giovedì 2 luglio 2009
Notizie agrodolci
Alcune notizie possono essere agrodolci.
Possono cioè essere contemporaneamente positive (ecco il dolce) e negative (ecco l'agro).
Tanto per chiarirci, se Giò&Van si dimettessero e fossero sostituiti da uno Stevens (grande o piccolo, non importa), la notizia sarebbe sia dolce (Giò&Van fuori dai coglioni) sia agra (uno Stevens al loro posto).
Una di queste notizie dal carattere ambivalente è l'aumento dal 5,5% al 6,5% della cosiddetta Robin Hood tax.
La Robin Hood tax è l'addizionale IRES (imposta sul reddito delle società), che si applica, tra gli altri, a petrolieri e produttori/distributori di energia (con ricavi dell'esercizio precedente superiori a 25 milioni di euro).
L'aumento dal 5,5% al 6,5% di questa addizionale è contenuto nel disegno di legge su sviluppo, internazionalizzazione delle imprese ed energia approvato in terza lettura dalla Camera dei Deputati ed ora in attesa del via libera definitivo del Senato.
La notizia è dolce, perché la Saras è soggetta alla Robin Hood Tax.
Ma la notizia ha anche un lato agro, perché l'incremento della Robin Hood Tax serve a coprire il ripristino dei fondi per l'editoria (140 milioni per il periodo 2009/2010), previsto dal medesimo disegno di legge.
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