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Astenersi Moratti, Borrelli, Guido Rossi e simili
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giovedì 10 marzo 2011

Un intruso a Vinovo


Sui giocatori della Juventus è già stato detto di tutto.
Senza qualità. Senza palle. Senza cuore. Senza anima.
Un po', però, bisogna capirli, porelli.
Si ritrovano con un allenatore che manco con i sottotitoli riescono a capire.
Come se non bastasse, uno dei due co-AD e co-DG sarebbe un perfetto guardalinee, potendo tenere sott'occhio contemporaneamente il giocatore con la palla e l'ultimo della squadra avversaria. Ma quando parla i giocatori non capiscono mai a chi si stia riferendo di preciso.
Non parliamo poi dell'altro co-AD e co-DG, quello con la parlata (e non solo) alla Inspecteur Clouseau.
Salendo nella scala gerarchica si arriva alla Presidenza. E anche qui non è che sian proprio rose e fiori. Il dubbio che il Presidente dal cognome illustre sia, alla fine della fiera, solo un para-fulmine (o, più correttamente, un para-canguro) deve essere venuto anche ai giocatori.
Ai tempi belli, nei momenti di crisi scendeva in campo la proprietà, nelle persone di Gianni e/o Umberto Agnelli.
Una visita di uno dei due fratelli era spesso sufficiente a rincuorare e stimolare la truppa (quasi mai però scarsa come quella attuale).
Ora, invece, ai giocatori non resta neanche quell'appiglio.
La proprietà si fa vedere praticamente ad ogni morte di Papa.
E quando si fa vedere... non è certo un bel vedere.

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