus ha organizzato lo scandalo, chi dice che ha cavalcato lo scandalo, chi ancora sostiene che ha solo subito lo scandalo. Quale teoria Le sembra più realistica?
Io non sono mai stato affezionato ai complotti e alle “conspiracy theories”. Credo, molto semplicemente, che si sia scelto un profilo basso, per ragioni magari comprensibili, ma a mio avviso non condivisibili. Ora, la nuova dirigenza della Juve, che ha comunque molti meriti, potrebbe forse - essendo passati degli anni, ed essendo il clima meno avvelenato di allora - contribuire ad aprire una vera discussione su quello che accadde. Fu ingiusto colpire - di fatto -
solo la Juve e i suoi dirigenti di allora.
- Il trionfo di soli tre anni fa al mondiale di Germania avrebbe dovuto garantire un significativo sviluppo del nostro sistema calcio. Oggi sperimentiamo una crisi diffusa: crisi di nuovi talenti, di risultati in Europa da parte dei club, crisi di appeal televisivo del nostro campionato all'estero. Dalle ceneri di Calciopoli è nato un calcio peggiore?
Siamo indietro anche a prescindere da questo. Abbiamo quotazioni in borsa fragili, che sarebbero rese più solide se le società fossero proprietarie degli stadi e avessero un merchandising più consistente (in questo senso, la Juve è avanti rispetto agli altri su entrambi i fronti). E poi resto convinto che la vera svolta sarebbe quella dell’azionariato popolare, con i tifosi-azionisti chiamati ad eleggere i dirigenti sulla base di precisi programmi, come in Spagna.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento